Essere autentici in un mondo che ci vuole in maschera – ecco perché è sbagliato! –

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Siamo circondati da schermi, filtri, e slogan motivazionali e like, che ogni giorno ci dicono “Sii te stesso!”, ma subito dopo ci mostrano come dovremmo vestirci, pensare, parlare, e vivere. C’è qualcosa che non quadra, vero?

Maschere digitali, sociali, culturali

La metafora della maschera è potente e antica. Fin dai tempi del teatro greco, la maschera serviva per assumere un ruolo, per interpretare un personaggio. Oggi, la maschera è ancora lì, ma ha cambiato volto: si chiama profilo Instagram, curriculum vitae, ed etichetta sociale. Indossiamo maschere ogni giorno per sopravvivere in un mondo iper-competitivo, iper-connesso e iper-giudicante.

Ci travestiamo per:

  • piacere agli altri,

  • ottenere approvazione,

  • evitare il conflitto,

  • nascondere le fragilità.

Ma a che prezzo?

Il costo dell’inautenticità

Quando non siamo autentici, lo sappiamo. Anche se sorridiamo, dentro qualcosa si spegne. Sentiamo un distacco tra ciò che siamo e ciò che mostriamo. È un logoramento sottile, ma continuo. Secondo alcuni studi psicologici, vivere una vita in dissonanza tra identità reale e identità percepita aumenta lo stress, l’ansia e persino il rischio di depressione.

Il professor Carl Rogers, padre della psicologia umanistica, parlava di “incongruenza” tra il Sé reale e il Sé ideale. Più questa distanza aumenta, più perdiamo energia, senso, e direzione.

Ma che cosa vuol dire davvero “essere autentici”?

Essere autentici non significa “dire tutto quello che pensiamo” o “essere sempre coerenti”. Quella è una caricatura dell’autenticità, spesso usata per giustificare l’egocentrismo o l’aggressività. No, l’autenticità è ben altro.

Significa:

  • Sentire: essere in contatto con le proprie emozioni, riconoscerle, e accoglierle.

  • Conoscersi: avere il coraggio di esplorare chi siamo, al di là dei ruoli sociali.

  • Esprimersi: comunicare ciò che pensiamo e sentiamo senza manipolare o censurarci, nel rispetto dell’altro.

  • Agire in coerenza: vivere secondo i propri valori, anche quando è scomodo.

Perché ci mettiamo la maschera?

Ci sono molti motivi, e quasi sempre hanno a che fare con la paura.

Le principali paure che ci spingono a nasconderci:

  • Paura del giudizio: “Se mostro chi sono davvero, mi rifiuteranno.”

  • Paura del rifiuto: “Non sarò mai abbastanza.”

  • Paura dell’isolamento: “Meglio fingere, così almeno non resto solo.”

  • Paura di perdere opportunità: “Se dico quello che penso, perderò quel lavoro / quella relazione / o quell’occasione.”

Il paradosso è che, nel tentativo di piacere a tutti, finiamo per non piacere a nessuno. Nemmeno a noi stessi.

L’autenticità secondo la psicologia

La psicologia ha studiato a fondo il concetto di autenticità, collocandolo al cuore del benessere psichico. Non si tratta di una qualità “in più”, una virtù etica o estetica: essere autentici, per la psicologia, è essenziale per vivere una vita integra, stabile e significativa.

Carl Rogers e il sé autentico

Carl Rogers, uno dei padri della psicologia umanistica, sosteneva che ogni essere umano possiede un sé reale (ciò che è profondamente, in modo naturale) e un sé ideale (ciò che pensa di dover essere per piacere o avere successo). Quando c’è una distanza marcata tra questi due sé, nasce quella che lui definiva incongruenza.

Questa incongruenza può portare a:

  • insoddisfazione cronica,

  • perdita di motivazione,

  • ansia esistenziale,

  • crisi depressive.

Solo attraverso un processo di accettazione, l’individuo può diventare pienamente funzionale. Rogers chiamava questo processo tendenza attualizzante: una spinta interiore verso la realizzazione della propria vera natura.

Abraham Maslow e la vetta dell’autorealizzazione

Anche Abraham Maslow, celebre per la sua piramide dei bisogni, poneva l’autenticità tra le caratteristiche delle persone che raggiungono l’autorealizzazione. Per Maslow, essere autentici significa vivere in armonia con sé stessi, non secondo l’approvazione degli altri.

Le persone autentiche, secondo le sue ricerche, tendono ad avere:

  • una forte etica personale,

  • autonomia rispetto ai condizionamenti esterni,

  • apertura all’esperienza,

  • capacità di accettarsi e accettare gli altri senza giudizio.

Viktor Frankl e il coraggio del significato

Lo psichiatra e sopravvissuto ai campi di concentramento Viktor Frankl ha offerto una prospettiva unica: secondo lui, l’uomo non è alla ricerca della felicità, ma di uno scopo. E lo scopo non può essere trovato indossando maschere: si trova solo nel confronto autentico con la propria coscienza.

Per Frankl, la maschera è una forma di fuga dal dolore della scelta. Ma rifiutare la maschera, anche in mezzo al dolore, è l’unico modo per restare veramente vivi.

Secondo diversi studi l’autenticità è correlata a un maggiore benessere psicologico. Ricerche pubblicate su riviste come Journal of Counseling Psychology e Personality and Individual Differences mostrano che le persone che si percepiscono come autentiche hanno:

  • livelli più bassi di stress e depressione,

  • relazioni interpersonali più profonde e soddisfacenti,

  • maggiore soddisfazione lavorativa e senso di realizzazione,

  • resilienza più alta di fronte ai cambiamenti o fallimenti.

Una metanalisi del 2017 ha evidenziato che l’autenticità è uno dei fattori predittivi più forti della salute mentale a lungo termine. Non solo: vivere in modo autentico migliora anche la qualità della leadership, la creatività e la capacità decisionale.

Essere autentici è un atto di forza profonda

Essere autentici richiede un’enorme forza interiore. Significa saper dire “no” quando tutti dicono “sì”. Significa avere il coraggio di essere imperfetti in un mondo che premia l’omologazione e l’apparenza. Significa esporsi, anche a costo di ricevere critiche. Ma in cambio riceviamo qualcosa di molto più prezioso: libertà, dignità, e rispetto di sé.

Come posso allenare l’autenticità?

Non si diventa autentici da un giorno all’altro. È un percorso, spesso faticoso, ma ricco di soddisfazione.

Ecco alcune pratiche utili:

  • Ascoltati ogni giorno: ritagliati un momento di silenzio per chiederti: “Come sto davvero?”

  • Scrivi un diario: metti nero su bianco pensieri, emozioni, dubbi, e desideri.

  • Stai con chi ti fa essere te stesso: scegli relazioni dove puoi abbassare le difese.

  • Accetta l’imperfezione: smetti di cercare di essere “perfetto”. Sei umano.

  • Sii coerente nei piccoli gesti: anche una semplice scelta quotidiana può essere un atto di autenticità.

RIFERIMENTI SCIENTIFICI

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S019188691930577X?utm_source=

https://www.researchgate.net/publication/324215160_Authenticity_as_a_Predictor_of_Mental_Health

Nata e cresciuta a Rosignano Solvay , appassionata da sempre per tutto quello che ruota intorno al benessere della persona. Biologa, diplomata all'I.T.I.S Mattei