Cosa succede dopo la morte? Il viaggio segreto dei 49 giorni secondo gli antichi saggi
Hai mai pensato a cosa succede davvero dopo la morte? Non in senso astratto, ma concretamente. Secondo il libro tibetano dei morti – un antico testo custodito per secoli e tramandato tra i più saggi iniziati – la morte non è la fine, ma solo l’inizio di un viaggio straordinario e complesso. Un percorso interiore che dura 49 giorni e che può condurci alla liberazione.. o riportarci indietro in un nuovo ciclo di vita.
La morte non è la fine
Quando il corpo muore, la coscienza non si spegne. Al contrario, si ritrova in uno stato sorprendente, quasi come se ci si svegliasse da un sogno. All’inizio si percepisce una “luce chiara”, intensa e abbagliante. Se in quel momento riusciamo a riconoscerla per ciò che è e ci fondiamo in essa, possiamo liberarci per sempre dal ciclo di rinascita. Ma pochi ce la fanno. Perché? Perché abbiamo paura. Ci aggrappiamo ai ricordi, alla nostra identità, ai desideri non compiuti. E così iniziano le illusioni.
Il Bardo: lo stato intermedio
Dopo la morte, si entra nel “Bardo”, un regno tra vita e rinascita. Non si ha un corpo, non si ha una voce, ma si conserva la coscienza. I primi giorni possono sembrare strani, quasi onirici. Le anime spesso non si rendono conto di essere morte. Cercano casa, i cari, i luoghi conosciuti. Ma nessuno le vede. Nessuno le sente. Questo è il momento in cui si comincia a capire che qualcosa è cambiato per sempre.
Le visioni: tra luce e tenebre
Nel Bardo, la mente crea la realtà. Tutto ciò che vedi è proiezione dei tuoi desideri, paure, emozioni. Inizialmente appaiono visioni di luce: esseri compassionevoli, angeli, guide. Se li riconosci come riflessi della tua natura più elevata, puoi elevarli. Ma se dubiti, se esiti, queste visioni si distorcono. E si trasformano in incubi.
I “demoni” del Bardo non sono reali. Sono le paure che ci portiamo dietro, i sensi di colpa, i dolori mai affrontati. Scappare non serve, combattere li rafforza. Solo comprendere la loro natura illusoria permette di dissolverli. Ma pochissimi lo capiscono.
La revisione della vita: il grande specchio
Verso la terza o quarta settimana, l’anima affronta una prova ancora più intensa: la revisione della vita. Non un giudizio esterno, non un tribunale divino. Sei tu, che rivedi ogni azione, ogni parola, ogni pensiero. E lo fai dal tuo punto di vista e da quello di chi hai influenzato. Se hai causato dolore, lo senti. Se hai donato amore, lo rivivi. Non c’è spazio per scuse. Solo verità.
Il peso di ciò che provi durante questa revisione determina dove andrai dopo. Se provi senso di colpa o rimpianto, verrai attratto da una nuova incarnazione. Se riesci a lasciar andare, a perdonarti, potresti liberarti.
La scelta finale: rinascere o liberarsi
Arriva infine l’ultimo test: la decisione. Non si presenta come una scelta consapevole, ma come una serie di visioni allettanti. Familiari che chiamano, luoghi noti che appaiono, sensazioni di calore e sicurezza. Ma sono trappole. Illusioni create dal karma. Se ci cadi, torni indietro. Ti reincarni. Ti dimentichi tutto. E riparti da capo.
Chi invece ha praticato la consapevolezza durante la vita, può riconoscere queste illusioni. Non si aggrappa, non fugge. Rimane lucido, distaccato. E così, si libera. Non verso un paradiso, ma verso uno stato di consapevolezza pura, oltre il ciclo della sofferenza.
Perché queste conoscenze sono state nascoste?
Per oltre mille anni, questi insegnamenti sono stati tramandati in segreto. Perché? Perché se davvero la morte non è la fine, se non esiste un giudice esterno, se tutto dipende da noi.. allora tutto cambia. Le religioni perderebbero potere. Le istituzioni si sgretolerebbero. Una società senza paura della morte è una società non manipolabile. Ed è pericolosa per chi ha il potere.
Le illusioni sono già qui
Ecco il punto più sorprendente: il Bardo non inizia dopo la morte. È già qui. Le stesse illusioni che ci ingannano dopo la vita sono quelle che ci controllano ora. L’attaccamento al denaro, alla fama, ai piaceri passeggeri. La paura del fallimento, del giudizio, della solitudine. Se non le vediamo ora, non le vedremo nemmeno allora.
Come prepararsi: tre passi fondamentali
- Distacco: Non significa dover rinunciare alla vita, tuttavia non dobbiamo nemmeno esserne schiavi. È giusto godere delle cose, siamo sul piano fisico d’altronde, tuttavia non sono sicuramente i fatti materiali, come il denaro, la reputazione, o i beni materiali a definirci come individuo, tutto questo è un’illusione momentanea, che troverà sicuramente una fine.
- Consapevolezza: Allenare la mente a vedere la realtà per quella che è. Meditare, riflettere, osservare senza giudicare. È come allenarsi per una maratona: più ti prepari, più sarai lucido quando arriverà il momento di neutralizzare le illusioni.
- Accettazione: La morte non è un nemico. È una soglia. Non da temere, ma da attraversare con consapevolezza. Accettarla è il primo passo per superarla.
Una verità scomoda, ma liberatrice
Il “Libro Tibetano dei Morti” non promette paradisi dorati, né minaccia inferni infuocati. Ci dice solo questo: tutto ciò che troverai dopo la morte è già dentro di te. La luce, l’ombra, le illusioni, le paure. E anche la libertà.
Chi vive nella consapevolezza morirà con consapevolezza. Chi fugge da sé stesso, continuerà a farlo, all’infinito. Ma chi si ferma, anche solo un attimo, e guarda attraverso il velo.. potrebbe non tornare più indietro.
E tu? Ti stai preparando?
Riconoscere le illusioni. Lasciar andare ciò che è temporaneo. E coltivare quella tranquilla consapevolezza che, forse, ci renderà liberi davvero.
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