Quando la realtà viene riscritta: il lato oscuro del gaslighting

gaslighting

Esiste un modo per uccidere la mente di una persona senza sfiorarle un capello. È sottile, invisibile, e spesso silenzioso. Si chiama gaslighting. Non lascia lividi, non richiede urla, né violenza fisica, ma può farti impazzire, lentamente, giorno dopo giorno.

Hai mai avuto la sensazione che qualcuno ti stesse facendo dubitare di te stesso? Che i tuoi ricordi fossero confusi, che la tua percezione fosse “sbagliata”, e che la tua realtà non fosse reale? Allora potresti aver subito gaslighting.

Cos’è il gaslighting?

Il termine deriva da un film del 1944 – Gaslight – in cui un uomo manipola la moglie abbassando gradualmente la luce a gas della casa e negando che ci siano cambiamenti, fino a farle credere di essere pazza.

Da lì, il nome. Ma il gaslighting non è solo cinema: è una dinamica psicologica reale, oggi più che mai diffusa. Si tratta di una forma di manipolazione emotiva e psicologica in cui una persona, spesso in posizione di potere o intimità, cerca sistematicamente di far dubitare l’altro della propria memoria, percezione o sanità mentale.

Ma come funziona, esattamente?

Immagina questo: dici a qualcuno che una sua frase che ti ha detto ti ha ferito. E lui ti risponde così: “Te lo sei inventato, io non ho mai detto una cosa del genere!” Oppure: “Ma dai, stai esagerando, sei troppo sensibile.” All’inizio dubiti di lui. Poi inizi a dubitare di te. E infine, ti senti in colpa… per aver provato dolore. Il modus operandi del gaslighter funziona esattamenet così: altera il tuo senso della realtà per mantenere il controllo su di te.

Ecco le frasi tipiche del gaslighter

Queste frasi non sono casuali. Sono quelle più utilizzate:

  • “Te lo sei immaginato.”

  • “Stai esagerando.”

  • “Sei troppo emotivo.”

  • “Sei pazzo/a.”

  • “Hai sempre questo bisogno di sentirti una vittima.”

  • “Tutti dicono che sei difficile da sopportare.”

Queste parole, ripetute nel tempo, diventano un veleno. E come ogni veleno, agisce lentamente ma con costanza.

Ecco alcuni segni per riconoscere il gaslighting

Il gaslighting può avvenire in coppia, in famiglia, sul lavoro, e perfino in contesti religiosi o politici. I segnali da cogliere includono:

  • Ti scusi di continuo, anche quando non hai fatto nulla di sbagliato.

  • Ti senti confuso o ti chiedi spesso se stai impazzendo.

  • Ti isoli, perché gli altri “non possono capire”.

  • Cerchi l’approvazione del manipolatore, anche quando ti ferisce.

  • Senti di non poterti fidare dei tuoi ricordi.

Il punto chiave? Inizi a pensare che il problema sia tu, non l’altro.

Esempi concreti: quando la realtà viene riscritta

  • In una relazione: Lui/lei ti tradisce, tu scopri i messaggi, ma ti dice: “Stai vedendo o dicendo cose che non esistono. Sei paranoico.”

  • Sul lavoro: Un collega ti dice una cosa, poi nega davanti al capo, lasciandoti con l’ansia di aver frainteso tutto.

  • In famiglia: Un genitore ti dice: “Non ricordi bene, non è andata così.” Anche quando tu sei sicuro di ricordare.

Il gaslighting è un abuso psicologico?

Sì. Non è solo un comportamento scorretto: è un abuso emotivo a tutti gli effetti. Può portare a disturbi d’ansia, depressione, perdita dell’autostima, e in alcuni casi estremi, persino alla dissociazione dalla realtà. Alcuni studi psicologici mostrano che le vittime di gaslighting sviluppano sintomi simili a quelli del disturbo da stress post-traumatico (PTSD).

Ecco le strategie del gaslighter

Dietro al gaslighting c’è spesso una personalità narcisista, manipolatrice o passivo-aggressiva. Le sue strategie possono includere:

  • Negazione costante dei fatti evidenti.

  • Revisione selettiva della memoria (raccontano versioni modificate degli eventi).

  • Proiezione: ti accusano di ciò che fanno loro.

  • Isolamento: ti separano dalle persone che potrebbero aiutarti a “vederci chiaro”.

Come uscire dal gaslighting?

Riconoscerlo è già un passo molto potente. Ma poi?

1. Fidati delle tue emozioni

Se ti senti confuso, manipolato o svuotato, non ignorarlo. La tua intuizione è un faro.

2. Cerca una conferma esterna

Parla con persone di cui ti fidi. Racconta i fatti. Ti aiuterà a vedere se la tua percezione è condivisa.

3. Scrivi ciò che accade

Tieniti un diario dei dialoghi, e degli episodi chiave. Rileggendolo, potrai cogliere meglio le dinamiche.

4. Metti dei limiti

Anche se difficile, impara a dire no. A uscire dalle discussioni manipolatorie. A non giustificarti sempre.

5. Rivolgiti a uno psicologo

Un supporto professionale può aiutarti a ricostruire la tua identità e sanare le ferite invisibili.

Conclusione

Il gaslighting è subdolo perché si infila nel tuo “senso del vero”. È come se qualcuno ti rubasse gli occhi e poi ti dicesse che lo stai guardando male.

L’ho visto succedere tante volte. A persone forti, intelligenti, e brillanti. Nessuno è immune. Perché il gaslighting non colpisce chi è debole, ma chi ha luce. E il manipolatore, di quella luce, ha paura.

Il gaslighting è come un virus dell’anima. Ma si può guarire. Il primo antidoto? Credere di nuovo a te stesso. Perché la tua realtà è valida, anche quando qualcuno cerca di riscriverla.

Nata e cresciuta a Rosignano Solvay , appassionata da sempre per tutto quello che ruota intorno al benessere della persona. Biologa, diplomata all'I.T.I.S Mattei