Obesità e invecchiamento: la dieta chetogenica riscrive le regole

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Uno studio pubblicato sulla rivista Nutrients ha acceso i riflettori su un aspetto dell’alimentazione che va ben oltre la bilancia. I ricercatori hanno osservato come una VLCKD (Very Low-Calorie Ketogenic Diet, ovvero una dieta chetogenica a bassissimo contenuto calorico) sia in grado di invertire l’invecchiamento biologico associato all’obesità. E lo fa in modo misurabile, usando veri e propri “orologi epigenetici”.

Ma… aspetta un attimo. Cos’è l’invecchiamento epigenetico?

Spesso si pensa all’età come a un semplice numero scritto sulla carta d’identità. Ma esiste anche un altro tipo di età, più nascosto e più “sincero”: l’età biologica. E no, non è la stessa per tutti.

L’età biologica viene calcolata osservando i modelli di metilazione del DNA, una sorta di impronta molecolare che ci dice quanto siamo davvero “vecchi” a livello cellulare. Gli orologi epigenetici sono strumenti che stimano questo parametro con una precisione sorprendente, molto più affidabili dei semplici anni anagrafici.

E sai cosa succede quando sei obeso? Questi orologi corrono. Molto più veloce del normale.

L’obesità accelera l’orologio della vita

Lo studio ha confermato che l’obesità agisce come un acceleratore sull’invecchiamento cellulare. Le persone obese, infatti, mostrano un’età epigenetica più avanzata rispetto alla loro età reale.

Per darti un’idea: nel gruppo di soggetti obesi, l’età biologica era in media 4,4 anni più alta dell’età anagrafica. Invece, nei soggetti normopeso, l’orologio biologico risultava addirittura più lento: -3,1 anni. In altre parole, essere in forma non solo fa bene, ma ti fa anche sembrare più giovane dentro!

E questa non è una questione solo estetica. Un’età epigenetica accelerata è associata a maggiore rischio di malattie, infiammazioni croniche e declino fisico.

Che cos’è la VLCKD e come funziona?

La VLCKD è una forma estrema di dieta chetogenica, dove si riducono drasticamente le calorie giornaliere (anche sotto le 800 kcal) e si punta su grassi buoni e proteine, limitando quasi completamente i carboidrati.

L’obiettivo è entrare in chetosi, una condizione metabolica in cui il corpo smette di usare lo zucchero (glucosio) come fonte principale di energia e comincia a bruciare grassi, producendo corpi chetonici.

E qui succede la magia.

Chetosi e ringiovanimento: cosa ha scoperto lo studio

Nel gruppo di partecipanti obesi che ha seguito la VLCKD per sei mesi, i risultati sono stati clamorosi:

  • Perdita di peso media di 20 kg (mica male, vero?)

  • Riduzione dell’età biologica di oltre 6 anni

  • Miglioramento significativo di glicemia, insulina, colesterolo e trigliceridi

L’effetto “ringiovanente” è stato osservato già dopo 30 giorni di dieta (fase NK), con una decelerazione media dell’età epigenetica di -6,1 anni, che si è mantenuta anche dopo 180 giorni.

E sai qual è la cosa interessante? Più erano alti i livelli di β-idrossibutirrato, uno dei principali corpi chetonici, più l’invecchiamento rallentava. Come dire: più il corpo era in chetosi, più sembrava tornare indietro nel tempo.

Perché questo studio è importante?

Beh, intanto perché ci mostra che l’invecchiamento non è un evento irreversibile – più giovane sei e più il corpo può migliorare -, ma un evento che può essere modificato tramite uno stile di vita sano.

E poi apre uno scenario completamente nuovo nella lotta all’obesità: non si tratta solo di perdere peso, ma di migliorare la propria salute cellulare e potenzialmente prevenire malattie legate all’età come Alzheimer, diabete, malattie cardiovascolari.

E se non sei obeso? La dieta chetogenica potrebbe non avere lo stesso effetto

Una cosa importante da sottolineare è questa: non tutte le persone traggono gli stessi benefici dalla VLCKD, almeno per quanto riguarda l’inversione dell’età biologica.

Lo studio ha coinvolto anche un gruppo di persone normopeso. E indovina un po’? In loro non si è osservato lo stesso “salto indietro” nel tempo. Perché? Perché probabilmente il “trucco” sta tutto nella perdita di peso.

Negli individui obesi, la dieta chetogenica agisce su molteplici fronti: riduce il grasso corporeo, abbassa i livelli di infiammazione, migliora il metabolismo e, grazie alla chetosi, spinge il corpo in una fase di reset cellulare. Tutti questi elementi combinati portano a una riduzione dell’età epigenetica.

Ma se sei già normopeso (o peggio, sottopeso), il corpo non ha tutto quel “carico tossico” da smaltire. Il metabolismo è già in equilibrio, i parametri sono già buoni, e quindi non c’è un invecchiamento epigenetico da correggere. In assenza di uno stress metabolico da obesità, la VLCKD potrebbe non fare miracoli sull’età biologica. Anzi, se fatta senza controllo, potrebbe perfino diventare stressante per l’organismo.

È un po’ come voler riparare un’auto che già funziona perfettamente: rischi solo di fare danni.

Morale? La dieta chetogenica non è una pozione magica per tutti. I suoi effetti ringiovanenti sembrano emergere proprio là dove c’è più bisogno di “ripulire e ricostruire”. Insomma, funziona davvero bene quando c’è un problema da risolvere.

Qualche riflessione finale

Chiaramente, la VLCKD non è una passeggiata, né una soluzione universale. Va seguita sotto controllo medico e può non essere adatta a tutti.

Ma questo studio ci dà un messaggio potente: possiamo influenzare il nostro destino biologico, anche quando pensiamo che sia troppo tardi.

Mangiare bene non è solo questione di linea. È un investimento, una coccola alle nostre cellule, un modo per dire al nostro corpo: “Ehi, non ti sto dando solo carburante, ma sto cercando di far durare il motore il più a lungo possibile”.

E se sei tra quelli che dicono “ormai è tardi”, forse la scienza ti sta rispondendo: “non è mai troppo tardi per tornare indietro”.

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Nata e cresciuta a Rosignano Solvay , appassionata da sempre per tutto quello che ruota intorno al benessere della persona. Biologa, diplomata all'I.T.I.S Mattei