Ho sconfitto l’ipocondria: Leggi la testimonianza di Elisa
Ho sconfitto l’ipocondria: Leggi la testimonianza di Elisa.
Molti di noi possono soffrire di ansia, soprattutto quando si tratta della nostra salute. La paura di avere qualcosa di grave può disturbare il nostro sonno, aumentare la nostra preoccupazione e le nostre ansie.
Avere un po’ di preoccupazione per la nostra condizione psicofisica è normale, tuttavia alcune persone possono avere una vera e propria ossessione di avere una malattia medica grave, senza che qualche dottore gliel’abbia diagnosticata.
Questa condizione prende il nome di ipocondria. Questa patologia è una malattia subdola in quanto la nostra paura è tutto frutto della nostra mente. Proprio a tale proposito ho deciso di riportare la storia di una nostra lettrice.
Ho sconfitto l'ipocondria: Questa è la mia storia
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Mi sono scontrata con l’ipocondria all’età di 39 anni, nel momento in cui ho trovato un piccolo nodulo al seno. Generalmente non mi preoccupo di queste cose, dato che sono anni che vado dal dottore come forma preventiva e non mi ha mai trovato nulla.
Tuttavia questo nodulo è apparso durante il periodo più difficile della mia vita, mentre guardavo mio padre morire di cancro. Appena mi accorsi di questo nodulo, andai con la mia famiglia nell’ufficio dell’oncologo di papà, dove il dottore ci avrebbe detto se le sedute di chemio a cui mio padre si stava sottoponendo stavano funzionando contro il suo cancro all’esofago.
Mentre aspettavamo, ho guardato una di quelle schede di plastica che si trovano in ospedale che spiegano come farsi un autoesame del seno.
Avevo ancora in mano la scheda quando il dottore è entrato e ci ha fatto vedere la piccola macchia scura che era presente nel fegato di mio padre. Il suo cancro si stava diffondendo.
Alle sue parole sono scoppiata a piangere. A casa la mia paura per il nodulo crebbe vertiginosamente. Corsi immediatamente su google e digitai “nodulo al seno”.
Quello che lessi a riguardo mi fece tremare le mani e il cuore. È così che iniziò la mia storia di ipocondria. Il giorno seguente iniziai a pensare quasi ossessivamente al mio nodulo, sotto la doccia, mentre mangiavo, mentre accompagnavo i bambini a scuola, era diventata una vera e propria ossessione.
Iniziai anche a pensare che questo nodulo potesse uccidermi.
Non ero malata di cancro, ero diventata ipocondriaca
Ero davvero malata, ma non di cancro! L’ipocondria, è una condizione chiamata anche disturbo d’ansia da malattia. Lo so che potrebbe apparire una cosa incomprensibile a molti, tuttavia come nella depressione o nei disturbi d’ansia, anche l’ipocondria è un disturbo d’ansia riconosciuto che ti fa continuamente avere paura di essere malato, anche quando non è vero.
In generale una persona ipocondriaca potrebbe riscontrare sintomi come:
Paura di avere una malattia grave anche quando non c’è: Una persona ipocondriaca può essere ossessionata dalla paura di avere una malattia medica grave, anche se non ci sono prove o sintomi fisici.
Esami medici frequenti: Un soggetto ipocondriaco potrebbe sottoporsi continuamente a numerosi test medici, anche senza una reale necessità.
Auto-esame frequente del proprio corpo: una persona con ipocondria potrebbe esaminare frequentemente il proprio corpo alla ricerca di eventuali sintomi di una malattia non reale.
Scarsa attenzione o concentrazione: Pensare continuamente alla propria salute, può togliere la concentrazione in altro settori della vita.
Isolamento sociale: l’ipocondria può portare la persona ad isolarsi, poiché gli eventi sociali potrebbero peggiorare la sua condizione.
La cosa strana è che molte persone ipocondriache stando a quello che dicono gli studiosi, potrebbero persino rendersi conto che la loro paura di morire è irragionevole o senza senso, tuttavia non riescono ugualmente ad eliminare questo comportamento anomalo dalla loro vita.
Ci sono casi di persone che riescono a migliorare almeno inizialmente la loro condizione, per poi peggiorare nuovamente.
I veri ipocondriaci non si limitano a inventare falsi sintomi e dolori immaginari per attirare l’attenzione delle persone, le persone ipocondriache dopo che un test non rivela nessun problema di salute, credono fermamente che la diagnosi sia errata.
Molte persone infatti, sono convinte che il prossimo test darà sicuramente una diagnosi di malattia grave, talvolta mortale.
Il mio nodulo al seno non era immaginario per me! Ciò che mi ha reso ipocondriaca è stato il fatto che nessuna mammografia, ecografia, o risonanza magnetica avrebbe potuto mai convincermi che non stavo morendo a causa del mio nodulino “insignificante”.
Era questa mia convinzione delirante e senza prove scientifiche che dimostrava che stavo combattendo con una malattia molto pericolosa: L’ipocondria.
Dopo quel giorno mi recai in ospedale per fare tutti i dovuti controlli e mentre spiegai velocemente al medico la mia situazione illogica, che non mi stava facendo più dormire, disse ” Oops, c’è una massa qui”. Mi bloccai dalla paura, certa che avrebbe detto quelle maledette parole.
Tuttavia, fini dicendo che molto probabilmente era un falso allarme e che non era niente, tuttavia per sicurezza mi sarei dovuta sottoporre alla mammografia e ad un’ecografia per avere una sicurezza al 100% che non si trattasse di nulla.
Mi disse che quella massa non era quasi sicuramente una forma tumorale, dato che l’80% dei noduli, anche quelli che appaiono come un cancro, non si rivelano mai essere un carcinoma mammario, e che quindi, dovevo stare tranquilla.
I test dissero che ho un tessuto mammario estremamente denso, che rende difficile al radiologo osservare qualcosa in una mammografia o in un’ecografia. Il prossimo passo? Una biopsia. Anche la biopsia mi diede esito negativo.
Dovevo essere contenta, tuttavia il medico mi disse che sarei dovuta tornare tra altri 3 mesi, ed io fra me e me, pensai che se non c’era niente che non andava, perché sarei dovuta tornare? Mi pareva strano.
Mi spiegò che, il tessuto mammario denso è un fattore di rischio per il cancro, motivo per cui tornai a farmi visitare in ospedale per altre tre volte durante quell’anno. In altre due occasioni mi sono presentata con nuovi grumi di cui ero preoccupata.
Ogni volta i risultati dei miei test non mostravano nulla di allarmante, tuttavia invece di sentirmi sollevato, rimurginavo continuamente sul mio tumore, la mia era diventata un’ossessione!
Ero così preoccupato che riuscivo a malapena a lavorare. Nel frattempo, i miei genitori sono venuti a stare con me e la mia famiglia, così ho potuto aiutare la mamma a prendersi cura di papà. Uno dei miei figli, cercando di capire la malattia di suo nonno, disse: “Non ti ammalerai anche tu, vero mamma?” Mi guardò con fiducia, e la paura mi salì in gola così densa che riuscivo a malapena a respirare.
In poco tempo lo stress che stavo percependo mi stava aumentando la gravità della mia ipocondria: insonnia, palpitazioni cardiache, e forti disturbi digestivi. Negli anni successivi ho fatto ecografie pelviche, colonscopia, endoscopia, elettrocardiogramma e innumerevoli esami del sangue, tuttavia non c’era niente che non andasse.
La maggior parte dei test, sospetto, che siano stati ordinati dai miei medici per eliminare ogni mia paura. A più test mi sottoponevo e maggiore era la mia preoccupazione.
I buoni risultati dei test non sono stati di conforto durante i tre anni che mio padre ha impiegato per morire.
Per le persone malate d’ipocondria, gli antidepressivi e la terapia possono aiutare, tuttavia, la prima cosa da fare è di ammettere di essere ipocondriaci, io ad esempio all’inizio non lo sapevo.
Ecco come ho sconfitto l'ipocondria
Ciò che mi ha “guarito” dall’ipocondria è il fatto che non sono morta. Il tempo è passato dopo la morte di mio padre e ho iniziato a riconoscere la connessione tra le mie paure e il dolore per la sua perdita. Mi sono resa conto che sebbene avessi una continua paura di morire, anno dopo anno non succedeva nulla.
Devo ammettere a me stessa, che è stata soprattutto la battaglia di mio padre con il suo cancro ad aver innescato la mia ipocondria. Vedere mio padre lamentarsi, sentire dolore continuo ecc… mi aveva leggermente traumatizzata.
Alla fine, ho smesso di pensare al mio corpo come ad una bomba a orologeria e ho iniziato, finalmente, a vivere il mio corpo come ad una benedizione, come ad un inno alla vita.
Purtroppo non è possibile sconfiggere l’ipocondria con uno schiocco di dita, tuttavia girono dopo giorno noto dei piccoli miglioramenti.
Ho iniziato a dormire meglio, a ridere di più, a meditare durante il giorno – focalizzandomi sul momento presente che sto vivendo – . Ho smesso di cercare su internet ogni piccola causa ad ogni mio piccolo dolore.
Ho un matrimonio felice, figli sani, amicizie profonde e un lavoro interessante. Questo è sempre stato vero: di per sé, tali benedizioni non sono una protezione dall’ipocondria. Ma ora capisco che la costante paura della morte è il modo più veloce per rovinare la qualità della mia vita.
E a modo suo, il mio incontro con l’ipocondria si è rivelato un vero e proprio dono, poiché ho imparato a volermi bene, cosa che prima non facevo.