Il paradosso della scelta: perché avere troppo ci rende infelici

troppe scelte

Più opzioni = più libertà o più ansia?

Viviamo nell’epoca dell’abbondanza. Supermercati che offrono cinquanta tipi di cereali, app di streaming con migliaia di film e siti di incontri con infinite possibilità di partner. Ma siamo davvero più felici? O questa ricchezza di scelte ci sta segretamente logorando? La psicologia ci offre una risposta sorprendente: più opzioni abbiamo, più diventiamo infelici. Questo è il cuore del paradosso della scelta, una teoria elaborata dallo psicologo Barry Schwartz e sostenuta da molteplici studi.

Il mito della libertà assoluta

Da sempre ci hanno insegnato che la libertà di scelta è alla base della felicità. E in parte è vero: poter decidere dove vivere, chi amare o che carriera intraprendere è fondamentale per il benessere individuale. Ma c’è un limite oltre il quale la libertà si trasforma in peso. Quando le alternative sono troppe, il processo decisionale si complica e, spesso, ci paralizza.

Pensaci: quante volte ti sei sentito sopraffatto di fronte a un menu troppo lungo? Oppure davanti a una lista di serie TV che sembrava infinita, per poi non guardare nulla?

Il paradosso della scelta è un fenomeno psicologico concreto che coinvolge emozioni, pensieri e comportamenti. Più opzioni significa:

  • Aumento dell’ansia
    Ogni decisione diventa una potenziale occasione mancata. Se scelgo A, cosa mi perdo non scegliendo B, C o D?

  • Crescita delle aspettative
    Più possibilità ho, più mi aspetto che la mia scelta sia perfetta. Il rischio? Qualsiasi scelta fatta sembrerà sempre “non abbastanza”.

  • Rimorso post-scelta
    Anche quando facciamo una buona scelta, potremmo comunque sentirci frustrati pensando a quelle che abbiamo escluso. È il cosiddetto rimorso dell’acquirente, fenomeno ben noto nel marketing.

  • Paralisi decisionale
    Di fronte a troppe opzioni, il cervello si blocca. Questo succede perché valutare ogni alternativa consuma risorse cognitive e crea una tensione interna. Alla fine, potremmo scegliere di… non scegliere affatto e di procrastinare.

Due categorie di persone: perfezionisti e soddisfatti

Un aspetto interessante emerso dagli studi di Schwartz è la distinzione tra due atteggiamenti psicologici:

Perfezionisti

  • Vogliono fare la scelta migliore possibile

  • Analizzano tutto nei minimi dettagli

  • Dopo aver scelto, continuano a chiedersi se avrebbero potuto fare meglio

  • Sono spesso insoddisfatti e ansiosi

Soddisfatti

  • Cercano una buona scelta, non necessariamente la migliore

  • Decidono più rapidamente

  • Accettano le imperfezioni delle loro decisioni

  • Vivono con meno rimpianti

Le ricerche scientifiche che confermano il paradosso della scelta

Uno degli esperimenti più importanti che spiega il paradosso della scelta è stato quello condotto dalla professoressa Sheena Iyengar presso la Columbia University. Questo esperimento ha avuto luogo presso un supermercato gourmet della California.

In questo studio, veniva allestito uno stand che offriva 24 varietà di marmellate in alcuni momenti, e solo 6 varietà in altri. I clienti potevano assaggiarle gratuitamente e ricevevano uno sconto se decidevano di acquistarne una.

Curiosamente, il 60% dei clienti si fermava allo stand con 24 marmellate, ma solo il 3% comprava davvero. Invece, solo il 40% si fermava allo stand con 6 opzioni, ma ben il 30% effettuava l’acquisto.
Questo dimostra che troppe scelte aumentano l’interesse iniziale, ma diminuiscono la probabilità di prendere una decisione finale.

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Un altro studio molto citato in psicologia sociale e cognitiva è stato condotto da Iyengar insieme a Mark Lepper, in un contesto universitario, e riguarda la scelta dei temi per la tesi. In questo esperimento, gli studenti venivano divisi in due gruppi:

  • al primo gruppo venivano proposte 6 opzioni tematiche tra cui scegliere;

  • al secondo gruppo invece 30 diverse opzioni.

Apparentemente, offrire un ventaglio più ampio di alternative avrebbe dovuto motivare di più gli studenti, dando loro la possibilità di selezionare un argomento più adatto ai propri interessi. Ma il risultato fu esattamente l’opposto.

Chi riceveva 30 opzioni mostrava:

  • maggiore tempo di indecisione;

  • una crescente ansia da prestazione, per la paura di “non scegliere bene”;

  • una riduzione della soddisfazione post-scelta, legata al costante pensiero che un’altra opzione potesse essere stata migliore;

  • una motivazione più bassa nel portare avanti il lavoro scelto, come se il dubbio iniziale continuasse a perseguitarli anche dopo aver deciso.

Questo effetto è noto come rimpianto anticipato: l’idea che tra le tante possibilità ci fosse un’alternativa ideale che, forse, abbiamo mancato. In termini psicologici, si parla anche di overchoice, cioè di una “sovrabbondanza paralizzante” di possibilità.

In sintesi, più opzioni significano più sforzo cognitivo, più dubbi, più confronto, e alla fine… meno soddisfazione. Scegliere diventa un’attività logorante invece che liberatoria. Ecco perché, limitare le possibilità può migliorare la nostra serenità mentale.

Ma allora cosa posso fare?

Fortunatamente, esistono modi per proteggersi dal peso delle scelte. Ecco alcune fra le strategie più efficaci:

Ridurre volontariamente le opzioni

Limitare artificialmente il numero di alternative può alleggerire la mente. Ad esempio, puoi decidere di guardare solo film drammatici, oppure di comprare solo scarpe di un certo tipo. Questo “filtro” semplifica il processo decisionale.

Accettare l’idea della “buona scelta”

Non tutto dev’essere perfetto. Imparare ad accontentarsi è un atto di intelligenza emotiva, non di rassegnazione.

Smettere di confrontarsi in continuazione

Il confronto sociale è uno dei principali nemici della soddisfazione. Guardare costantemente ciò che gli altri scelgono, fanno o comprano ci rende più insicuri sulle nostre decisioni.

Praticare la gratitudine

Allenare la mente a focalizzarsi su ciò che abbiamo (e non su ciò che ci manca) è un antidoto potente contro il rimpianto.

Definire in anticipo i propri criteri

Prima di affrontare una scelta importante, chiarisciti cosa conta davvero. Se sai che per te la qualità è più importante del prezzo, puoi scartare subito molte opzioni.

Conclusione

Il paradosso della scelta ci mette di fronte a una verità scomoda: la libertà non sempre è sinonimo di felicità. Saper scegliere è un’arte, e come ogni arte richiede equilibrio, consapevolezza e, paradossalmente, limiti. In un mondo che ci invita costantemente a voler di più, la vera rivoluzione potrebbe essere… volere meno.

Nata e cresciuta a Rosignano Solvay , appassionata da sempre per tutto quello che ruota intorno al benessere della persona. Biologa, diplomata all'I.T.I.S Mattei