Perché i coloranti sintetici possono essere un pericolo per il colon?

Negli ultimi decenni, la medicina ha lanciato un campanello d’allarme: sono in aumento i casi di tumore del colon-retto tra i giovani sotto i 50 anni. Dal 1990 a oggi, questa tendenza si è diffusa in tutto il mondo, e le previsioni non sono rassicuranti: entro il 2030, si stima un incremento del 90% per il cancro al colon e addirittura del 124% per quello al retto.
Cosa sta succedendo?
Molti scienziati puntano il dito contro le abitudini alimentari sempre più “occidentalizzate”: un modello basato su carni rosse e lavorate, zuccheri raffinati, cereali poveri di fibre e un’abbondanza di cibi industriali. Negli Stati Uniti, la cosiddetta dieta SAD (“Standard American Diet”, non a caso anche “triste” in inglese) è composta per il 60% da alimenti ultra-processati, come snack confezionati, bibite gassate, insaccati, e dolci industriali.
I coloranti alimentari sintetici sono pericolosi?
Biscotti decorati, caramelle, bastoncini di zucchero natalizi, bevande fluorescenti: tutto bellissimo a vedersi, ma molto spesso quelle tonalità sgargianti non vengono dalla natura, bensì da coloranti alimentari sintetici.
L’industria li ama perché sono economici.
Nel corso del tempo, sono stati sviluppati centinaia di coloranti sintetici, di cui gran parte è tossica. Negli Stati Uniti solo nove sono approvati dalla FDA (Food and Drug Administration), e l’Unione Europea ne ammette ancora meno. L’estratto di barbabietola o la curcuma, per esempio, sono alternative naturali e sicure, ma meno performanti, rispetto ai coloranti alimentari sintetici.
Come il tumore del colon-retto?
Il cancro del colon-retto, come molte altre forme tumorali, ha origine da un danno al DNA. Quando il DNA dei geni che regolano la crescita cellulare subisce mutazioni, le cellule possono iniziare a dividersi senza controllo.
Ma non è solo il DNA danneggiato a fare la differenza: anche l’infiammazione cronica è un fattore chiave. Il sistema immunitario, quando percepisce una lesione o un’infezione, invia cellule infiammatorie per riparare i danni. Fin qui, tutto bene, ma se questo processo non si spegne, produce radicali liberi che possono colpire anche cellule sane, oltre a citochine che favoriscono la proliferazione cellulare.
Ecco il problema: una dieta scorretta, ricca di cibi industriali e povera di fibre, può mantenere questa “infiammazione silenziosa” per anni, senza sintomi evidenti, preparando il terreno per malattie gravi.
I coloranti sintetici sono sotto accusa
La scienza non ha ancora emesso una condanna definitiva contro i coloranti sintetici approvati, tuttavia le evidenze preoccupanti si accumulano. Alcuni studi hanno dimostrato che:
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Il microbioma intestinale può scomporre i coloranti sintetici in molecole potenzialmente cancerogene.
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Alcuni coloranti possono legarsi al DNA e alle proteine, alterandone la funzione.
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Possono stimolare processi infiammatori che, a lungo andare, danneggiano l’intestino.
Ricerche condotte su animali hanno mostrato che il Rosso Allura (Rosso 40) e la Tartrazina (Giallo 5) possono provocare danni al DNA, almeno in laboratorio, con alte dosi e tempi prolungati di esposizione. Al momento, questi risultati devono essere confermati su esseri umani, ma la prudenza non è mai troppa.
I più esposti sono i bambini
Un aspetto particolarmente inquietante riguarda i più piccoli. I bambini sono più sensibili alle sostanze tossiche perché il loro organismo è in pieno sviluppo.
Uno studio del 2016, condotto in Carolina del Nord, ha rilevato che oltre il 40% dei prodotti alimentari destinati ai bambini conteneva coloranti artificiali. Pensiamo ai cereali colorati, ai gelati, alle bibite o alle caramelle: il rischio è di un’esposizione ripetuta, nel lungo periodo.
Quindi dobbiamo bandire ogni cibo colorato?
Non esageriamo: un biscotto decorato o una fetta di torta con glassa fluorescente, durante una festa, non vi condannerà al cancro. Il problema nasce con l’abitudine, quando la base dell’alimentazione è composta da cibi ultra-processati e ricchi di additivi.
Per proteggere il colon-retto (e la salute in generale), la scienza suggerisce di:
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Fare screening periodici per la diagnosi precoce del cancro al colon.
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Muoversi di più: l’attività fisica riduce l’infiammazione e favorisce il benessere intestinale.
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Mangiare cibi veri, ricchi di fibre: cereali integrali, frutta, verdura e legumi.
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Limitare alcol, carne rossa e carni lavorate.
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Ridurre al minimo dolci industriali, snack confezionati e bevande gassate colorate.
Alla fine, è una questione di scelte quotidiane. Rinunciare a un po’ di colore artificiale nel piatto significa guadagnare salute reale.
E se vi state chiedendo: “Ma il mio intestino si accorgerà della differenza?”, la risposta è sì. Magari non subito, ma negli anni vi ringrazierà con energia, digestione più sana e, soprattutto, minori rischi di malattie gravi.
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