I 6 miti da sfatare sulla dieta chetogenica

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Negli ultimi anni, la dieta chetogenica è diventata uno degli argomenti più caldi nel mondo della nutrizione. Alcuni la vedono come una rivoluzione per la salute e il benessere, altri la considerano una moda passeggera o addirittura una scelta alimentare molto pericolosa.

Ma cosa c’è di vero in tutto questo? Quanto sono affidabili le convinzioni che circolano su questa dieta? Spoiler: molte di queste idee sono sbagliate, semplificate o completamente fuori contesto.

In questo manuale, andremo dritti al punto e metteremo sotto la lente d’ingrandimento sei grandi miti che ruotano attorno alla dieta chetogenica che, francamente… devono sparire! Lo faremo senza estremismi, senza gridare al miracolo o al disastro, ma con una bella dose di buon senso, dati e logica. Ti guiderò passo passo in un viaggio tra dubbi e risposte, tra falsi allarmi e verità scomode.

🥇 Mito #1: “Gli atleti hanno bisogno di carboidrati”

Ecco un grande classico. Quante volte hai sentito dire che “senza carboidrati non puoi performare bene”? Che lo sport e la pasta vanno a braccetto come il burro e la marmellata?

La verità è… dipende.

Chi afferma che gli atleti “hanno bisogno” di carboidrati spesso generalizza senza chiarire di che tipo di atleti si sta parlando. Serve specificare: parliamo di chi vuole vincere l’oro olimpico o di chi corre tre volte a settimana al parco?

La distinzione è fondamentale. Una persona grasso-adattata (cioè che ha abituato il corpo a usare i grassi come fonte primaria di energia) può avere ottime prestazioni fisiche anche con un basso apporto di carboidrati. E può vivere uno stile di vita sano, attivo e pieno di energia senza problemi.

Ma se il tuo obiettivo è gareggiare a livelli altissimi, tipo strongman o sport esplosivi ad altissima intensità, allora sì, i carboidrati possono offrire un vantaggio competitivo. Non perché siano indispensabili in senso assoluto, ma perché permettono di spremere al massimo le riserve energetiche.

💪 Il caso Brian Shaw (e la cheesecake nel gelato)

Un esempio perfetto è quello di Brian Shaw, leggendario strongman da oltre 200 kg per più di 2 metri di altezza. La sua dieta? Roba da far girare la testa: cheesecake immersa nel gelato come snack serale e qualcosa come 10.000 calorie al giorno.

Sì, per costruire e mantenere un corpo del genere, è impensabile farlo solo a grassi e proteine. Ma quanti di noi stanno cercando di battere record mondiali di sollevamento pesi? Quasi nessuno.

Quindi, servono o no?

No, non servono in senso fisiologico. Il nostro corpo può funzionare benissimo anche senza una quantità significativa di carboidrati. Può correre, sollevare, allenarsi e vivere attivamente. Ma… se vuoi performance massime, allora possono aiutarti.

L’importante è capire il contesto: non tutti devono mangiare come un atleta professionista. E soprattutto, non tutti hanno bisogno di carboidrati per stare bene o essere in forma.

🛑 Mito #2: “La dieta chetogenica non è sostenibile”

Questa è un’altra affermazione che si sente ripetere spesso, quasi come fosse un dogma. Ma cosa vuol dire davvero sostenibile?

💭 Una parola… che inganna

Dire che una dieta “non è sostenibile” implica che nessuno possa seguirla a lungo termine. Ma… non è così.

Conosciamo centinaia, se non migliaia di persone che seguono la chetogenica da anni, alcune da più di un decennio, e lo fanno senza fatica, con gioia, e ottenendo risultati concreti. Dove sarebbe, allora, l’insostenibilità?

🔍 Il vero problema: la media delle persone

Forse quello che si intende è: “la maggior parte delle persone non riesce a seguirla”. Ma anche qui, la colpa è della dieta… o del contesto?

Spesso il fallimento non è legato alla dieta in sé, ma da altre cause che possono essere abitudini alimentari difficili da eliminare – quanti italiani sono disposti ad eliminare la pizza dalla loro dieta? – fino alla mancanza di educazione alimentare.

Pensiamo all’esempio di Dave, un uomo che è passato da oltre 180 kg a circa 115 kg, cambiando completamente la sua vita con una dieta a basso contenuto di carboidrati. È davvero solo una questione di forza di volontà? O ha trovato un ambiente, delle informazioni e delle persone che lo hanno sostenuto?

Per rendere qualsiasi dieta sostenibile servono:

  • Supporto sociale (amici, famiglia, community online)

  • Educazione (sapere cosa e perché si mangia)

  • Flessibilità (non è tutto bianco o nero)

  • Adattamento al proprio stile di vita

Dire a qualcuno che una cosa è “insostenibile” può diventare un’arma a doppio taglio. È come gettare le basi per il fallimento, prima ancora di iniziare. 

Invece di dire “è troppo difficile”, potremmo dire:
👉 “È una sfida, ma ecco come puoi affrontarla.”
👉 “Non è per tutti, ma se vuoi provarci, ci sono risorse utili.”

Cambiare l’approccio può fare tutta la differenza, e questo non vale solo per chi vuole seguire una specifica dieta, ma vale per ogni cosa della vita.

🧬 Mito #3: “La dieta chetogenica è cattiva per la longevità”

Ah, la longevità. Il Santo Graal del benessere! Chi non vorrebbe vivere a lungo e in salute? Ma attenzione: quando si parla di dieta e longevità, entriamo in un territorio pieno di trappole logiche e dati traballanti.

🧪 I dati sulla longevità fanno acqua da tutte le parti

Ecco la verità: i dati scientifici sull’alimentazione e la longevità umana sono poco affidabili. Sì, proprio così. Studi su larga scala, registri alimentari, osservazioni… tutto interessante, ma con limiti enormi.

Per esempio, molti studi si basano su quello che le persone dicono di mangiare (e già qui: quante volte dimentichiamo cosa abbiamo mangiato ieri, figurarsi l’anno scorso!). E poi… non esiste alcun RCT (studio clinico randomizzato) sulla longevità umana legata alla dieta, perché… ci vorrebbero decenni!

🐭 Ma nei topi funziona!

Certo, ci sono studi su modelli animali: topi, ratti, vermetti simpatici. Alcuni suggeriscono che le diete chetogeniche possono aumentare la longevità in questi modelli. Interessante? Sì. Conclusivo? No.

Tradurre questi risultati agli esseri umani è come cercare di capire come funzionerà un Boeing guardando un aquilone.

📰 Ecco i titoloni sensazionalistici

Recentemente, alcuni articoli urlavano:
👉 “Le diete chetogeniche accorciano la vita!”

Boom! Panico generale. Ma se andavi a scavare nel contenuto dello studio, scoprivi che:

  • Si trattava di uno studio osservazionale.

  • La “dieta a basso contenuto di carboidrati” in questione prevedeva il 37% di carboidrati, hai sentito bene!

Capito? Quel tipo di dieta non ha nulla a che vedere con una vera dieta chetogenica.

🧘‍♂️ Qual è la soluzione?

Invece di inseguire la dieta della vita eterna, mangia in un modo che ottimizzi la tua salute metabolica e ti faccia sentire bene.

Vuoi vivere più a lungo? Certo, ma soprattutto vuoi vivere bene mentre lo fai. La qualità della vita è fondamentale, e spesso viene dimenticata nei discorsi sulla longevità. Si parla di anni solo da un punto di vista di quantità, e non di qualità.

🤝 Il vero segreto? Non è solo la dieta

C’è un dettaglio davvero curioso: quando si intervistano le persone che arrivano a 110, 115 anni, sai cosa dicono quando gli chiedi qual è il segreto della loro lunga vita?

“Sigarette e torta.”
“Un bicchierino ogni sera.”
“La pancetta.”
(giuro, li trovi davvero questi esempi!)

Scherzano, ovviamente. Ma il punto è che non si prendono troppo sul serio. Sono persone con:

  • Un forte legame sociale

  • Uno scopo nella vita

  • Una mente leggera e positiva

Insomma: ridere fa bene quanto l’insalata, se non di più! E questa non è una supposizione, ma esistono centinaia di studi che dimostrano come una mente felice e libera da pensieri possa favorire una vita sana e felice. Ricorda, l’alimentazione è solo un fattore! E in certi casi, non è nemmeno quello fondamentale, te lo assicuro. È molto più facile trovare persone sane e felici, che mangiano male, rispetto a persone che sono malate e tristi, che seguono una dieta ferrea e salutistica. Vi assicuro che curare l’igiene mentale è un fattore importantissimo che la maggioranza delle persone sottovaluta, forse perchè richiede maggiore impegno.

🧬 Mito #4: “Gli iper-responder magri sono malati”

Eccoci in un territorio tecnico, ma super interessante. Il famoso caso degli LMHR, cioè i Lean Mass Hyper Responders, ovvero: le persone magre che, con la dieta chetogenica, vedono salire alle stelle il colesterolo LDL.

E subito parte la paura: “Oddio! LDL alto = infarto!” Ma… è proprio così?

👤 Chi sono gli LMHR?

Sono individui:

  • Magri

  • Metabolicamente sani

  • Con insulina bassa

  • Che passano a una dieta povera di carboidrati

Risultato?
👉 L’LDL (il cosiddetto “colesterolo cattivo”) sale tantissimo
👉 Ma anche l’HDL (“colesterolo buono”) aumenta
👉 E i trigliceridi crollano

⚖️ Un caso diverso dal solito

Il problema è che nel mondo medico si tende a trattare ogni caso di LDL alto allo stesso modo. Ma questo è un errore. Per approfondire l’argomento ti consiglio di cliccare qui.

📌 La causa è importante quanto il sintomo.

Un LDL alto può significare cose molto diverse a seconda del contesto fisiologico.

Per esempio:

  • Una persona con LDL alto per predisposizione genetica (come l’ipercolesterolemia familiare) ha un metabolismo lipidico danneggiato.

  • Un LMHR ha LDL alto come risposta metabolica alla chetogenesi. È un corpo che lavora in modo diverso, non necessariamente “malato”.

🧠 Un’analogia utile

Immagina due persone alte 1,95 m:

  • Una è così alta perché ha genitori altissimi.

  • L’altra lo è perché ha un tumore all’ipofisi che secerne troppo ormone della crescita.

Entrambi sono alti, sì. Ma per motivi completamente diversi. E quindi, le conseguenze sulla salute… saranno diverse.

Lo stesso vale per l’LDL: non conta solo il numero, ma anche il motivo per cui è elevato. 

🦋 Mito #5: “La dieta chetogenica danneggia la tiroide”

Un altro grande classico. Molti sentono che la dieta chetogenica abbassa il T3, l’ormone tiroideo attivo, e subito pensano:
👉 “La cheto rovina la tiroide!”

Ma anche qui: fermi tutti, non è così semplice.

📉 Sì, il T3 si abbassa… ma non è sempre male

È vero: chi segue una dieta chetogenica può mostrare livelli più bassi di T3 libero. Ma questo non significa automaticamente che la tiroide sia in tilt.

Per parlare di ipotiroidismo, servono altre cose:

  • TSH elevato (è il segnale d’allarme della tiroide)

  • Sintomi clinici: stanchezza cronica, freddo, perdita di capelli, metabolismo rallentato, ecc.

Senza questi segnali, un T3 più basso può semplicemente riflettere una miglior efficienza metabolica.

🔧 Meno richiesta = meno produzione

Quando mangi meno carboidrati, il corpo ha meno bisogno di attivare alcuni processi metabolici, e la domanda di T3 cala.
Non c’è panico. È una risposta naturale.

Anzi, si potrebbe anche parlare di:

  • Aumento della sensibilità agli ormoni tiroidei

  • Minore necessità di “spingere” il metabolismo

🔥 Ma il metabolismo rallenta?

In realtà no. Anzi, in alcuni casi aumenta.

Chi fa tanto sport o ha una massa muscolare sviluppata spesso mostra:

  • Basso T3

  • TSH normale

  • E livelli di energia altissimi

Conclusione? Il corpo sta semplicemente funzionando in modo diverso, non peggiore.

🧪 Mito #6: “Esiste la dieta chetogenica” – forse il mito più famoso –

Questa è una delle più grandi confusioni in circolazione. Molti pensano che la dieta chetogenica sia una sola cosa, definita rigidamente da certi cibi e da una formula magica di uova, carne e burro. Ma la verità è… completamente diversa.

🧠 Chetogenico ≠ menù fisso

La chetosi è uno stato metabolico, non un insieme di piatti obbligatori. Ci arrivi quando il tuo corpo, a corto di carboidrati, inizia a produrre chetoni come fonte principale di energia.

Ed è qui che arriva la rivelazione:
👉 Una dieta chetogenica è qualunque dieta che ti porti in chetosi. Punto.

🧩 Tanti modi per arrivarci

Non esiste un’unica strada per entrare in chetosi. Puoi farlo in tanti modi diversi, ecco alcune varianti reali:

  • Chetogenica tradizionale: quella classica, con uova, burro, formaggi, carne, pesce e verdure a basso contenuto di carboidrati.

  • Chetogenica vegana: sì, esiste! A base di avocado, noci, olio di cocco, semi di chia, tofu, verdure.

  • Chetogenica pescetariana: molto pesce, olio d’oliva, insalate, avocado.

  • Chetogenica mediterranea: condita con olio EVO, pesce azzurro, olive, mandorle, erbette, e pochi latticini.

  • Chetogenica atletica: più proteica e adattata agli sportivi, magari con un po’ più di carboidrati post-allenamento.

L’importante è il risultato metabolico, non il nome degli alimenti.

🏃‍♂️ Il fattore attività conta

Un maratoneta che consuma 80g di carboidrati al giorno potrebbe comunque restare in chetosi, perché li brucia rapidamente durante l’attività. Quei 80g per lui sono come 20g per una persona sedentaria.

Allo stesso modo, una persona molto muscolosa potrebbe gestire più carboidrati senza mai uscire dallo stato chetogenico.

🔬 I chetoni sono la chiave

L’unico vero indicatore che stai seguendo una dieta chetogenica è:
👉 I tuoi livelli di chetoni nel sangue.

Non il tipo di cibo. Non il numero di grammi scritto su un’app. Il tuo corpo, il tuo metabolismo, il tuo contesto.

🧠 La potenza della convinzione: quando l’effetto placebo (e nocebo) entra in cucina

Due persone possono seguire la stessa identica dieta, ma avere esperienze completamente diverse. Perché?

👉 Perché le convinzioni influenzano la biologia.

La scienza lo conferma: le nostre aspettative hanno un impatto reale e misurabile sul corpo.

✨ Effetto placebo: la mente che guarisce

L’effetto placebo è noto da decenni:

  • Una persona prende una pillola di zucchero, credendo sia un farmaco… e si sente meglio.

  • Il cervello, credendo che stia ricevendo aiuto, attiva circuiti neurochimici che modificano il dolore, l’umore, la pressione, perfino il sistema immunitario.

E funziona anche con la dieta.

☠️ Effetto nocebo: la mente che avvelena

Il lato oscuro del placebo è il nocebo: quando credi che qualcosa ti farà male, il tuo corpo inizia ad agire come se fosse vero.

Esempio:
Due persone iniziano la dieta chetogenica.

  • La prima è entusiasta, convinta che migliorerà energia, concentrazione e salute. E guarda caso.. succede davvero.

  • La seconda è spaventata, convinta che “rovinare la tiroide” e “alzare il colesterolo” siano inevitabili. Indovina? Spunta stanchezza, nervosismo, senso di colpa, ansia.

La dieta è la stessa, ma l’esperienza cambia completamente.

📊 Studi che confermano tutto questo

  • Uno studio pubblicato su Psychosomatic Medicine ha mostrato che le convinzioni alimentari influenzano la risposta fisiologica agli stessi pasti.

  • Altri studi hanno dimostrato che il modo in cui percepisci un alimento può alterare:

    • i tuoi ormoni della fame (grelina, leptina),

    • il tuo cortisolo (ormone dello stress),

    • e persino la digestione.

💬 Cosa significa in pratica?

Significa che non basta “mangiare bene” a livello teorico.
Conta anche come ti senti mentre mangi. Conta la tua relazione con il cibo, le tue aspettative, la tua tranquillità o il tuo stress.

Se pensi che ogni morso sia una bomba a orologeria.. il tuo corpo reagirà di conseguenza.

🧘‍♂️ Convinzione + Consapevolezza = Potere

Mangia con intenzione, con consapevolezza, con amore verso te stesso. E soprattutto:

Credi nelle scelte che fai per il tuo corpo, perché il corpo.. ti ascolta.

🎯 Conclusione: Non una moda, ma uno strumento

La dieta chetogenica non è la panacea di tutti i mali. Non è nemmeno il nemico numero uno. È uno strumento potente, che può fare meraviglie in certi contesti e risultare inadatto in altri.

👉 Non è magica.
👉 Non è per tutti.
👉 Ma può essere trasformativa se usata nel modo giusto.

E soprattutto: va compresa, non idolatrata. Va studiata, non seguita alla cieca.

💡 Quindi, cosa fare?

  • Sii curioso, non dogmatico.

  • Ascolta il tuo corpo

  • Parla con professionisti, ma mantieni il tuo spirito critico.

  • Non mollare solo perché è difficile all’inizio.

  • Circondati di persone che ti sostengono.

Come ogni percorso che porta a qualcosa di buono… non è sempre facile, ma ne vale la pena.

RIFERIMENTI SCIENTIFICI

https://www.cell.com/cell-metabolism/pdf/S1550-4131(17)30490-4.pdf

https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC10768172/

Nata e cresciuta a Rosignano Solvay , appassionata da sempre per tutto quello che ruota intorno al benessere della persona. Biologa, diplomata all'I.T.I.S Mattei