Sclerosi del collo vescicale: Cos’è? Sintomi, cause, ecografia, operazione, rimedi naturali, ed alimentazione
La sclerosi del collo vescicale, è una condizione che rende difficoltosa la dilatazione del condotto urinario, tramite la normale spinta dell’urina attraverso la minzione.
La malattia del collo vescicale colpisce prevalentemente soggetti di sesso maschile in giovane età, o quelli di mezza età.
È molto frequente negli uomini con età inferiore ai 55 anni, con problemi di ostruzione e disuria( urinazione dolorosa).
Cause della sclerosi del collo vescicale
CONTENUTI
Innanzitutto, la sclerosi del collo vescicale può essere di due tipologie:
- primitiva: Solitamente fa il suo esordio in giovane età, spesso dipende da cause genetiche, e viene scoperta generalmente in concomitanza di un’iniziale ipertrofia prostatica benigna, che peggiora tutto il quadro sintomatologico.
- secondaria: Questo secondo tipo dipende solitamente da malattie neurologiche, come le lesioni neuronali, la sclerosi multipla, o dipende da prostatiti croniche e ricorrenti. Detto questo, indipendentemente dalla sua origine, la sclerosi del collo vescicale è causato da un aumento eccessivo della muscolatura del collo della vescica, che impedisce all’urina di uscire correttamente dal dotto urinario. Dopo questa fase iniziale, si osserva un pericoloso deposito di tessuto epiteliale che limita sempre di più l’apertura del collo vescicale. Definito intrappolamento prostatico da Turner-Warwick.
Quali sono i sintomi di questa patologia?
I sintomi di questa fastidiosa patologia urinaria sono:
- Continuo stimolo ad urinare, anche dopo aver già urinato.
- infezioni urinarie ricorrenti
- flusso urinario sempre più debole
- Possibile presenza di dolore nelle vie urinarie
- Minzione dolorosa
- Ritenzione urinaria e svuotamento incompleto della vescica
Come si esegue la diagnosi?
Per effettuare la diagnosi di questa patologia del collo vescicale, occorre prendere un appuntamento con un urologo, che dopo aver ascoltato i sintomi riportati dal paziente, e dopo aver valutato accuratamente tutti i rischi, potrebbe richiedere ulteriori esami, come:
- Uroflussometria: esame utilizzato per osservare la forza del getto urinario.
- Cistouretrografia retrograda e minzionale: questo esame serve per valutare una parziale o incompleta apertura del collo vescicale durante l’atto minzionale.
- Esame urodinamico: serve per confermare l’ostruzione del collo vescicale.
Terapia farmacologica dell'ostruzione vescicale
Durante la prima fase della patologia, in cui c’è un evidente ipertrofia della muscolatura, in genere si somministra al paziente medicinali alfa-bloccanti(denominati anche alfa-litici)
Attraverso questo iniziale trattamento farmacologico, si hanno riscontri estremamente positivi in metà dei soggetti affetti da patologia del collo vescicale di tipo primitivo, e in circa il 30% di quelli affetti da tipo secondario.
Se i fastidi e la sintomatologia dovessero persistere, potrebbe essere necessario intervenire tramite un intervento chirurgico, atto a rimuovere il problema di ostruzione.
Intervento chirurgico della sclerosi del collo vescicale
Come detto in precedenza, se la terapia farmacologica non facesse effetto, occorre praticare un intervento chirurgico.
Purtroppo, nella maggioranza dei casi, i farmaci non riescono a bloccare la patologia, e in presenza di lesioni sclerotiche, occorre praticare la terapia chirurgica, per via endoscopica.
L’intervento viene effettuato nell’incisione tramite fibra laser del collo vescicale. Questa incisione viene effettuata una o due volte, partendo dagli osti uretrali, fino ad arrivare al veru montanum.
In presenza di intrappolamento prostatico potrebbe essere necessario praticare una minuscola resezione della prostata, che includa il collo vescicale.
Rischi dell'intervento
Come tutte le operazioni chirurgiche, possono esserci delle complicanze, e l’intervento chirurgico della sclerosi del collo vescicale non fa eccezione.
Non farti prendere dal panico adesso, le complicanze sono assai rare, e possono essere:
- presenza di emorragia post operatoria.
- recidiva della sclerosi del collo vescicale. Occorre effettuare nuovamente l’operazione chirurgica.
Che alimentazione seguire?
I soggetti con ostruzione vescicale non devono seguire una dieta particolare, ma consumare cibi ricchi di micronutrienti, potrebbe migliorare incredibilmente tutto il quadro sintomatologico.
Consuma cibi ricchi di minerali, vitamine, acqua biologica e fibre, come la frutta, le verdura e i succhi crudi.
Elimina tutti i cibi confezionati, i fast food, alimenti ricchi di sale, come il kebab e la pizza, le bibite gassate, l’alcool e la nicotina.
Seguendo questi consigli vedrai che il quadro sintomatologico migliorerà considerevolmente.
Migliore rimedio naturale
I rimedi naturali per le persone affette da sclerosi del collo vescicale devono riuscire a rilassare tutta la muscolatura uretrale e prostatica, e diminuire la sintomatologia dolorosa collegata ad un incessante urinazione ricorrente.
NOTA BENE: Queste sostanze non possono fare miracoli, se la sintomatologia è davvero seria, devi chiedere immediatamente un consulto medico, per affrontare, qualora fosse necessario, un intervento chirurgico.
I rimedi naturali devono riuscire a “copiare” le potenzialità dei medicinali utilizzati dai pazienti con problemi al collo vescicale, senza intossicare l’organismo e il fegato.
Il migliore rimedio naturale per i soggetti con problemi di ostruzione vescicale è:
- la quercetina ( antinfiammatorio naturale, che riduce l’iperattività della vescica, e ne rilassa le pareti muscolari)
Domande frequenti
In presenza di sclerosi del collo vescicale, quando occorre operare?
Solitamente, occorre intervenire chirurgicamente, quando la terapia farmacologica non sortisce nessun effetto.
Quali farmaci si prescrivono ai soggetti che stanno seguendo una terapia farmacologica?
Nelle fasi iniziali del trattamento solitamente si prescrivono ai pazienti con sclerosi del collo vescicale, dei particolari farmaci alfalitici, tra cui:
- tamsulosina: farmaco in grado di rilassare sensibilmente la parete muscolare dell’uretra e della prostata.
- urorec
L’intervento chirurgico può determinare l’insorgenza di particolari problemi sessuali, come l’impotenza, o problemi di eiaculazione precoce?
Generalmente, no.
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buona sera mio marito è stato sottoposto a prostactomia radicale robot assistita e radioterapia .dopo aver iniziato la radioterapia ha iniziato ad avere problemi di minzione ,molto dolorose, fino a dei veri e propri blocchi con conseguente drenaggio urinario soprapubico,abbiamo avuto un consulto con un altro uorlogo il quale ha diagnosticato stenosi del collo vescicale,suggerendo uretroscopia e eventuale incisione del collo vescicale,vorrei sapere cosa sono le conseguenze di questa operazione,se riprenderà la sua normale minzione;certo dopo un periodo,o se sarà costretto ad incontinenza ,ha 58anni,se potesse darmi delle informazioni .grazie
Buonasera Alessandra, la presenza di un ostacolo o di un’ostruzione che impedisce all’urina di essere spinta fuori durante l’orinazione può comportare alcune conseguenze, che possono includere calcolosi e/o diverticoli vescicali, tracce di sangue nelle urine, e in casi gravi anche insufficienza renale. La stenosi del collo vescicale – come diagnosticato dal suo medico – è uno dei tre possibili fattori che possono essere la causa del disturbo di suo marito. Gli altri due fattori sono attribuibili a patologie della prostata e stenosi dell’uretra. L’incisione del collo vescicale può causare nel 10% degli interventi infezioni alle vie urinarie o epididimiti Possono presentarsi nel 10% dei casi infezioni delle vie urinarie ed epididimiti – condizione infiammatoria dell’epididimo -. L’epididimo è un sottilissimo tubulo in cui gli spermatozoi vengono portati fino al testicolo dove raggiungano la maturità. L’emorragia è una complicanza davvero rara. La complicanza più comune che viene osservata nel 30% dei casi è attribuibile alla recidiva della stenosi uretrale che richiede nuovamente un intervento.
COSA SUCCEDE DOPO L’INTERVENTO?
Prima di dimettere suo marito il suo dottore valuterà la capacità del paziente di urinare in modo autonomo, valutando il getto urinario, stando attento che non siano presenti tracce di sangue durante la minzione. Inoltre, controllerà che suo marito non abbia nè febbre e né dolore. Può essere che per almeno 10-15 giorni dopo l’intervento siano presenti nelle urine delle piccole tracce di sangue.
Dopo circa due settimane dalla fine dell’intervento suo marito potrà ritornare all’attività sessuale e a praticare lo sport. In caso di febbre, ritenzione acuta d’urina o una forte emorragia – urine di colore rosso – dovrà assolutamente contattare il reparto di urologia.
Solitamente i pazienti riacquistano la normale capacità minzionale dopo circa 1 mese- due mesi dall’intervento.