Apri tutte le porte: vivi come se tutto fosse possibile

apri tutte le porte vivi come se tutto fosse possibile

Viviamo in un mondo che ama le etichette, le scelte nette, i sì e i no… Siamo spesso messi di fronte a decisioni che sembrano definitive: o questo, o quello. Ma chi l’ha detto che la vita funzioni così? Chi ha stabilito che dobbiamo chiudere le porte prima ancora di vedere cosa c’è dietro? Apri tutte le porte possibili. Lascia che sia il mondo a chiuderle per te. E cammina attraverso quelle che restano aperte.

Questa frase è un invito a vivere con curiosità, a sperimentare senza paura e a non lasciarsi paralizzare dalla logica del “non fa per me”. Perché il vero limite, molto spesso, non è nel mondo esterno, ma nel modo in cui ci autocensuriamo.

La trappola delle scelte binarie

Ci hanno abituati a credere che ogni decisione sia un bivio. “Devi scegliere tra A e B, tra sicurezza e rischio, tra ragione e sentimento.” Ma la verità è che la vita non è un sentiero tracciato: è un incrocio infinito, un labirinto di possibilità che si aprono man mano che camminiamo.

Pensiamo a quante volte abbiamo detto “no” senza sapere davvero a cosa stavamo rinunciando. Forse a un lavoro che sembrava assurdo, a un amore che pareva improbabile o semplicemente a un viaggio che sembrava inutile. Eppure, proprio in quelle direzioni apparentemente illogiche, a volte si nasconde la nostra vera strada.

Perché è così importante non chiudersi in anticipo? Perché la vita è mutevole, e lo siamo anche noi. Ciò che oggi ci sembra assurdo, domani potrebbe essere la nostra passione. Ciò che oggi temiamo, domani potrebbe salvarci. Non possiamo prevedere tutto, ma possiamo scegliere di essere aperti.

Ecco i vantaggi dell’apertura mentale:

  • Ci permette di scoprire interessi nascosti

  • Aumenta la nostra resilienza davanti agli imprevisti

  • Riduce i rimpianti legati alle “occasioni perse”

  • Rende più facile adattarsi ai cambiamenti

  • Favorisce la crescita personale ed emotiva

E poi diciamocelo, che gusto c’è a sapere già come andrà a finire? Lasciare che il mondo chiuda le porte per noi significa fidarsi del processo, accettare che non tutto dipende da noi ma che molto possiamo comunque esplorarlo.

L’assurdo come segnale da seguire

Hai mai sentito dire: “Mi sembrava una follia, e invece…”? A volte è proprio nell’assurdo che troviamo la verità. Le intuizioni più brillanti nascono spesso da un pensiero fuori schema. La creatività, l’innovazione e persino l’amore, raramente seguono percorsi lineari.

Ci sono persone che hanno cambiato radicalmente la loro vita dopo aver detto a qualcosa che sembrava almeno inizialmente privo di senso. Un corso di ceramica, un viaggio in un paese mai considerato, una conversazione con uno sconosciuto… Tutte attività improvvisate, che a volte celano all’interno porte già aperte.

  • Steve Jobs lasciò il college per frequentare un corso di calligrafia. Sembrava una perdita di tempo. Eppure, quella scelta influenzò il design elegante dei computer Apple.

  • Elizabeth Gilbert dopo un divorzio, partì da sola per un viaggio di un anno (raccontato in Mangia, prega, ama). Una scelta fuori dagli schemi, che trasformò la sua vita e la rese una scrittrice di successo.

  • Richard Feynman grande fisico teorico, diceva “Esplora tutto quello che ti incuriosisce, anche se non ha uno scopo immediato”. Il suo approccio ludico alla scienza lo rese uno dei divulgatori più brillanti del novecento.

Ecco come aprire le porte

Come si mette in pratica questa filosofia? Come si diventa persone capaci di esplorare senza giudizio e senza paure paralizzanti?

  • Quando ricevi un invito inatteso, non rispondere subito “non fa per me”. Fermati, rifletti e valuta con mente aperta.

  • Impara qualcosa di nuovo ogni anno, anche qualcosa che sembra lontano dai tuoi interessi.

  • Smetti di etichettarti. Non sei “quello che non fa sport” o “quella che odia i numeri”. Sei molto di più.

  • Tieni un diario delle piccole scelte coraggiose che hai scelto di intraprendere. Rileggilo nei momenti di dubbio: sarà la tua bussola.

  • Circondati di persone diverse da te. Il confronto con l’altro allarga le prospettive.

C’è qualcosa di profondamente poetico nell’affidarsi alla vita, nel camminare senza sapere esattamente dove si andrà. Ogni porta aperta è una promessa. Alcune si chiuderanno da sole. Altre ci porteranno in stanze inaspettate, piene di luce, di domande nuove e di trasformazioni.

E sì, ci sarà anche frustrazione. A volte troveremo muri, ostacoli o deviazioni. Ma proprio lì, nel fallimento apparente, cresce la nostra forza. Camminare attraverso le porte aperte significa anche accettare che non tutto ci piacerà, ma tutto ci insegnerà qualcosa.

Superare i dubbi attraverso l’azione

Quando pensiamo troppo, ci illudiamo di proteggerci dal rischio, tuttavia in realtà ci stiamo solo allontanando dalla vita. Il rimuginio cronico è una trappola mentale: analizziamo, dubitiamo, rimandiamo… e intanto le opportunità passano.

La filosofia dell’“aprire tutte le porte” funziona come un antidoto: ci invita a fare, anche senza certezze. Non perché agire alla cieca sia sempre giusto, ma perché l’attesa della sicurezza assoluta è una forma di immobilità mascherata da prudenza.

Il dubbio, in sé, è sano: ci aiuta a riflettere, a valutare e a non correre a occhi chiusi verso l’ignoto. Ma quando diventa cronico, quando si trasforma in un alibi per non scegliere mai, allora ci logora. Pensiamo che prima o poi arriverà quel momento in cui saremo “sicuri”, ma quel momento non arriva mai.

E così restiamo fermi. Il paradosso è che, per uscire dal dubbio, serve proprio l’azione. Un piccolo passo, un gesto concreto, un tentativo, per quanto imperfetto. È nel fare che la mente si chiarisce, non nel pensare all’infinito.

Ogni porta che apriamo è un’interruzione del circolo vizioso del rimuginio. È una dichiarazione implicita: “Sono disposto a vedere cosa c’è, anche se non ho tutte le risposte”. Questo semplice atto di apertura produce un cambiamento radicale: ci restituisce potere. Non siamo più ostaggi delle ipotesi, ma protagonisti dell’esperienza. E, anche quando scopriamo che quella porta non fa per noi, non è un fallimento. È un’informazione in più. È una consapevolezza guadagnata sul campo.

In fondo, la vita è fatta di tentativi. Non possiamo sapere in anticipo quale direzione sarà quella giusta, ma possiamo smettere di attendere condizioni perfette. Spesso, è proprio quando ci muoviamo – magari incerti, magari tremanti – che iniziano ad allinearsi cose che non avremmo mai potuto prevedere da fermi. E anche questo è un dono: capire che non serve essere pronti per iniziare, basta essere disponibili a provarci.

Conclusione

La vita non ci chiede di sapere già tutto. Ci chiede di essere disposti a provare. Aprire le porte è un atto di fiducia, verso il mondo e verso noi stessi. È un gesto di coraggio, di curiosità e di umiltà. Perché in fondo “Il cammino si fa camminando.”

Non aspettare che sia tutto chiaro prima di iniziare. Apri. Entra e scopri.

Nata e cresciuta a Rosignano Solvay , appassionata da sempre per tutto quello che ruota intorno al benessere della persona. Biologa, diplomata all'I.T.I.S Mattei