Siamo già vincitori: la scienza spiega l’improbabilità del nascere

nascere

Il fatto stesso che siamo qui, vivi, coscienti, e con un corpo che respira e un cervello che pensa, è il risultato di una corsa folle contro qualsiasi probabilità. Ogni essere umano che nasce ha già vinto una delle gare più dure dell’universo: quella dell’esistenza.

Nascere non è affatto scontato. È un percorso ad ostacoli, una lotteria genetica, una selezione crudele che inizia molto prima del primo vagito.

Il caos primordiale della riproduzione umana

Ogni vita comincia con una corsa. Letteralmente. Milioni di spermatozoi che si lanciano verso un unico ovulo. Solo uno arriverà al traguardo. Quel “vincitore” è il frutto di un filtro brutale e spietato.

Gli spermatozoi non sono tutti uguali. Alcuni sono lenti, altri deboli, altri ancora portano difetti genetici. L’ambiente vaginale li elimina in massa. È un campo di battaglia che non ammette debolezze. Solo una piccolissima parte riesce a raggiungere le tube di Falloppio.

Poi arriva il momento dell’incontro. L’ovulo è protetto da uno strato chiamato zona pellucida. Gli spermatozoi devono bucarla con enzimi specifici. Non basta la velocità. Serve precisione.

E non è finita. Anche dopo la fecondazione, la cellula risultante – lo zigote – può non impiantarsi nell’utero. O impiantarsi nel posto sbagliato. O venire attaccata dal sistema immunitario materno. L’embrione è fragile. Ogni giorno, ogni ora, può andare tutto storto. Secondo uno studio pubblicato su The Lancet, oltre il 50% degli zigoti non arriva mai a diventare un feto.

Eppure… ogni essere umano presente sulla terra ce l’ha fatta. È una sorta di rappresentazione della selezione darwiniana all’interno del corpo umano.

Embriologia e selezione naturale: un campo di battaglia invisibile

Una volta impiantato, l’embrione deve iniziare una trasformazione impressionante. Da una palla di cellule indifferenziate deve evolversi in  un organismo complesso dotato di sistema nervoso, cuore, arti, e organi. Questo processo – chiamato embriogenesi – è guidato da una sequenza precisa di attivazioni genetiche, come un’orchestra invisibile che suona una sinfonia senza direttore.

Ma basta una sola nota sbagliata per mandare tutto in frantumi.

Gli errori genetici sono molto comuni. I più gravi portano all’interruzione spontanea della gravidanza. Devi sapere che le interruzioni naturali sono molto più frequenti di quanto possiamo credere. Madre natura non fa sconti. Il principio è semplice: se il progetto è difettoso, meglio non portarlo a termine.

Eppure, l’embrione possiede dei trucchi per sopravvivere. È in grado di produrre ormoni che segnalano la sua presenza alla madre, “programmando” il suo corpo a nutrirlo e proteggerlo. È un vero dialogo biochimico, che avviene prima ancora che la donna si accorga di essere incinta.

Nel frattempo, i geni vengono accesi e spenti come interruttori. Alcuni di questi geni derivano da antichi virus endogeni, incorporati nel nostro DNA milioni di anni fa. In pratica, siamo costruiti anche grazie a vecchi nemici. La biologia non ha morale. Solo efficienza.

Già in queste prime fasi, possiamo capire quanto il semplice “nascere” sia in realtà un’impresa di proporzioni esagerate:

  • Ogni concepimento è il risultato di una selezione e competizione durissima fra milioni di spermatozoi

  • Più della metà degli embrioni non riesce a svilupparsi

  • Il feto deve “convincere” il corpo materno a tollerarlo

  • Gli errori genetici sono comuni, e la natura li elimina senza pietà

  • I nostri geni includono pezzi di virus antichi che contribuiscono al loro sviluppo

Ogni bambino nato vivo è già un sopravvissuto a una catena di eventi improbabili. Non siamo solo il prodotto dell’amore o del caso. Siamo il risultato di una sopravvivenza cinica, che non guarda in faccia nessuno.

Il cervello prima della coscienza

Il cervello inizia a svilupparsi molto presto, già alla terza settimana di gravidanza. Eppure, ci vorranno mesi prima che le prime sinapsi si formino davvero, e anni per arrivare a un pensiero cosciente.

Nel grembo, il feto non pensa. Ma prepara la macchina che penserà. Costruisce milioni di neuroni ogni giorno, ne seleziona, ne pota, li collega. Ma il bello – o il tragico – è che questa fase è pesantemente influenzata da fattori esterni.

Se la madre vive stress, malnutrizione o è esposta a tossine, queste condizioni modificano l’ambiente uterino. Il cortisolo materno – l’ormone dello stress – può attraversare la placenta e alterare lo sviluppo del cervello. Le sinapsi si formano in modo diverso. La sensibilità agli stimoli cambia. La predisposizione all’ansia, alla depressione o alla resilienza si plasma già lì.

Non è esagerazione. È epigenetica. È la scienza che studia come l’ambiente modifica l’espressione dei geni. E uno degli ambienti più influenti in assoluto è proprio il grembo materno.

Ecco perché non esistono due esseri umani uguali. Neppure due gemelli identici. Perché anche in uno stesso utero, ognuno vive un microambiente leggermente diverso.

Nascere nel posto sbagliato: la lotteria geografica

Non basta nascere. Bisogna anche farlo nel posto giusto.

Ogni anno, milioni di bambini nascono e muoiono nel giro di pochi giorni. Non per malattie genetiche. Ma per mancanza d’acqua potabile, di cure minime, di igiene, o di vaccini.

Nascere in un Paese occidentale vuol dire avere un’altissima probabilità di sopravvivenza. Ma in molti altri angoli del mondo, partorire è ancora una roulette russa. Una madre su 30 muore dando alla luce. Il neonato, uno su 10.

Eppure, biologicamente, sono gli stessi bambini. Stesse probabilità di successo embrionale. Stesse fasi cellulari. Stessa forza vitale. Cambia solo il contesto.

Il parto: la sfida finale

Arrivare al parto è già una conquista. Ma il parto stesso è un evento ad altissimo rischio biologico. Nei mammiferi, è raro che il parto sia così pericoloso come nell’essere umano.

Il motivo è semplice: l’evoluzione ha dovuto bilanciare due pressioni opposte.

  1. Un cervello più grande significa maggiore intelligenza, quindi più probabilità di sopravvivenza e successo evolutivo

  2. Un canale pelvico più stretto è necessario per una camminata bipede efficiente

Il compromesso è un parto difficile, lungo, e ad alto rischio di mortalità sia per la madre che per il neonato. In effetti, senza assistenza, una percentuale significativa di parti finirebbe male. Nei secoli passati, una delle principali cause di morte femminile era proprio il parto.

Durante la discesa nel canale del parto, la testa del neonato subisce pressioni enormi. Le ossa del cranio devono sovrapporsi temporaneamente per consentire il passaggio. Il corpo del bambino subisce una compressione brutale, e il rischio di asfissia è sempre presente.

Superare questo passaggio è la vera soglia tra potenzialità e realtà biologica. È il momento in cui tutto può ancora andare storto. Ed è per questo che, nella logica scientifica, il parto è il punto massimo della selezione naturale. Solo chi ha completato questo passaggio può considerarsi davvero un vincitore.

Nati, tuttavia non ancora salvi: l’infanzia come seconda selezione

Il neonato umano è il più immaturo e dipendente del regno animale. Non cammina. Non si nutre da solo. Non ha difese. Il solo fatto che riesca a sopravvivere nei primi mesi è un’eccezione biologica.

I primi 12 mesi sono una corsa contro il tempo: termoregolazione, difese immunitarie, e sviluppo del sistema nervoso. Tutto si evolve rapidamente, ma sotto costante minaccia.

  • Il sistema immunitario è incompleto

  • La regolazione della temperatura è instabile

  • Il rischio di morte improvvisa è reale (SIDS – Sudden Infant Death Syndrome)

  • Ogni infezione può essere fatale

  • L’alimentazione deve essere perfetta per garantire lo sviluppo sano del nascituro

Tutti questi elementi rendono l’inizio della vita umana un campo minato, un’ulteriore selezione che continua anche dopo la nascita.

Chi supera anche questa fase? Ha già compiuto una serie di imprese biologiche, con probabilità di fallimento altissime in ogni passaggio.

Una catena di probabilità estreme

Dal punto di vista della matematica evolutiva, nascere è un evento improbabile quasi quanto vincere più volte alla lotteria… contemporaneamente. Vediamo perché.

Ogni spermatozoo rappresenta una possibile combinazione genetica. Ma su circa 250 milioni di spermatozoi presenti in una singola eiaculazione, solo uno feconda l’ovulo. Già qui la probabilità è 1 su 250 milioni.

Poi ci sono le variabili genetiche che comprendono:

  • errori di replicazione

  • mutazioni puntiformi

  • traslocazioni cromosomiche

  • imprinting epigenetico

  • compatibilità tra DNA paterno e materno

A tutto questo, si aggiungono:

  • possibilità di aborto spontaneo (50-70%)

  • possibilità di fallimento dell’impianto

  • sopravvivenza al parto (che fino al secolo scorso era letale in molti casi)

  • adattamento ambientale nei primi mesi

Quindi, ogni essere umano è il risultato di una serie di eventi, ognuno dei quali poteva fallire. Nessun sistema artificiale sarebbe mai così efficiente da produrre un essere umano a partire da tali condizioni di incertezza.

Non sei nato “perché dovevi”. Sei nato nonostante tutto.

Confronto con altri esseri viventi

Nel mondo animale, l’evoluzione ha premiato diverse strategie riproduttive:

  • Strategia K (come l’essere umano): pochi figli, molto investimento, lunga infanzia

  • Strategia r (come gli insetti o i pesci): moltissimi figli, nessun investimento, alto tasso di mortalità

L’essere umano è l’apice della strategia K. Ma questo significa che ogni individuo ha un valore evolutivo altissimo, perché rappresenta anni di investimento biologico e sociale.

Dal punto di vista darwiniano, un individuo umano è una “macchina complessa ad altissimo costo” che richiede decenni per essere completata. Nessun’altra specie investe così tanto nella propria prole. E questo, ancora una volta, dimostra che arrivare vivi, completi e coscienti è un evento biologico rarissimo.

Conclusione

L’essere umano nasce contro ogni previsione. La biologia non promette nulla. Offre solo margini di sopravvivenza sempre più ristretti. Ogni individuo vivo è un’eccezione riuscita. Non un miracolo, ma un’anomalia calcolata. Un esito favorevole in una catena quasi infinita di possibilità avverse.

La tua nascita significa che:

  • sei stato selezionato a livello cellulare

  • hai superato ogni rischio fetale e perinatale

  • sei sopravvissuto a un mondo ostile

  • hai già dimostrato, inconsapevolmente, un’efficienza biologica superiore alla media.

Nata e cresciuta a Rosignano Solvay , appassionata da sempre per tutto quello che ruota intorno al benessere della persona. Biologa, diplomata all'I.T.I.S Mattei