Tartaria esisteva davvero? Tutti gli indizi di un impero dimenticato

Una civiltà cancellata?
Immaginate di scoprire che sotto le fondamenta delle nostre città moderne si nascondeva un impero avanzato, dotato di tecnologie fuori dal tempo, edifici maestosi e conoscenze energetiche che farebbero impallidire Tesla. Benvenuti nel mondo affascinante, e un po’ folle, della Tartaria.
Ma cos’è questa Tartaria? Secondo i sostenitori di questa teoria, la Tartaria non era solo una regione geografica mal compresa, ma un vero e proprio impero globale occultato da élite oscure, guerre orchestrate, e persino da catastrofi naturali. Ma andiamo per gradi…
La Tartaria esisteva davvero?
Nei secoli passati, in particolare tra il XVI e il XVIII secolo, molte mappe europee mostravano un’immensa regione chiamata Tartaria. Questa copriva vaste porzioni dell’Asia – dalle steppe russe fino alla Siberia – e in alcuni casi si spingeva perfino in zone dell’Europa orientale. Una presenza cartografica imponente, che oggi sembra svanita nel nulla.
Ma cosa indicavano davvero questi cartografi? Per alcuni storici, la Tartaria era semplicemente un termine generico per descrivere terre poco esplorate abitate da popolazioni nomadi: i Tartari. Nulla di più che un’etichetta pratica per dire: “Boh, là ci vivono delle genti strane, nomadi, barbare, diverse da noi”.
Eppure c’è chi non crede a queste affermazioni. Alcuni teorici vedono in quelle mappe una traccia concreta dell’esistenza di un vero impero, cancellato a forza dalla storia ufficiale. Per loro, la coerenza con cui il nome “Tartaria” compare in diverse fonti è sospetta.
Ma era davvero un impero?
Qui si apre il vero dibattito. I sostenitori della teoria della Tartaria vedono in quelle mappe la prova di una civiltà vasta e potente, con una cultura propria e forse persino una tecnologia superiore. I critici invece ribadiscono: non esiste nessuna prova concreta di un impero tartaro organizzato, nessuna lingua ufficiale, nessuna capitale, e nessuna struttura politica riconoscibile.
Insomma, per la storia ufficiale Tartaria non è altro che una “etichetta geografica premoderna”.
Inondazioni di fango: catastrofi o malintesi urbanistici?
Le città sepolte sotto il fango
Una delle teorie più affascinanti – e anche più controverse – è quella dell’“alluvione di fango”. Secondo alcuni sostenitori della Tartaria, nel passato recente ci sarebbe stato un evento catastrofico che ha letteralmente sepolto intere città sotto metri di fango.
Le prove? Edifici i cui piani inferiori risultano interrati, finestre a livello del terreno, porte mezze sommerse. Un esempio? Basta guardare certe vecchie foto di città europee o americane: sembra che gli edifici emergano dal suolo come iceberg architettonici. Questa sarebbe una prova di un evento apocalittico che ha sepolto – e fatto dimenticare – un’intera civiltà.
Ma è davvero fango… o solo urbanistica?
Gli storici, però, offrono una spiegazione molto più semplice: l’evoluzione urbana. Le città si modificano nel tempo. Strade che si alzano, livelli di marciapiede che cambiano, piani interrati che diventano seminterrati. A chi non è mai capitato di entrare in un vecchio palazzo e scendere qualche gradino prima di arrivare al portone? Non per questo pensiamo che sia stato travolto da un’alluvione biblica.
Anche l’architettura può trarre in inganno. Alcuni edifici sono semplicemente progettati per avere seminterrati visibili, specialmente in climi freddi. Ma la vera domanda è: se davvero ci fosse stata una “fango-apocalisse” globale, non dovremmo trovare delle tracce geologiche?
E invece… nulla. Nessun grande strato uniforme di melma risalente all’Ottocento. Nessun documento che ne parli. Il mistero si infittisce.
Architettura troppo bella per essere vera
Alla fine del XIX secolo e all’inizio del XX, le città occidentali ospitarono le celebri Esposizioni Universali: grandi eventi pensati per celebrare il progresso, l’arte e la tecnologia. Ricordate l’Esposizione Colombiana del 1893 a Chicago? O quella di San Francisco nel 1915? Fiere maestose, con edifici enormi, colonne classiche, cupole dorate e uno stile architettonico… sorprendentemente antico.
Ed è proprio qui che i teorici della Tartaria puntano il dito. Per loro, quei palazzi non sono nuove costruzioni, ma resti dell’Impero Tartaro, “ripuliti” e riutilizzati per creare una narrativa storica alternativa. Secondo questa visione, le fiere sarebbero state una sorta di messa in scena: si prendevano strutture già esistenti, si abbellivano un po’, si dava loro una funzione “moderna” e poi – puff – venivano demolite. Sparite per sempre. Troppo comodo, no?
Il Grande Reset: la storia è stata riscritta?
Secondo alcuni, la cancellazione della Tartaria non è un caso isolato, ma fa parte di un piano ben più vasto: il famigerato “Grande Reset”. In questa visione, le guerre mondiali, le epidemie, i disastri naturali e persino l’introduzione del calendario gregoriano non sono semplici eventi storici, ma manovre orchestrate per eliminare le tracce di una civiltà troppo scomoda.
L’obiettivo? Cancellare il passato per poter riscrivere il presente. Costruire un ordine mondiale basato sul controllo, sulla dipendenza energetica e sull’oblio delle vere origini dell’umanità.
Tra gli eventi “sospetti” vengono citati:
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L’incendio di Londra del 1666
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Il terremoto di San Francisco del 1906
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L’invasione napoleonica della Russia
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Le due guerre mondiali
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La riforma dei fusi orari e del calendario
Tutti, secondo i teorici, episodi usati per radere al suolo ciò che restava della Tartaria.
Forti stellari ed energia Libera: l’impero della scienza
Le fortezze a forma di stella
Un’altra “prova” portata dai sostenitori della Tartaria riguarda gli straordinari forti a forma di stella che si trovano in tutto il mondo: Italia, Russia, India, Stati Uniti… Sono ovunque! Sono strutture geometricamente perfette, bellissime da vedere anche dall’alto (grazie a google maps), e spesso attribuite all’epoca rinascimentale.
Per molti studiosi, questi erano semplicemente sistemi difensivi avanzati, progettati per deviare i colpi dei cannoni. Ma per alcuni teorici… no. Secondo loro, questi forti erano centrali di energia libera. Antenne. Ricettori di elettricità atmosferica. In altre parole: erano impianti elettrici.
Cupole usate come batterie?
E non è tutto. I teorici osservano guglie, cupole, torri campanarie e dicono: “Vedete? Non sono solo decorazioni. Sono dispositivi!”. Secondo questa visione, la civiltà tartara avrebbe scoperto il modo di estrarre energia direttamente dall’atmosfera, un po’ come tentò di fare Nikola Tesla con la sua celebre Torre di Wardenclyffe.
Le cattedrali? Centrali. I campanili? Antenne. Le cupole dorate? Conduttori energetici. Sembra pazzesco? Certo. Ma è anche terribilmente affascinante.
Tecnologia Perduta: levitazione, suono, e… dirigibili a vapore?
Suoni che curano e oggetti che volano
Un altro filone particolarmente intrigante riguarda le tecnologie perdute della Tartaria. Secondo i teorici, i Tartari padroneggiavano il suono, la risonanza e le frequenze vibrazionali per creare energia, curare le malattie, e perfino sollevare oggetti pesanti. In pratica: levitazione sonora.
E poi ci sono i dirigibili a vapore, i motori antigravità, e persino i teletrasporti. Tutti elementi che, sempre secondo i teorici, furono distrutti o nascosti da governi e istituzioni come il Vaticano o lo Smithsonian, per evitare che l’umanità diventasse… troppo libera.
I Giganti della Tartaria: architettura extra-large e scheletri scomodi
Scale troppo grandi? Forse erano… giganti!
Hai mai notato certe porte antiche alte cinque metri? O scale così ampie da sembrare progettate per colossi? I teorici della Tartaria sostengono che l’architettura monumentale dell’epoca non fosse solo uno stile, ma una necessità fisica. Perché? Perché i Tartari erano letteralmente dei giganti.
Secondo questa visione, la civiltà perduta era popolata da esseri molto più alti degli umani attuali. A supporto della teoria si citano:
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Fotografie antiche con persone accanto a oggetti sovradimensionati
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Porte, mobili e scale “esageratamente grandi”
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Presunti ritrovamenti di scheletri giganti in Nord America, Russia ed Europa
Il Vaticano: custode di un passato perduto?
Gli archivi segreti della verità?
Secondo alcuni, nei misteriosi Archivi segreti vaticani si nasconderebbero documenti e mappe che dimostrerebbero non solo l’esistenza della Tartaria, ma anche le sue conoscenze spirituali ed energetiche avanzate.
Secondo i teorici, la chiesa avrebbe visto in Tartaria un pericolo per la propria egemonia spirituale. La civiltà tartara, infatti, avrebbe praticato una forma di spiritualità basata sull’energia, in armonia con la natura e in conflitto con il dogma religioso. Troppo avanzata. Troppo libera.
Atlantide e Tartaria: Forse sono la stessa cosa?
C’è chi sostiene che Tartaria e Atlantide siano, in fondo, la stessa cosa. Due nomi diversi per una stessa civiltà dimenticata, cancellata da un evento catastrofico globale. L’“alluvione di fango” sarebbe, secondo questa teoria, l’equivalente moderno del diluvio universale di cui parlava Platone.
Un impero avanzato, distrutto in poco tempo, sepolto sotto il fango o il mare, e poi lentamente dimenticato. Le analogie ci sono: tecnologia fuori scala, spiritualità misteriosa, distruzione improvvisa, e insabbiamento storico. Forse non è una coincidenza, dicono i teorici.
Conclusione
E se un giorno dovessimo imbatterci in un antico reattore sotto i resti di un forte stellare? Cosa accadrebbe se il sipario si alzasse davvero… e la Tartaria si rivelasse non più una leggenda, ma una verità inoppugnabile?
Pensateci.
Per ora, la Tartaria è come un’eco tra le mura del tempo. Un sussurro tra le pietre. Una domanda che rifiuta di spegnersi.
E noi continueremo a cercare. A scavare. A unire i puntini.
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