La verità scomoda sulla perdita di peso: Le calorie sono solo la punta dell’iceberg
“Ma come? Le calorie non causano l’obesità?!”
Hai letto bene. È un’affermazione che fa sobbalzare dalla sedia chiunque abbia passato anni a contare grammi di pane e misurare l’olio col contagocce. Perché suona come un’eresia. Ma se ti fermi un attimo, respiri a fondo e leggi fino in fondo questo articolo, scoprirai che non è così folle come sembra.
Partiamo dal principio.
Calorie in, calorie out: il mantra della dieta moderna
Da anni ci viene ripetuto che per perdere peso bisogna consumare più di quanto si introduce. “Mangia meno e muoviti di più” è diventato lo slogan per antonomasia, stampato nella nostra testa come se fosse una legge universale. Ed è vero, a livello termodinamico questa cosa funziona. Nessuno può negare che un surplus energetico porti, in teoria, ad accumulo di grasso.
Ma c’è una differenza tra qualcosa che “funziona sulla carta” e qualcosa che davvero “spiega” un fenomeno complesso come l’obesità.
Causa non è sinonimo di correlazione
Pensaci un attimo: se piove e la strada è bagnata, possiamo dire che la pioggia è la causa della strada bagnata. Facile, no?
Ma se trovi la strada bagnata e il cielo è sereno, potresti chiederti: “Aspetta, è piovuto prima? È scoppiata una tubatura? È passato un camion che lavava l’asfalto?”. Vedi? Le cose non sono sempre così dirette.
Ecco, dire che le calorie causano l’obesità è come dire che la strada bagnata è sempre causata dalla pioggia. Non è così semplice.
Obesità: un disturbo del metabolismo, non solo un bilancio
Uno dei concetti più illuminanti che emerge dall’intervista è che l’obesità potrebbe essere il risultato di un’alterazione nel modo in cui il nostro corpo gestisce il carburante, non semplicemente un problema di eccesso calorico.
Il corpo non è un contacalorie
Quando mangiamo, il nostro corpo prende l’energia (sì, le famose calorie) e decide cosa farne. Può:
-
Costruire muscoli
-
Accumularla sotto forma di grasso
-
Usarla subito per produrre calore
-
Bruciarla per farci muovere
Come vedi le stesse calorie che in una persona potrebbero andare immediatamente a costituire la massa adiposa, in un’altra persona potrebbero andare a costruire tessuto muscolare o utilizzati semplicemente per produrre calore. Allora qui, la domanda sorge spontanea, perché in alcune persone questa energia viene utilizzata male, mentre in altre viene utilizzata bene?
Non è solo una questione di “quanto”, ma di “come”
Due persone possono mangiare la stessa identica cosa, ma una ingrassa e l’altra no. Succede nei topi, succede negli esseri umani. Non è magia, è fisiologia.
Pensa a un esempio pratico: metti due persone a tavola con lo stesso piatto. Una, dopo mangiato, si alza e si muove tutto il giorno, ha energia, suda, brucia. L’altra si sente fiacca, sonnolenta, conserva. Il cibo è lo stesso, l’effetto è diverso.
Il “partizionamento del carburante”: la vera chiave?
Il concetto è affascinante e anche un po’ liberatorio. L’obesità potrebbe essere più un problema di dove il corpo decide di mettere l’energia, che non quanta ne riceve in entrata.
E allora le calorie? Sono un concetto sbagliato?
No! Le calorie contano, ma non sono la causa primaria. Sono piuttosto un effetto, un mezzo, uno strumento. Come dire che il volante è importante per guidare, ma non è il motore.
Spesso, ci concentriamo solo sulla punta dell’iceberg: il numero delle calorie che consumiamo. Ma sotto la superficie c’è un intero mondo fatto di ormoni, mitocondri, enzimi, segnalazioni cellulari che regolano tutto il resto. È alquanto sbagliato limitare il concetto della perdita di peso soltanto alle calorie.
Adesso entra in gioco un altro punto fondamentale della questione.
L’influenza dell’ambiente e dello stile di vita
Hai mai notato che ci sono persone che possono mangiare qualsiasi cosa e non ingrassano mai? Non è solo questione di fortuna genetica: il corpo ha una sorta di “termostato del peso”, che può essere influenzato da:
-
L’ambiente in cui viviamo
-
L’attività fisica
-
La qualità del sonno
-
Lo stress
-
Il tipo di cibo
Ad esempio, una dieta a basso contenuto di carboidrati può portare a una diversa risposta ormonale e metabolica rispetto a una dieta ad alto contenuto di zuccheri, anche a parità di calorie.
Esercizio fisico: non solo per bruciare
Spesso l’esercizio viene visto solo come uno strumento per “bruciare calorie”. Ma è molto di più. È uno stimolo metabolico che può cambiare profondamente come il corpo gestisce l’energia.
Un allenamento con i pesi, ad esempio, non brucia molte calorie durante, ma aiuta il corpo a costruire muscolo e a migliorare la gestione del glucosio. Insomma, educa il corpo a usare meglio il carburante. Migliora la sensibilità insulinica, e questo si traduce in effetti benefici sulla perdita di peso, in quanto:
1. Bruci più grasso (anziché accumularlo)
Quando hai un’alta sensibilità insulinica, il corpo riesce a gestire meglio l’energia che accumula tramite il cibo e non sente il bisogno di immagazzinarla continuamente sotto forma di grasso.
Più insulina hai in circolo = più grasso accumuli. Meno insulina ti serve = più facilmente bruci grasso.
È come se avessi un motore ben oliato: non sprechi energia, la usi meglio!
2. Hai meno fame (sul serio!)
Un corpo che risponde bene all’insulina riesce a stabilizzare meglio la glicemia, e questo ti fa sentire sazio più a lungo. Al contrario, quando l’insulina è sempre alta, i cali glicemici sono più frequenti e ti viene fame a raffica (soprattutto voglia di zuccheri).
3. Migliori la composizione corporea
Una buona sensibilità insulinica favorisce anche la costruzione di massa muscolare, perché i nutrienti (come le proteine e il glucosio) entrano meglio nelle cellule muscolari.
Meno grasso + più muscolo = metabolismo più attivo e corpo più tonico.
Termogenesi
Uno dei punti più interessanti emersi dall’intervista è il fatto che alcune persone abbiano una “termogenesi” più attiva. Cioè, quando mangiano di più, il corpo risponde bruciando più energia in modo quasi automatico: si muovono di più, producono più calore, si agitano, tremano persino!
Altre persone invece, di fronte a un eccesso calorico, tendono a conservarlo. Non è questione di volontà, ma di risposta fisiologica.
Quindi è tutta colpa degli ormoni?
No, non del tutto. Ma ignorarli è un errore clamoroso. L’insulina, la leptina, il cortisolo… sono tutti ormoni che modulano l’appetito, il metabolismo e l’accumulo di grasso. E sono influenzati dal tipo di cibo che mangiamo.
Un gelato da 90 calorie non è come consumare 90 grammi di noci. Le prime aumentano l’insulina e attivano il ciclo fame-risposta insulinica, mentre le seconde saziano, nutrono e regolano positivamente il metabolismo. Anche gli ormoni, come le calorie, presi da solo spiegano poco, tuttavia se presi assieme iniziano già a creare un quadro più preciso sul motivo per cui non tutte le persone ingrassano allo steso modo.
Non ossessionarti!
Uno dei messaggi più toccanti emersi dall’intervista è che questa ossessione per le calorie rischia di trasformarsi in colpevolizzazione.
Quante persone vivono con il senso di colpa perché “mangiano troppo”? Si sforzano, fanno diete restrittive, vedono la bilancia ferma… e si convincono che è colpa loro. Ma forse il problema non è quanto mangiano, ma come il corpo gestisce il cibo.
Cambiamo la narrazione
Dire che “le calorie non causano obesità” non significa ignorare la scienza. Significa ampliare le vedute. Significa riconoscere che l’obesità è un problema multifattoriale, complesso, con radici metaboliche, ormonali, psicologiche e ambientali.
Ma perchè dico questo: Scarsa sensibilità insulinica, scarso esercizio fisico, dieta troppo calorica, eccesso livelli di cortisolo – stress e depressione -, sonno disturbato – aumento di cortisolo -. Lo vedi, che il fatto che ingrassiamo o che dimagriamo non può dipendere da un fattore unico come le calorie.
Ecco come favorire la perdita di peso ( in una visione a 360 gradi )
-
Muoviti ogni giorno, anche solo con passeggiate dopo i pasti. Non stare mai seduto per troppe ore consecutive, dato che ricerche hanno dimostrato che superate le 6 ore di sedentarietà, il metabolismo si abbassa. Ogni tanto alzati dalla scrivania, e fai due flessioni o due squat.
-
Fai allenamento di forza o HIIT almeno 2-3 volte a settimana.
-
Riduci zuccheri raffinati e carboidrati ad alto indice glicemico.
-
Preferisci cibi integrali, proteine magre e grassi sani.
-
Considera il digiuno intermittente, se ti trovi bene.
-
Dormi almeno 7-8 ore a notte, con regolarità.
-
Gestisci lo stress con tecniche di rilassamento (respirazione, meditazione).
-
Evita spuntini continui, dai pause al corpo per abbassare l’insulina. Se fai uno spuntino prediligi ad esempio 20 grammi di mandorle, ad un panino.
-
Bevi solo acqua.
-
Sii costante: piccoli cambiamenti quotidiani = grandi risultati nel tempo.
Conclusione: serve più umiltà (e meno bilance)
L’obesità non si combatte solo con la calcolatrice alla mano. Serve comprensione, serve ascolto, serve una scienza che abbia il coraggio di essere complessa.
Abbiamo bisogno di parlare di questi temi con più apertura mentale, smettere di dare consigli da rivista da parrucchiere tipo “mangia un po’ meno” e iniziare a considerare come il nostro corpo gestisce ciò che mangiamo.
E forse, smetteremo finalmente di pensare che chi ingrassa è solo “pigro e goloso”.
Perché, diciamolo, se bastasse mangiare meno per dimagrire, l’obesità non esisterebbe più da un pezzo.
ECCO L’INTERVISTA COMPLETA CON LO SCIENZIATO METABOLICO
Post Comment
You must be logged in to post a comment.