Una nuova era della longevità: ormoni, NO e cellule staminali contro l’invecchiamento

longevità 9

L’idea di invecchiare spaventa da sempre l’essere umano. Non è soltanto la paura delle rughe o della perdita di energia, ma il timore di vedere la propria vitalità spegnersi poco a poco. Eppure, la medicina moderna e la ricerca scientifica stanno aprendo a nuovi scenari rivoluzionari: oggi possiamo parlare di una vera e propria era della longevità.

Ormoni, ossido nitrico (NO) e cellule staminali non sono più concetti riservati ai laboratori: stanno diventando strumenti concreti per rallentare, e in alcuni casi invertire, i segni dell’invecchiamento.

Ma in che modo tutto questo può incidere sulla nostra vita quotidiana? E perché proprio la mezza età rappresenta il punto di svolta?

Ormoni: il carburante nascosto del corpo

La terapia ormonale sostitutiva bioidentica (TOS) viene spesso associata solo alla menopausa, ma la realtà è molto più ampia. Con l’avanzare dell’età, i livelli di estrogeni, progesterone e testosterone crollano, e con loro arrivano stanchezza, calo del desiderio sessuale, perdita di massa muscolare e persino problemi di memoria.

La dottoressa Amy Killen, pioniera della medicina rigenerativa, lo spiega con chiarezza: “Regolare questi ormoni non è questione di vanità, ma rappresenta una sorta di protezione delle cellule dall’invecchiamento precoce”.

Ecco perché sono fondamentali:

  • Estrogeni: proteggono il cervello e le ossa.

  • Progesterone: regola l’umore e bilancia gli effetti degli estrogeni.

  • Testosterone: mantiene forti muscoli, densità ossea e desiderio sessuale.

Uno studio pubblicato su Medicines ha collegato il calo ormonale all’ipossia ipovascolarizzata – ossia la riduzione del flusso sanguigno e dell’ossigenazione dei tessuti – che può sfociare in fibrosi, infiammazione e persino tumori. La TOS, aumentando l’ossido nitrico vascolare, contribuisce a migliorare il flusso sanguigno e a ridare ossigeno ai tessuti.

Cellule staminali: la squadra di manutenzione del corpo

Pensate alle cellule staminali come a una squadra di tecnici pronti a riparare ogni guasto del nostro organismo: articolazioni, pelle, muscoli, perfino neuroni. Il problema? Con l’età, il loro numero diminuisce drasticamente.

La buona notizia è che esistono terapie in grado di riattivarle. Tra queste ci sono:

  • Terapia con cellule staminali: già usata per l’artrite, il ringiovanimento cutaneo e la salute sessuale (migliora il flusso sanguigno del pene).

  • PEMF (terapia elettromagnetica pulsata) e luce rossa: stimolano le cellule staminali dormienti a riprendere la loro funzione riparatrice.

La dottoressa Killen offre una metafora efficace: “Le cellule staminali sono come una lampadina che si sta spegnendo. Le terapie come la luce rossa rappresentano la scintilla che le riaccende”.

Ossido nitrico: il messaggero invisibile della giovinezza

Pochi sanno quanto l’ossido nitrico (NO) sia importante! È un potente vasodilatatore che mantiene aperti i vasi sanguigni e garantisce che ossigeno e nutrienti raggiungano ogni cellula. Il problema è che, dopo i 40 anni, i livelli di NO crollano di oltre il 50%.

Come possiamo mantenerli alti?

  • Consumando barbabietole rosse e verdure a foglia verde, ricche di nitrati.

  • Allenandoci con l’HIIT (allenamento ad alta intensità).

  • Evitando l’uso eccessivo di collutori antisettici, che eliminano i batteri buoni responsabili della sintesi di NO.

  • Respirare con il naso

Non si tratta solo di salute cardiovascolare. Una carenza di NO porta a ipossia, una condizione di basso ossigeno che è stata collegata a malattie croniche come demenza, diabete e patologie cardiache.

Ipossia e malattie croniche: il nemico silenzioso

La mezza età è una fase della vita che in molti casi viene sottovalutata. Eppure, è in questo momento che il corpo comincia a cambiare in profondità. Studi pubblicati su Cell Metabolism e Nature mostrano come la perdita di flusso sanguigno e ossigeno – la cosiddetta ipossia ipovascolarizzata – inizi proprio tra i 40 e i 50 anni.

È una condizione silenziosa: non dà sintomi immediati, ma alimenta infiammazione, fibrosi e cancro.

La soluzione? Occorre intervenire presto:

  • Monitorare i livelli ormonali già dai 30 anni.

  • Integrare terapie ormonali con strategie per aumentare l’NO.

  • Non aspettare che la malattia si manifesti: occorre agire durante la finestra preclinica, quando le cellule sono ancora adattabili.

Lo stile di vita: la vera base della longevità

La “pila della longevità” del dott. Killen unisce medicina rigenerativa e stile di vita sano:

  • HIIT + creatina: per proteggere cervello e muscoli.

  • Collagene: per rinforzare ossa e pelle.

  • Riduzione dello stress: lo stress cronico abbassa sia i livelli di NO che quelli ormonali.

Come dice la stessa Killen: “Le vitamine ad alto dosaggio non sostituiscono una passeggiata all’aria aperta o una bella risata, ma unite alle terapie, possono amplificare quello che la natura già ci offre”.

Ridefinire l’invecchiamento

Invecchiare non significa rassegnarsi al declino. La scienza ci mostra che affrontando le cause profonde – calo ormonale e ridotto flusso sanguigno – possiamo non solo rallentare, ma anche invertire alcuni effetti del tempo.

Un corpo che produce abbastanza NO, con ormoni in equilibrio e cellule staminali attive, non è un corpo condannato alla fragilità: è un organismo che può continuare a vivere con energia e lucidità.

“La longevità non è una battaglia solo per i giovani – conclude Killen –. Capire come ormoni, flusso sanguigno e strumenti rigenerativi interagiscono significa dare a tutti la possibilità di ritrovare salute e vitalità”.

Forse non possiamo fermare il tempo, ma possiamo imparare a renderlo un alleato.

FONTE ATTENDIBILE

FONTE ATTENDIBILE

FONTE ATTENDIBILE

Nata e cresciuta a Rosignano Solvay , appassionata da sempre per tutto quello che ruota intorno al benessere della persona. Biologa, diplomata all'I.T.I.S Mattei