Il potere nascosto della risata secondo i monaci tibetani

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I monaci tibetani hanno un modo affascinante di leggere l’animo umano. Per loro, una risata autentica non è solo un gesto sociale o un’espressione di allegria, ma rappresenta in primis un segno di libertà mentale. Quando ridi davvero, dicono, significa che la tua mente ha smesso di essere schiava del dramma. E non è poco!

Quando la mente ingigantisce i problemi

Quante volte ci siamo trovati a sopravvalutare un problema solo perché lo stavamo osservando nel momento sbagliato? Basta essere immersi in un intenso momento di rabbia, ansia o tristezza perché ogni difficoltà sembri enorme e sproporzionata rispetto alla realtà.

È come se le emozioni negative agissero da lente d’ingrandimento, deformando la percezione fino a farci credere che non esista una via d’uscita.

Le risate, invece, fanno esattamente l’opposto: riducono quella lente, e riportano le dimensioni delle cose a un livello gestibile, restituendoci la capacità di affrontarle con lucidità ogni imprevisto. In altre parole, ci ricordano che la gravità di un problema non è data solo dai fatti in sé, ma è data anche dallo stato d’animo con cui lo guardiamo.

Ridere non cancella i problemi – non voglio mentirti – tuttavia li ridimensiona te lo assicuro, restituendoti il potere di affrontarli con mente lucida e cuore più leggero. In fondo, la vera forza sta nel riuscire a cambiare prospettiva quando tutto sembra ormai perduto.

Perché la mente ama il dramma?

È un dato curioso, ma vero: la mente ha una strana tendenza ad affezionarsi ai propri drammi. A volte li nutre, quasi li protegge, perché in fondo il dramma, per quanto doloroso, regala anche un senso di identità.

È come se, poco alla volta, diventassimo quell’emozione, quella storia che raccontiamo a noi stessi. Il dolore, in un certo senso, ci “ancora”, non sempre nel presente, ma spesso nel passato o in un futuro immaginato, fatto di timori e ipotesi.

Una risata che scioglie i nodi dell’anima

Immagina di portare sulle spalle uno zaino pesante pieno di problemi, rancori, aspettative, ansie… Ora immagina di ridere di gusto. In quel momento, lo zaino che stai portando in modo molto faticoso sparisce. Per un istante, tutto diventa leggero. Questo è il cuore dell’insegnamento tibetano: la risata sospende il controllo dell’ego, rompe la catena dei pensieri ossessivi e apre uno spazio di purezza mentale.

Secondo questa visione, chi sa ridere di se stesso ha già vinto metà della propria battaglia interiore. Non è questione di superficialità, ma di lucidità: se puoi sorridere davanti alle tue tragedie, hai smesso di esserne prigioniero.

E se non mi viene da ridere cosa posso fare?

Tutto bello, certo… ma se non mi viene da ridere cosa posso fare? Non sempre possiamo “forzarci” a farlo, soprattutto nei momenti in cui le emozioni negative sembrano avere il sopravvento su di noi.

Ed è qui che può entrare in gioco lo yoga della risata, una pratica nata in India che unisce esercizi di respirazione profonda a risate autoindotte praticabile da soli o in gruppo.

L’idea è semplice ma potente: anche una risata “finta” può innescare nel corpo gli stessi benefici di una risata autentica, perché il cervello non distingue del tutto tra le due.

Attraverso movimenti leggeri, e ritmi respiratori specifici, si crea un effetto a catena che rilassa, stimola endorfine e alleggerisce la mente. Non serve “avere voglia” di ridere per iniziare, basta concedersi la possibilità di provare. E paradossalmente, proprio quando smetti di aspettarti la risata, quella vera arriva da sé.

Ci sono molti video su youtube che insegnano questa pratica che potrebbe letteralmente cambiare la tua vita.

La risata come pratica spirituale

Per i monaci tibetani ridere non è un gesto banale, ma una vera pratica di consapevolezza. Nel momento in cui si ride di cuore, la mente smette di alimentare pensieri pesanti e ossessivi e si apre uno spazio di estrema chiarezza.

È come se ci si spostasse in un punto di osservazione diverso: non si è più immersi costantemente nei nostri problemi, ma si ha la lucidità di guardarle con un certo distacco.

Da questa prospettiva emergono alcune lezioni preziose:

  • Ridere allenta la tensione interna. Quando il corpo si rilassa, anche la mente si alleggerisce e trova un momento di respiro.

  • Sdrammatizzare è un atto di forza potentissimo. Non vuol dire negare i problemi, ma significa riuscire a considerarli senza esserne sopraffatti.

  • L’autoironia è segno di maturità e “intelligenza aggiungo io”! Saper ridere di se stessi significa aver accettato i propri limiti e le proprie imperfezioni.

  • La risata è contagiosa. Non solo migliora il proprio stato d’animo, ma influenza positivamente anche chi ci sta attorno.

Conclusione

Se ci pensiamo bene, alcuni dei momenti più liberi della nostra vita spesso coincidono con grandi risate. Quelle in cui ti dimentichi di tutto, anche di te stesso. È un po’ come un reset emotivo: in un lampo, le priorità si ricompongono e le paure si ridimensionano notevolmente.

E magari ti rendi conto che quella stessa preoccupazione che ti levava il respiro appena 15 minuti prima, adesso ti appare come un qualcosa di facilmente superabile.

Nata e cresciuta a Rosignano Solvay , appassionata da sempre per tutto quello che ruota intorno al benessere della persona. Biologa, diplomata all'I.T.I.S Mattei