Senza vitamina K2, il calcio può diventare un nemico pericoloso

calcio

Per decenni ci hanno ripetuto che il calcio è la chiave per ossa sane e forti. Ma cosa succede se questa verità è solo mezza verità? E se il calcio, preso da solo, potesse trasformarsi in un ospite indesiderato, depositandosi nei posti sbagliati, come le arterie, invece che rinforzare il nostro scheletro?

Il libro Vitamin K2 and the Calcium Paradox della naturopata canadese Kate Rheaume-Bleue getta luce su un meccanismo tanto affascinante quanto poco conosciuto.

La vitamina K2, spesso assente nella nostra dieta moderna, agisce come un “navigatore biologico” del calcio, indirizzandolo dove serve davvero — le ossa e i denti — e tenendolo lontano dai tessuti molli e dai vasi sanguigni, dove può diventare un killer silenzioso.

Senza di lei, il calcio può trasformarsi da alleato a nemico, contribuendo alla calcificazione arteriosa e aumentando il rischio di malattie cardiovascolari.

Sfidiamo quindi due certezze ancora ben radicate:

  • Il calcio assunto in grandi quantità rafforza automaticamente le ossa.

  • Osteoporosi e fratture si prevengono solo aumentando il calcio nella dieta.

In realtà, come vedremo, la storia è molto più complessa di così.

Anche gli studi scientifici concordano che il calcio da solo è impotente

Molti studi epidemiologici hanno mostrato che un’elevata assunzione di calcio non si traduce necessariamente in un minor rischio di fratture. Anzi, ricerche come quella pubblicata sul British Medical Journal nel 2011 hanno rivelato che un eccesso di calcio, soprattutto sotto forma di integratori isolati, può aumentare il rischio di eventi cardiovascolari.

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Com’è possibile? Non dovrebbe essere l’esatto contrario?

Immaginiamo il calcio come un ammasso di camion carichi di materiale da costruzione per il nostro scheletro. Senza un sistema di navigazione ben preciso, questi camion possono prendere strade sbagliate e scaricare il loro carico dove non serve. In questo scenario, la vitamina K2 è il GPS biologico che dice al calcio esattamente dove deve andare.

Senza di lei, il calcio può accumularsi:

  • Nelle arterie, causando indurimento e restringimento.

  • Nelle articolazioni, favorendo processi degenerativi.

  • Nei tessuti molli, interferendo con la loro normale funzione.

Il problema quindi non è solo quanto calcio assumiamo, ma come il nostro corpo lo utilizza e lo dirige.

La vitamina K2: il “navigatore” dimenticato

La funzione principale della vitamina K2, secondo Kate Rheaume-Bleue e numerosi studi scientifici, è quella di attivare proteine come l’osteocalcina e la Matrix Gla Protein (MGP). Queste proteine lavorano in sinergia per:

  • Legare il calcio alla matrice ossea, rafforzando lo scheletro.

  • Impedire la deposizione di calcio nelle arterie e nei tessuti molli.

Uno studio pubblicato sul Journal of Nutrition ha evidenziato che una maggiore assunzione di vitamina K2 è associata a una riduzione significativa del rischio di calcificazione coronarica e mortalità cardiovascolare. È come se la vitamina K2 facesse firmare al calcio un contratto di esclusiva con le ossa, proibendogli di “spostarsi” altrove.

Senza vitamina K2, possiamo trovarci in una situazione paradossale: più calcio assumiamo, più rischiamo di aumentare la calcificazione delle arterie.

Calcio, Vitamina D e Vitamina K2

Uno degli errori più comuni nella divulgazione nutrizionale è presentare i nutrienti come singoli attori che lavorano da soli. La realtà è che nel nostro organismo nulla agisce da solo e il calcio non fa eccezione. La sua efficacia dipende dall’equilibrio e dall’interazione con altre sostanze chiave, come la vitamina D e la vitamina K2.

La vitamina D aumenta l’assorbimento del calcio nell’intestino. Tuttavia, se non è presente la vitamina K2 il calcio rischia di perdersi, anche in tessuti dove non dovrebbe essere. Quindi, come puoi ben intuire, anche assumere quantità eccessive di vitamina D, allo stesso modo di assumere quantità eccessive di calcio, può amplificare i rischi di calcificazione arteriosa in assenza di quantità adeguate di vitamina K2.

Uno studio pubblicato su Thrombosis and Haemostasis ha mostrato che alti livelli di vitamina D, se non accompagnati da vitamina K2, possono aumentare l’attivazione incompleta della Matrix Gla Protein, favorendo la deposizione di calcio nei vasi sanguigni.

In sintesi:

  • Vitamina D → aumenta la quantità di calcio disponibile.

  • Vitamina K2 → indica al calcio la destinazione corretta.

  • Calcio → materiale di costruzione per ossa e denti.

Quando questi tre elementi lavorano insieme, la sinfonia è perfetta. Quando uno manca, l’armonia si rompe e il rischio di problemi aumenta in modo vertiginoso.

Il paradosso del calcio: quando il nemico è dentro le mura

Il termine “paradosso del calcio” coniato e approfondito da Kate Rheaume-Bleue si riferisce a una condizione in cui si verifica perdita di calcio dalle ossa (osteoporosi) insieme a un eccessivo deposito di calcio nelle arterie (calcificazione vascolare).

Sembra un controsenso, eppure è esattamente ciò che la ricerca clinica ha osservato in molte persone, soprattutto in età avanzata.

Questa situazione è il frutto di un equilibrio disturbato dato, che con l’avanzare dell’età:

  • La produzione endogena di vitamina K2 diminuisce.

  • L’apporto alimentare di K2 si riduce, specie nelle diete moderne povere di cibi fermentati e grassi animali da allevamento naturale.

  • La supplementazione di calcio e vitamina D, se non bilanciata, accelera il processo di calcificazione vascolare.

In passato non esisteva questo problema

Negli anni ’30 del Novecento, il dentista e ricercatore Weston A. Price studiò diverse comunità indigene, osservando che avevano denti forti, mascelle ben sviluppate e bassi livelli di malattie cardiovascolari pur consumando diete ricche di grassi animali. La differenza? Animali nutriti ad erba, latticini crudi e alimenti fermentati: tutti ricchi di vitamina K2.

Il passaggio all’allevamento industriale, all’uso di cereali raffinati e alla riduzione dei cibi fermentati ha impoverito drasticamente la nostra dieta di questa vitamina. Oggi, per molti, la vitamina K2 è quasi un elemento fantasma, poco citato e raramente considerato nelle linee guida nutrizionali.

Le migliori fonti di vitamina K2 nella dieta

Per recuperare questa importantissima vitamina, la strada più naturale è ricorrere ai cibi che ne sono ricchi. Purtroppo, la vitamina K2 non è onnipresente come altre vitamine, e nella dieta moderna la sua presenza è spesso scarsa. I principali alimenti che la contengono sono:

  • Natto – Soia fermentata tipica della cucina giapponese, è la fonte più concentrata di vitamina K2, in particolare nella forma menaquinone-7 (MK-7), la più biodisponibile e stabile nel sangue.

  • Formaggi stagionati – Soprattutto quelli a latte crudo e derivanti da animali nutriti ad erba, come Gouda e Brie, che contengono MK-4 e altre forme di menaquinoni.

  • Burro da latte di animali al pascolo – Ricco di MK-4, ma la quantità dipende dalla stagione e dall’alimentazione dell’animale.

  • Tuorlo d’uovo – Proveniente da galline allevate all’aperto e nutrite in modo naturale.

  • Fegato e frattaglie – In particolare di animali nutriti ad erba.

  • Carne di animali ruminanti – Contiene piccole quantità di MK-4.

Il problema è che molti di questi alimenti sono stati ridotti o sostituiti nelle diete occidentali a causa di cambiamenti agricoli, industrializzazione e timori infondati sui grassi saturi. Il risultato è una popolazione che assume calcio e vitamina D ma non abbastanza vitamina K2, aprendo la porta a carenze da K2 conclamate.

Quando la vitamina k2 non basta puoi prendere in considerazione l’integrazione

Per alcune persone, raggiungere livelli ottimali di vitamina K2 con la sola alimentazione è difficile. In questi casi, l’integrazione può essere una soluzione efficace, purché sia ben calibrata e supportata da evidenze scientifiche.

Forme principali di integratori di K2:

  • MK-4 – Presente in alimenti animali; possiede una vita breve nel corpo e richiede dosaggi più frequenti. Studi giapponesi sull’osteoporosi hanno utilizzato dosi di 45 mg al giorno con risultati significativi sulla densità ossea e riduzione delle fratture.

  • MK-7 – Derivato principalmente dal natto; più stabile nel sangue, consente una sola assunzione giornaliera. Studi su Osteoporosis International hanno mostrato benefici nel rallentare la perdita ossea e migliorare la salute vascolare anche a dosi di 180 mcg al giorno.

Precauzioni:

  • Chi assume farmaci anticoagulanti deve consultare il medico prima di integrare vitamina K2, poiché può interferire con la normale coagulazione del sangue.

  • Gli integratori vanno sempre inseriti in un contesto di dieta equilibrata, evitando di considerarli “pillole magiche”.

Vitamina K2 e salute cardiovascolare: un legame sempre più solido

L’impatto della vitamina K2 sulla salute del cuore è uno dei capitoli più affascinanti del libro di Kate Rheaume-Bleue e della letteratura scientifica recente.

La Rotterdam Study, una ricerca di oltre 10 anni su più di 4.800 persone, ha evidenziato che chi assumeva più vitamina K2 aveva:

  • Calcificazione arteriosa significativamente inferiore.

  • Rischio di morte per malattie cardiache ridotto del 57%!

  • Minore incidenza di infarti.

La spiegazione è semplice ed intuitiva: la vitamina K2 attiva la Matrix Gla Protein (MGP), che agisce come un potente “disincrostante” naturale dei vasi sanguigni. Senza K2, la MGP resta inattiva e il calcio può depositarsi indisturbato sulle pareti arteriose.

ESEMPIO PER CAPIRE MEGLIO:  Pensiamo ai vasi sanguigni come a tubature domestiche. Il calcio è l’acqua ricca di minerali, e la vitamina K2 è l’additivo che impedisce la formazione di incrostazioni. Senza di essa, il sistema si ostruisce lentamente ma in modo inesorabile.

Ossa forti e cervello protetto

Non è solo il cuore a beneficiare della vitamina K2. Studi emergenti suggeriscono un possibile ruolo neuroprotettivo. Una ricerca pubblicata su Nutrients ha trovato correlazioni tra adeguati livelli di vitamina K2 e migliori performance cognitive negli anziani. Poiché la calcificazione può colpire anche microvasi cerebrali, la K2 potrebbe essere una chiave anche nella prevenzione di alcune forme di demenza vascolare.

Inoltre, la K2 stimola l’attivazione dell’osteocalcina, che non solo lega il calcio alle ossa, ma sembra influenzare anche il metabolismo e la produzione di ormoni che regolano energia e umore. Un micronutriente, dunque, con effetti a cascata su più sistemi del corpo.

Smontare i miti più diffusi sul calcio

Il mondo della salute è pieno di luoghi comuni che resistono al tempo e alle evidenze scientifiche. Sul calcio e la salute delle ossa, alcuni miti sono così radicati che quasi nessuno osa metterli in discussione. Eppure, proprio come ci insegna il paradosso del calcio, questi miti possono essere fuorvianti.

Mito 1 – Più calcio = ossa più forti
La realtà è che non è la quantità a fare la differenza, ma l’efficienza con cui lo utilizziamo. Studi mostrano che popolazioni con consumi di calcio inferiori a quelli occidentali hanno tassi di fratture ossee molto più bassi, grazie a diete ricche di vitamina K2, magnesio, attività fisica e meno cibi ultraprocessati.

Mito 2 – L’osteoporosi è solo una carenza di calcio
In realtà, è un problema multifattoriale che coinvolge ormoni, infiammazione cronica, stress ossidativo e carenze di altri nutrienti (vitamina D, K2, magnesio, proteine). Pensare di risolverlo solo con il calcio è come voler riparare una casa crollata aggiungendo qualche mattone sul tetto.

Mito 3 – Gli integratori di calcio sono sempre sicuri
Al contrario, se assunti senza un bilanciamento con K2 e vitamina D, possono contribuire alla calcificazione delle arterie. Una revisione pubblicata su BMJ ha collegato l’uso di integratori di calcio isolati a un aumento del rischio cardiovascolare.

Mito 4 – Il latte è l’unica fonte di calcio
Esistono numerose alternative: verdure a foglia verde (cavolo riccio, rucola), semi di sesamo, mandorle, sardine con lisca e acqua minerale ricca di calcio. E in molti di questi cibi il calcio si accompagna a cofattori che ne migliorano l’utilizzo.

Ecco un piano a 360 gradi per migliorare la salute ossea e proteggere le arterie

Creare una strategia per ossa forti e arterie pulite non significa solo “aggiungere” nutrienti, ma anche armonizzarli e migliorare lo stile di vita.
Ecco un approccio a 360 gradi ispirato sia al libro di Kate Rheaume-Bleue che alla letteratura scientifica più aggiornata.

1. Alimentazione mirata

  • Includi nella dieta cibi ricchi di vitamina K2: natto, formaggi stagionati, uova di galline allevate all’aperto, burro e frattaglie da animali al pascolo.

  • Variare le fonti di calcio, includendo sia fonti di origine animale che vegetale.

  • Limitare il consumo di zuccheri raffinati e cibi ultraprocessati che aumentano l’infiammazione e sottraggono nutrienti all’organismo.

2. Equilibrio nutrizionale

  • Assumere vitamina D in quantità adeguate (esposizione solare o integratori se necessario).

  • Integrare magnesio, essenziale per il metabolismo del calcio.

  • Garantire un apporto proteico sufficiente per il mantenimento della massa ossea.

3. Stile di vita

  • Attività fisica regolare, con esercizi di resistenza e carico – sollevamento pesi – per stimolare la densità ossea.

  • Evitare fumo e ridurre alcol, entrambi dannosi per ossa e vasi sanguigni.

  • Gestire lo stress e migliorare il sonno, elementi fondamentali per il metabolismo ormonale.

4. Monitoraggio e personalizzazione

  • Valutare con il medico eventuali carenze o squilibri tramite analisi specifiche (livelli di vitamina D, K2, densitometria ossea).

  • Personalizzare eventuali integrazioni in base alle proprie esigenze individuali.

Nata e cresciuta a Rosignano Solvay , appassionata da sempre per tutto quello che ruota intorno al benessere della persona. Biologa, diplomata all'I.T.I.S Mattei