La scienza della felicità: perché inseguirla nel modo sbagliato ci rende infelici

scienza della felicità

Siamo davvero fatti per essere felici?

Viene quasi spontaneo pensarlo: siamo creature alla ricerca della felicità, no? Eppure, a guardar bene, la biologia sembra aver avuto altri progetti per noi. La selezione naturale, per dirla senza troppi giri di parole, se ne frega di quanto siamo felici. Il suo unico obiettivo è assicurarci di sopravvivere e riprodurci. Punto. Siamo davvero sicuri di questo?

La felicità è questione di vibrazioni… e la biologia lo sa

Per vivere davvero bene, sembra quasi che la nostra biologia ci stia sussurrando un messaggio semplice ma potente: “Aumenta le vibrazioni positive.” Sì, proprio così. Emozioni come la gioia, la gratitudine, l’entusiasmo e l’amore non sono solo belle da provare — sono necessarie per il nostro benessere.

Non a caso, studi scientifici hanno dimostrato che quando coltiviamo questi stati emotivi, il nostro cervello rilascia una miscela benefica di neurotrasmettitori come serotonina, dopamina e ossitocina. Tradotto? Ci sentiamo più motivati, più energici, più vivi.

La cosa affascinante è che il nostro corpo risponde a queste emozioni positive come se fossero nutrienti essenziali. È come se la natura ci avesse “programmati” per vivere meglio ogni volta che ci sentiamo grati, connessi, gioiosi. Il nostro sistema immunitario si rafforza, il cuore rallenta il suo ritmo, il corpo si rigenera, il cervello si illumina. È come una sinfonia biochimica che ci spinge verso una vita più sana e significativa.

Ci sono letteralmente centinaia di studi scientifici che confermano una verità tanto semplice quanto potente: le persone felici si ammalano di meno. Meno stress, meno infiammazioni, meno problemi cardiaci… e potrei andare avanti per ore.

Ma c’è di più. Se ti prendi la briga di leggere le storie di chi ha superato i 100 anni, scoprirai un filo rosso che li unisce tutti: non si sono mai presi troppo sul serio. Hanno saputo ridere di sé stessi, affrontare le difficoltà con leggerezza e, soprattutto, non si sono mai fatti travolgere dai problemi.

Il risultato? Hanno vissuto a lungo. Molto a lungo.
La felicità promuove la longevità, non è uno slogan motivazionale, è un dato di fatto.

E allora una domanda sorge spontanea: se essere felici ci fa vivere di più, non sarà che siamo stati creati proprio per esserlo?
E se sì… perché allora facciamo così tanta fatica a esserlo davvero?

Quindi sì, per vivere felici dobbiamo alzare il volume delle emozioni positive. Non significa ignorare quelle negative (che hanno comunque un ruolo importante), ma imparare a dare più spazio a tutto ciò che ci fa stare bene. Un sorriso sincero, un gesto gentile, un momento di gratitudine… sono piccole scintille che, giorno dopo giorno, riallineano la nostra mente e il nostro corpo verso uno stato di benessere profondo.

Il grande errore: vogliamo le cose sbagliate

Secondo la professoressa Laurie Santos di Yale, il problema è che la nostra mente ci inganna. Sul serio. Ci fa desiderare cose che non ci renderanno mai davvero felici. Questo fenomeno ha un nome: miswanting.

Che cos’è il “miswanting”?

È la tendenza a desiderare cose che pensiamo ci renderanno felici… ma poi no… non lo fanno!

Esempi classici?

  • Più soldi

  • Una promozione

  • Un matrimonio da favola

  • L’ultimo iPhone

Spoiler: se hai già abbastanza per vivere dignitosamente, altro denaro non ti darà quel boost di felicità che immagini. È come inseguire l’arcobaleno: più ti avvicini, più si allontana.

Come cantavano i Rolling Stones: “You can’t always get what you want.” Ma il punto è che anche quando lo ottieni, spesso non cambia nulla. Perché? Perché volevi la cosa sbagliata.

Il problema del confronto: l’infelicità altrui ci contagia

Un’altra trappola insidiosa in cui cadiamo ogni giorno – spesso senza nemmeno accorgercene – è il confronto costante con gli altri. E indovina un po’? I social media non solo non ci aiutano… ma peggiorano di brutto la situazione!

Sui social vediamo solo il lato scintillante della vita delle persone: sorrisi perfetti, viaggi da sogno, relazioni da film romantico, carriere lanciate verso il successo. Ma è tutta la verità? Ovviamente no. È solo una vetrina ben curata, una versione filtrata e selezionata, costruita per sembrare impeccabile.

Il problema è che la nostra mente, poverina, non distingue tra realtà e apparenza. Così, quando vediamo qualcuno postare la colazione a Bali, il corpo scolpito in palestra, o l’anniversario con didascalie da romanzo rosa, scatta in automatico il confronto. E spesso ci sentiamo in difetto.

Il meccanismo mentale: il “punto di riferimento”

Gli psicologi chiamano questo meccanismo fissare un punto di riferimento. Non valutiamo la nostra vita per com’è oggettivamente, ma per com’è rispetto a qualcun altro. E quel “qualcun altro” ha sempre una vita che sembra più felice, più ricca, e più interessante della nostra.

Ecco alcune delle cose su cui ci confrontiamo quotidianamente (spesso inconsciamente):

  • Lo stipendio: “Guarda quanto guadagna, io invece…”

  • L’aspetto fisico: “Ha un corpo perfetto. Io non mi piaccio.”

  • La felicità di coppia: “Sembrano così innamorati… io e il mio partner discutiamo spesso.”

  • Il numero di like e follower: “Ogni sua foto esplode. Le mie passano inosservate.”

  • La vita sessuale: “Loro sembrano avere una passione travolgente. Noi siamo noiosi.”

Anche se la nostra vita, in termini assoluti, è buona, il solo fatto che qualcun altro sembri fare meglio ci fa sentire sconfitti.

Un paradosso doloroso

È come essere al ristorante, mangiare un piatto delizioso… e poi notare che al tavolo accanto stanno servendo una portata ancor più gustosa. Improvvisamente, quello che avevamo nel piatto non ci soddisfa più. Anche se era buono, anche se eravamo sazi.

Il confronto non misura la realtà, ma la percezione.

Perché i social peggiorano tutto

I social media sono il carburante perfetto per questa macchina del confronto. Perché lì vediamo solo i momenti migliori degli altri, i loro picchi, le luci della ribalta. Nessuno posta una litigata col partner, la sera in cui piange da solo, o la crisi esistenziale delle 3 del mattino.

È come guardare un trailer e pensare di conoscere tutto il film. Solo che quel trailer è stato montato con luci perfette, musica d’effetto e zero retroscena.

Come uscirne?

📌 Tre consigli pratici per smettere di confrontarti:

  1. Ricorda che ciò che vedi è solo una parte della storia. Tutti hanno problemi, ansie, fallimenti. Solo che non li pubblicano.

  2. Scollegati ogni tanto. Prenditi una pausa dai social. Anche un solo giorno offline può farti tornare con i piedi per terra.

  3. Fissa i tuoi riferimenti interni. Chiediti: “Come sto rispetto a me stesso di un anno fa?” Non rispetto a qualcun altro. Tu sei il tuo vero metro di paragone.

Il confronto è il ladro della gioia. Guardare costantemente ciò che fanno gli altri ci distrae da tutto ciò che già abbiamo.

Imparare a riconoscere e gestire questo impulso non è semplice, ma è essenziale se vogliamo davvero costruire una felicità autentica, che nasce da dentro. Una felicità che non ha bisogno di like per essere valida.

Ci abituiamo a tutto (anche alla felicità)

Un’altra fregatura è l’adattamento edonico: una specie di anestesia emotiva. Le cose belle smettono di emozionarci col tempo. Quel caffè speciale, quella casa nuova, persino una relazione felice… tutto diventa “normale”.

E non solo ci abituiamo alle cose belle, ma tendiamo anche a sovrastimare quanto a lungo ci faranno sentire felici. Pensiamo: “Quando avrò quella cosa, starò benissimo per anni!”. In realtà, dopo qualche settimana siamo già tornati al punto di partenza.

Questo è il cosiddetto bias d’impatto: sopravvalutiamo l’effetto positivo (o negativo) degli eventi futuri sulla nostra felicità.

La buona notizia? Possiamo “ricablare” il cervello

Ecco il punto di svolta: non siamo condannati all’infelicità. Possiamo cambiare, se sappiamo come farlo.

Come? Con piccoli cambiamenti quotidiani, detti “ricablaggi”:

1. Coltivare relazioni vere

La connessione sociale è uno dei predittori più forti della felicità. Le persone felici non sono quelle con più follower, ma quelle che passano del tempo reale con amici, familiari, colleghi.

Eppure sottovalutiamo enormemente le connessioni sociali. Pensiamo: “Uffa, parlare con qualcuno? Che fatica”. Invece no! Secondo Nick Epley, soffriamo di un bias chiamato sottosocialità: sottostimiamo quanto sia bello connettersi davvero.

Prova questo:

  • Chiama un amico invece di scrollare

  • Invita qualcuno per un caffè

  • Parla con il barista!

2. Fai qualcosa per gli altri

Al contrario di ciò che spesso ci viene detto, prendersi davvero cura di sé non significa pensare solo a se stessi, ma anche occuparsi degli altri. È proprio nel dare che troviamo una parte profonda della nostra felicità.

Le persone più felici:

  • Fanno volontariato

  • Donano in beneficenza

  • Fanno complimenti sinceri

Quando ti concentri sugli altri, la tua felicità cresce. Non ci credi? Prova a regalare un caffè a uno sconosciuto. Guarda il suo sorriso. E senti come ti senti tu.

3. Allena la gratitudine

Siamo troppo concentrati su ciò che ci manca. Invece, prova a chiederti ogni sera: “Cosa c’è oggi di bello nella mia vita?”

Un esercizio semplice:

  • Scrivi 3 cose per cui sei grato

  • Fallo ogni sera per 2 settimane

  • Guarda come cambia il tuo umore

NOTA BENE: Puoi anche praticare la meditazione della gratitudine. Chiudi gli occhi e visualizzati mentre ringrazi di cuore una persona. Cerca di legare l’emozione a questa visualizzazione per rendere l’effetto più forte. Ricorda bene, la mente crea la realtà. Se immagini di essere grato per qualcosa, anche il corpo stimolerà quell’emozione come se fosse vera.

4. Impara ad assaporare

Stai bevendo un cappuccino fantastico? Non controllare le mail. Assapora quel momento. Gustalo con attenzione. La felicità si nasconde nei dettagli che ignoriamo. Immergiti nel momento presente

5. Muovi il corpo, cambia la mente

La connessione mente-corpo è potente. Anche solo 20 minuti di movimento al giorno migliorano l’umore. Non serve correre una maratona: una camminata va benissimo. Non puoi uscire di casa? Corri sul posto a ginocchia alte, fai 20 flessioni e 20 squat a corpo libero. Muovi il corpo.

Altri consigli per migliorare il tuo stato emotivo velocemente:

  • Stai all’aria aperta e stai al sole ( anche 15 minuti al giorno può fare miracoli!)
  • Pratica qualche forma di meditazione, come la mindulness o lo yoga
  • Segui una dieta sana – si, l’alimentazione è un fattore importante se vuoi essere felice-. Elimina tutti i cibi industriali e consuma una dieta ricca di cibi integrali – frutta, verdura, pesce, carne, uova, cereali integrali, olio extra vergine d’oliva e frutta secca -.

Le emozioni negative? Non sono il nemico

Infine, attenzione a non demonizzare la tristezza o la rabbia. Sono segnali, non ostacoli. Ti senti giù? Forse ti manca qualcosa. Forse hai bisogno di contattare qualcuno. Le emozioni negative vanno ascoltate, non represse.

Devi agire!

Sapere tutte queste cose non basta. La vera differenza la fa metterle in pratica. Come disse Aristotele: “La felicità dipende da noi stessi.” Sì, ci saranno giorni no. Ma con i giusti strumenti, quei giorni possono diventare solo dei passaggi. Non delle condanne.

Nata e cresciuta a Rosignano Solvay , appassionata da sempre per tutto quello che ruota intorno al benessere della persona. Biologa, diplomata all'I.T.I.S Mattei