Lo studio che svela il potere del camminare contro la lombalgia

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Chi avrebbe mai pensato che una passeggiata quotidiana potesse essere un’arma segreta contro il mal di schiena? Eppure, secondo un nuovo studio dedicare più di 100 minuti al giorno a camminare potrebbe ridurre fino al 25% il rischio di sviluppare lombalgia cronica. La parola chiave è proprio “a lungo”: non importa tanto la velocità o l’intensità, quanto il tempo complessivo passato a camminare

Il potere del passo lento… ma costante

La ricerca, guidata da Rayane Haddadj dell’Università Norvegese di Scienza e Tecnologia di Trondheim, ha evidenziato che i benefici non dipendono dalla rapidità con cui ci si muove. In altre parole, non serve trasformarsi in maratoneti: anche un passo tranquillo, mantenuto per più di un’ora e mezza al giorno, può fare la differenza.

Haddadj lo spiega chiaramente: “Più le persone camminavano, minore era il rischio di soffrire di mal di schiena cronico”. Dopo aver raggiunto circa 100 minuti al giorno, il beneficio tendeva a stabilizzarsi. Insomma, non è una gara, ma una questione di costanza.

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Un problema globale e invalidante

Il mal di schiena non è un semplice fastidio passeggero: l’Organizzazione Mondiale della Sanità lo considera la principale causa di disabilità nel mondo. Chi ne soffre sa bene quanto possa essere limitante nella vita di tutti i giorni. I trattamenti tradizionali – farmaci, fisioterapia, perfino interventi chirurgici – sono spesso lunghi, costosi e talvolta dolorosi.

Per questo motivo il team di ricerca ha deciso di esplorare una strada diversa: trovare strategie preventive semplici, economiche e alla portata di tutti. E cosa c’è di più accessibile del camminare?

Come è stato condotto lo studio?

Il progetto ha coinvolto oltre 11.000 adulti, con un’età media di 55 anni. Ciascun partecipante ha indossato per una settimana un dispositivo capace di registrare i movimenti, così da tracciare con precisione le abitudini di camminata.

All’inizio, nessuno riferiva dolore cronico alla schiena. Dopo circa quattro anni di osservazione, però, circa 1.700 persone hanno sviluppato lombalgia cronica. E qui emerge il dato interessante: chi camminava più di 100 minuti al giorno aveva probabilità significativamente inferiori di entrare in quel gruppo.

Haddadj stesso invita alla cautela: lo studio è di tipo osservazionale e quindi non può dimostrare in modo certo un rapporto di causa-effetto. In quei quattro anni, le abitudini di vita delle persone potrebbero essere cambiate, influenzando i risultati.

Il prossimo passo? Condurre studi clinici randomizzati e controllati per capire se davvero camminare a lungo possa prevenire la lombalgia cronica. Ma il messaggio rimane chiaro: se anche non fosse una prova definitiva, i potenziali benefici sono tali da rendere la camminata un’abitudine preziosa.

Perché proprio camminare?

Camminare è universale, gratuito e non richiede attrezzature particolari. Non serve iscriversi a una palestra, comprare macchinari costosi o seguire programmi complessi. Basta infilare un paio di scarpe comode e uscire di casa.

Se davvero si confermerà che camminare riduce il rischio di mal di schiena, ci troveremmo di fronte a un intervento preventivo semplice e sostenibile. Sarebbe come avere una medicina naturale, senza effetti collaterali, che si prende in piccole dosi quotidiane.

Consigli pratici per iniziare

Se 100 minuti al giorno vi sembrano tanti, non scoraggiatevi! Potete iniziare con piccoli passi – letteralmente – e aumentare gradualmente. Ecco qualche idea:

  • Spezzare la camminata: non è necessario fare tutto in una volta; potete dividere il tempo in 3-4 sessioni da 20-30 minuti.

  • Usare le attività quotidiane: andare a fare la spesa, accompagnare i figli a scuola e spostarsi a piedi per piccole commissioni rientrano nel camminare.

  • Approfittare delle pause: una breve passeggiata durante la pausa pranzo o dopo cena può contribuire al minutaggio finale.

  • Rendere la camminata piacevole: puoi ascoltare musica, un audiolibro o semplicemente osservare il paesaggio.

Conclusione

Mi colpisce il fatto che, in un’epoca in cui cerchiamo soluzioni sofisticate a ogni problema, a volte la risposta sia nella semplicità. Camminare è una delle prime abilità che impariamo nella vita e, paradossalmente, la trascuriamo man mano che cresciamo. Forse dovremmo tornare a dare valore a questo gesto, non solo come esercizio fisico, ma come momento di connessione con noi stessi e con l’ambiente.

E se pensiamo al mal di schiena, quante volte è causato da uno stile di vita troppo sedentario? Stare ore seduti davanti al computer, muoversi poco e avere posture scorrette… tutto contribuisce a irrigidire e indebolire la muscolatura. Camminare, invece, ci ricorda che il corpo è fatto per muoversi.

Sebbene servano ulteriori ricerche per dare una conferma definitiva, il messaggio di questo studio è un invito a riprendere in mano le nostre gambe. In fondo, se camminare può fare bene alla salute generale, migliorare l’umore, aiutare il cuore e forse prevenire il mal di schiena… perché non provarci?

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Nata e cresciuta a Rosignano Solvay , appassionata da sempre per tutto quello che ruota intorno al benessere della persona. Biologa, diplomata all'I.T.I.S Mattei