Il segreto dei centenari è nel microbiota: ecco i batteri della longevità

microbiota batteri

Nel silenzio del nostro intestino si nasconde un mondo invisibile, ma essenziale per la nostra salute: il microbiota. Non è solo una colonia batterica. È un ecosistema che regola metabolismo, immunità, infiammazione e perfino il nostro umore.

Le ricerche lo dimostrano: chi raggiunge i cento anni e oltre, ospita nel proprio intestino una comunità batterica fuori dal comune. Alcuni ceppi, raramente riscontrabili nella popolazione generale, sembrano giocare un ruolo chiave nel proteggere l’organismo da infiammazione, invecchiamento e patologie neurodegenerative.

Lo studio italiano

Come è stato condotto lo studio?

  • Lo studio ha analizzato il microbioma intestinale di persone – di età compresa tra 99 e 109 anni – e lo ha confrontato con quello di individui più giovani.

  • I campioni fecali sono stati prelevati da 69 soggetti, di cui 17 semi-supercentenari (età maggiore di 105 anni).

  • L’analisi è stata effettuata con tecniche di sequenziamento del DNA 16S rRNA, per identificare le famiglie e i generi batterici presenti.

🔍 Cosa ha scoperto lo studio?

  • Il microbiota degli individui longevi risultava meno variegato ma più stabile e omogeneo, segno di un equilibrio mantenuto anche in età avanzata.

  • Si è osservata una minore presenza di patobionti, cioè batteri potenzialmente nocivi (come Enterobacteriaceae), spesso implicati in infiammazioni croniche.

  • Nei soggetti longevi spiccava la presenza di batteri benefici come la Christensenellaceae e l’Akkermansia muciniphila.

  • Questi batteri sono associati a bassi livelli di infiammazione, buona salute metabolica e maggiore integrità della barriera intestinale.

🔍 Prima dello studio

  • Akkermansia muciniphila era già nota alla letteratura scientifica per il suo ruolo benefico

  • Anche Christensenellaceae era già stata associata a individui magri con buon profilo metabolico

Gli effetti benefici di questi batteri erano già stati osservati in precedenti ricerche, sebbene non fossero ancora associati in modo diretto alla longevità

🧠 In sintesi

Lo studio ha scoperto che questi due batteri erano significativamente più abbondanti nelle persone che avevano superato i 100 anni rispetto agli adulti più giovani. Da questo si può dedurre che la loro presenza potrebbe contribuire a favorire una maggiore longevità.

VAI ALLO STUDIO

Christensenella: il batterio della magrezza e della longevità

Christensenella è un ceppo batterico scoperto di recente. Vive quasi esclusivamente nell’intestino delle persone magre, con basso BMI e senza malattie metaboliche, ma non solo! È stato riscontrato con maggiore frequenza in soggetti longevi, suggerendo una funzione protettiva.

Una revisione pubblicata su Nutrients conferma che la sua presenza è inversamente correlata a infiammazione sistemica e insulino-resistenza.

FONTE ATTENDIBILE

Akkermansia muciniphila: il guardiano della barriera intestinale

Questo batterio vive nello strato di muco dell’intestino. La sua azione stimola la produzione di muco, regola l’immunità e partecipa al metabolismo del glucosio. Alcuni suoi frammenti (come il peptide P9) sono oggi studiati per il trattamento di obesità e diabete, poiché sono in grado di stimolare efficacemente il GLP-1, lo stesso ormone bersaglio dei farmaci come l’Ozempic.

In uno studio recente pubblicato su Nature Microbiology, la presenza di Akkermansia ha mostrato di essere in grado potenziare la risposta immunitaria nei pazienti oncologici sottoposti a immunoterapia.

🔬 Leggi lo studio su PubMed

Un microbioma antiossidante nei centenari

Uno studio condotto su centenari cinesi, pubblicato su npj Biofilms and Microbiomes, ha mostrato che questi soggetti hanno un microbioma con elevata biodiversità, ricco di Lactobacillus, Roseburia e Akkermansia. Non solo: è stato inoltre osservato un profilo anti-ossidante e anti-infiammatorio che supporta la salute metabolica anche oltre i 100 anni.

🔬 Leggi lo studio su Nature

Oscillibacter e Odoribacter: potenziali alleati

Sebbene siamo poco documentati nei centenari, Oscillibacter e Odoribacter compaiono in diversi studi per la loro capacità di:

  • produrre acidi grassi a catena corta (SCFA),

  • regolare l’infiammazione intestinale,

  • stimolare il sistema nervoso attraverso neurotrasmettitori come il GABA.

Questi batteri sono più comuni in diete ricche di fibre, tipiche delle zone blu, dove la longevità è più frequente.

I tratti comuni del microbiota dei longevi

Quello che emerge da tutti gli studi non è la presenza magica di un singolo batterio, ma la presenza di un pattern ben preciso:

  • Alta biodiversità batterica (più ceppi, più equilibrio)

  • Dominanza di batteri anti-infiammatori (Christensenella, Akkermansia, Roseburia)

  • Scarsa presenza di batteri pro-infiammatori (Escherichia, Desulfovibrio)

  • Capacità di produrre SCFA (butirrato, propionato, acetato)

  • Stabilità dell’ecosistema nel tempo, nonostante l’invecchiamento

E la dieta?

È il fattore principale che modula il microbiota. I centenari di tutto il mondo, dalle colline sarde al Giappone rurale, condividono abitudini alimentari molto simili:

  • Alta quantità di fibre fermentabili (legumi, verdure, cereali integrali)

  • Consumo regolare di cibi fermentati (miso, kefir, yogurt)

  • Pochi zuccheri raffinati e pochi grassi saturi

  • Molti polifenoli (tè verde, cacao, frutti di bosco, curcuma)

  • Assenza o bassissima presenza di cibi industriali

Conclusione

Ciò che un tempo veniva considerato poco influente, oggi si rivela essere uno degli attori principali nella regolazione della salute e della longevità. Il microbiota, se ben curato, può prevenire infiammazioni, regolare il metabolismo e proteggere da malattie croniche. Alcuni scienziati stanno già lavorando a probiotici su misura ispirati proprio al microbiota dei centenari.

Nel prossimo futuro potremmo arrivare a “trapiantare” microbiomi sani, o somministrare ceppi selezionati per ritardare l’invecchiamento.

Nata e cresciuta a Rosignano Solvay , appassionata da sempre per tutto quello che ruota intorno al benessere della persona. Biologa, diplomata all'I.T.I.S Mattei