Come sostituire l’ansia con la gioia: Una guida pratica per riprenderti la vita in mano

sostituire ansia con gioia

Sì, lo so. Solo leggere la parola ansia fa venire voglia di scappare. Di spegnere il telefono, buttare il computer dalla finestra e rifugiarsi sotto una coperta con Netflix e una tavoletta di cioccolato fondente. Eppure, e qui viene la notizia buona: l’ansia non è il tuo nemico.

È un messaggero. Un segnale del tuo corpo e della tua mente. Un campanello d’allarme che ti avvisa che qualcosa non è in equilibrio, che stai vivendo al di sopra delle tue possibilità emotive.

E se invece di combatterla, la ascoltassimo?

In questo articolo scoprirai come trasformare l’ansia in gioia. E non perché la vita sia tutta rosa e fiori (spoiler: non lo è), ma perché è possibile vivere con più leggerezza, più serenità, più pienezza. Come dici? Non è possibile! E chi te lo ha detto?

PRIMA REGOLA: Se credi che una cosa non sia possibile, non lo sarà. Credi nell’impossibile, e vedrai che diverrà possibile!

Che cos’è l’ansia?

Partiamo dalle basi: che cos’è davvero l’ansia?

L’ansia è uno stato emotivo naturale. È la risposta del nostro sistema nervoso a una percezione di pericolo. Quando l’essere umano era nella savana e sentiva ruggire un leone, il corpo entrava in modalità lotta o fuga (fight or flight): cuore che accelera, respiro più corto, muscoli pronti all’azione.

Il problema? Oggi i leoni sono diventati bollette, notifiche, aspettative, giudizi, scroll infiniti e… anche quel messaggio di Whatsapp lasciato in sospeso da ore. Il cervello però non distingue tra un pericolo reale e uno immaginato. La risposta fisiologica è la stessa.

Secondo l’American Psychological Association (APA), l’ansia diventa un problema quando è eccessiva, persistente e interferisce con le normali attività quotidiane. Ecco spiegato il momento esatto in cui smette di essere un campanello d’allarme e diventa una prigione.

Ansia vs paura

Spesso le confondiamo, ma non sono la stessa cosa. La paura è una risposta a una minaccia immediata e concreta. L’ansia, invece, riguarda qualcosa che potrebbe accadere nel futuro. È anticipazione. È il famoso “e se…?” che ci logora.

“E se sbaglio? E se mi giudicano? E se non ce la faccio? E se perdo tutto?”

E se invece imparassi a trasformare quelle domande in opportunità?

Le cause più comuni dell’ansia moderna

Viviamo nel periodo più veloce, più connesso e… più ansioso della storia umana. Non è un caso che i disturbi d’ansia siano in aumento, soprattutto tra i giovani. Ecco alcune delle principali cause:

1. Sovraccarico informativo

Riceviamo più informazioni in un giorno rispetto a quelle che un uomo medievale riceveva in tutta la vita. Notifiche, breaking news, video, podcast, email. Il cervello è sempre in modalità allerta.

2. Pressione sociale

La società ci spinge a essere sempre produttivi, sempre connessi, sempre migliori. “Devi fare, devi essere, devi apparire”. E quando non ce la fai? Ti senti sbagliato.

3. Mancanza di presenza

Siamo spesso nel passato (rimpianti) o nel futuro (paure). Ma è molto raro che viviamo veramente il presente. La meditazione mindfulness – vivi nel qui e adesso – non è solo una moda: è un antidoto a questo stato di perenne disconnessione.

4. Alimentazione e stile di vita

Dormire poco, mangiare male, ed essere completamente inattivi influenza negativamente tutto il sistema nervoso. L’ansia non è solo nella testa, è anche nel corpo. Uno studio del 2017 pubblicato su Nutritional Neuroscience ha evidenziato come una dieta ricca di zuccheri e povera di nutrienti aumenti i sintomi ansiosi (fonte).

5. Solitudine emotiva

Viviamo sempre più connessi digitalmente, ma sempre più soli. La mancanza di relazioni autentiche è uno dei più potenti carburanti dell’ansia.

4. Perché sostituire l’ansia con la gioia è possibile

Sembra quasi un sogno, vero? Un mondo interiore in cui al posto dell’ansia ci sia calma, al posto della tensione ci sia rilassamento, e al posto della preoccupazione… ci sia gioia.

Ma c’è una cosa fondamentale da capire: non è questione di magia. È questione di allenamento.

La mente è come un muscolo. Se per anni hai allenato la “palestra dell’ansia” – ovvero il rimuginare, l’anticipare scenari catastrofici, il preoccuparti di tutto e di tutti – allora è normale che quella parte sia diventata molto forte. Ma la buona notizia è che puoi allenare anche altre vie neurali: quelle della calma, della gratitudine, della gioia. È il principio della neuroplasticità.

E se credevi che bastava schioccare le dita per tramutare l’ansia in gioia, mi dispiace ammetterlo, ma non è così. Immagina di dover rieducare la tua mente ad anni di pensieri emotivi negativi. Se seguirai ogni consigliod i questo articolo ti consiglio che cambierai incredibilmente la chimica del tuo cervello.

Secondo il neuroscienziato Rick Hanson, “il cervello è come il velcro per le esperienze negative e come il teflon per quelle positive. Ma può imparare”.
(Fonte: Hanson, R. (2009). Buddha’s Brain)

Il velcro è quel materiale che “attacca” facilmente. Questo significa che le esperienze negative si “attaccano” facilmente alla nostra mente. Le ricordiamo di più, ci rimangono più impresse, e ci influenzano più a lungo. È un meccanismo di sopravvivenza antica: il nostro cervello primitivo doveva ricordare i pericoli per non morire. Peccato che oggi quei “pericoli” siano spesso psicologici.

“…e come il teflon per quelle positive”

Il teflon è il materiale antiaderente usato nelle padelle. Ci puoi buttare sopra l’uovo, ma non si attacca: scivola via subito. Quindi, le esperienze positive, al contrario tendono a scivolare via dalla nostra attenzione, a meno che non le “teniamo dentro” intenzionalmente. Hai mai ricevuto un complimento bellissimo e dimenticato dopo 2 ore… mentre invece una critica ti ha rovinato la settimana? Ecco, funziona proprio così.

Ma c’è una buona notizia!

Come dice Rick Hanson (che ha coniato questa espressione), possiamo addestrare il cervello a trattenere anche il positivo. Serve intenzionalità, presenza, e un po’ di pratica – come spiegato nella tecnica “Installare la gioia” che ti ho descritto sopra.

Bastano 20 secondi in cui assorbi una sensazione positiva, per iniziare a creare nuove connessioni nel cervello. È poco… ma è anche potentissimo.

5. Cambiare il dialogo interno: dalla paura alla possibilità

Qui entriamo nel vivo: il tuo dialogo interno ha un potere enorme. Se dentro di te ogni giorno c’è una voce che dice:

  • “Non sei abbastanza”

  • “Farai una figuraccia”

  • “E se andasse tutto male?”

…è ovvio che l’ansia si insinuerà come un ospite fastidioso.

Ora, non possiamo sempre controllare i pensieri che arrivano (anche perché spesso sono automatici, imparati nell’infanzia). Ma possiamo decidere come rispondere a quei pensieri. E con la pratica, possiamo anche iniziare a cambiarli.

Tecnica 1: “Etichetta e sposta”

Quando arriva un pensiero ansiogeno, invece di combatterlo, etichettalo.

Esempio: “Ecco, questo è il mio solito pensiero catastrofico.”
Oppure: “Questo è solo il mio cervello che cerca di proteggermi, ma non c’è pericolo reale.”

Poi sposta l’attenzione. Anche solo per pochi secondi. Guarda fuori dalla finestra. Respira. Fai una passeggiata. È un modo per interrompere il loop.

Tecnica 2: Ristrutturazione cognitiva

È un principio della terapia cognitivo-comportamentale (CBT), molto efficace nel trattamento dell’ansia. Consiste nel prendere un pensiero ansiogeno e metterlo in discussione.

Esempio:

  • Pensiero automatico: “Fallirò sicuramente all’esame.”

  • Domande da porsi:

    • Quali prove ho che andrà male?

    • C’è un’altra spiegazione?

    • Come parlerei a un amico in questa situazione?

6. Lavorare sul corpo: tecniche per aumentare la calma e il rilassamento del sistema nervoso

L’ansia non è solo un pensiero. È anche (e soprattutto) una reazione fisiologica. Il cuore accelera, il respiro si fa corto, i muscoli si tendono. E qui entra in gioco il sistema nervoso autonomo, in particolare il nervo vago: una vera e propria “autostrada” tra cervello e corpo.

Il segreto? Attivare il sistema parasimpatico, quello del rilassamento. Ecco alcune tecniche pratiche:

1. Respirazione diaframmatica (o “respiro del Buddha”)

  • Inspira dal naso per 4 secondi

  • Trattieni per 4 secondi

  • Espira lentamente dalla bocca per 6-8 secondi

  • Ripeti per 2-3 minuti

Questo tipo di respirazione stimola il nervo vago e calma immediatamente il sistema nervoso.

2. Training autogeno

Il Training Autogeno (TA), sviluppato dallo psichiatra tedesco Johannes Heinrich Schultz negli anni ’30, è una tecnica di auto-rilassamento profondo basata sull’uso di frasi mentali ripetute in uno stato di calma e concentrazione.

Non è meditazione, né ipnosi: è un metodo in cui tu stesso “auto-induci” il rilassamento, richiamando sensazioni corporee precise (come pesantezza, calore, calma…).

A cosa serve?

Il TA lavora sul sistema nervoso autonomo – quello che regola battito cardiaco, respiro, digestione… e ansia. In pratica, quando ti alleni con il TA:

  • Diminuirà l’attività del sistema simpatico (quello dell’allerta e dell’ansia)

  • Aumenterà l’attività del sistema parasimpatico (quello del riposo e della digestione)

  • La respirazione si calma, il battito rallenta, i muscoli si rilassano

  • Il cervello riceve un messaggio chiaro: “È tutto sotto controllo. Puoi stare tranquillo.”

Benefici principali del Training Autogeno

  • Riduce ansia, tachicardia, attacchi di panico

  • Migliora la qualità del sonno

  • Allevia tensioni muscolari e psicosomatiche

  • Aiuta a gestire meglio situazioni di stress o performance (esami, colloqui, sport)

  • Aumenta la consapevolezza corporea e la calma interiore

Esercizio pratico: “La pesantezza del braccio” (durata: 5-7 minuti)

Trova un posto tranquillo. Puoi sederti o sdraiarti, come ti è più comodo. L’importante è che la posizione sia rilassata e che tu non venga disturbato.

1. Chiudi gli occhi e inizia a respirare lentamente.

Concentrati sul respiro. Inspira ed espira senza forzare.

2. Ripeti mentalmente, molto lentamente, questa frase:

“Il mio braccio destro è pesante… molto pesante…”

Ripetilo 6-8 volte. Concentrati davvero sulla sensazione del braccio che diventa sempre più rilassato, come se si stesse “sciogliendo” o stesse affondando nel divano o nel letto. Immagina il peso, non forzarlo.

3. Quando senti una lieve sensazione di pesantezza, aggiungi:

“Sono completamente calmo… completamente calmo…”

Ripetilo per qualche istante, e poi puoi passare all’altro braccio, o terminare la sessione se sei agli inizi.

4. Per concludere, fai un piccolo “risveglio”:

Muovi un po’ le dita, respira più profondamente, apri gli occhi lentamente.

Con la pratica (2-3 volte a settimana), il corpo comincia a rispondere in automatico, rilassandosi già solo con la ripetizione delle frasi. È davvero un alleato prezioso, anche nei momenti in cui l’ansia arriva all’improvviso.

3. Movimento consapevole

Yoga, stretching dolce, tai chi, camminate nella natura. Tutto ciò che mette in movimento il corpo con gentilezza aiuta a scaricare l’energia accumulata e riportare equilibrio.
Pensa al corpo come a una batteria che ha bisogno di scaricarsi. L’ansia è energia compressa. Lascia che si muova!

7. Le pratiche quotidiane che trasformano (davvero) l’umore

Non serve stravolgere la vita per cambiare qualcosa. Ma serve consistenza.

Pratica 1: Gratitudine

Sì, lo so, sembra il classico consiglio da baci Perugina. Ma la scienza è con noi: praticare la gratitudine cambia il cervello.

Come fare? Ogni sera scrivi 3 cose per cui sei grato. Anche piccole: il sorriso di un collega, il sole sul viso, una canzone che ti ha fatto ballare.

Pratica 2: Yoga della risata: Quando il corpo ride, la mente si rilassa

Sembra assurdo, lo so: ridere senza motivo. Eppure funziona. Lo Yoga della Risata, ideato dal medico indiano Madan Kataria, unisce respirazione profonda, movimento, giochi di gruppo e risate simulate che, in breve tempo, diventano autentiche. E no, non serve essere felici per ridere: è il ridere che ti rende più felice.

Ridere attiva il sistema parasimpatico, abbassa il cortisolo (l’ormone dello stress) e rilascia endorfine, le sostanze chimiche della gioia.

La cosa divertente è che puoi praticare la risata senza dover guardare per forza un film comico, ogni qualvolta ti senti giù di morale, puoi migliorare l’umore grazie ad una risata autoindotta. In questo modo puoi cambiare velocemente il tuo stato d’animo. Andando avanti nella pratica ti sarà sempre più facile ridere a comando!

9. Gioia come scelta quotidiana: neuroplasticità e allenamento della mente

Sì, la gioia può diventare un’abitudine. Ma, come tutte le abitudini, va allenata.

Qui entra in gioco il concetto affascinante di neuroplasticità: la capacità del nostro cervello di cambiare struttura e funzionamento in base all’esperienza e all’allenamento mentale.

Ogni volta che pensi un pensiero, stai rinforzando un “sentiero” neurale. Più percorri quel sentiero, più diventa una strada principale.

Se ogni mattina pensi: “Oggi sarà un disastro”, indovina un po’? Il tuo cervello lo prende come verità.
Ma se inizi a pensare: “Oggi sono felice e la mia vita va alla grande”, stai iniziando a costruire un’autostrada alternativa.

Tecnica: “Installare la gioia” (secondo Rick Hanson)

  1. Notare un’esperienza positiva, anche piccola (un sorriso, un buon caffè, un momento di relax).

  2. Ampliarla: concentrati su quella sensazione, anche solo per 10-20 secondi.

  3. Assorbirla: immagina che stia “entrando” nel tuo corpo, nel tuo cuore, nella tua memoria.

Questa semplice pratica, ripetuta ogni giorno, ha un impatto reale sulla tua felicità percepita.

10. Quando l’ansia è troppa: chiedere aiuto è un atto d’amore

Parliamoci chiaro: non sempre bastano i rimedi naturali, sebbene nella maggioranza dei casi dipenda da fattori personali, quale mancanza di volontà nell’eseguirli. Tuttavia esistono momenti in cui l’ansia diventa un macigno che ci schiaccia. Quando interferisce con il sonno, con il lavoro, con le relazioni. Quando ci sembra di non avere più il controllo.

In questi casi, chiedere aiuto non è un fallimento. È un atto d’amore verso se stessi.

A chi rivolgersi?

  • Psicologi e psicoterapeuti: specializzati nel lavorare su ansia e stress, offrono strumenti personalizzati.

  • Psichiatri: in alcuni casi, se l’ansia è molto severa, può essere utile un supporto farmacologico temporaneo.

Cerca un professionista che ti ispiri fiducia, che ti ascolti con empatia. Non accettare mai un percorso che ti faccia sentire giudicato o inadeguato.

E ricorda: anche le persone più “forti” hanno bisogno di aiuto. Anzi, spesso sono proprio quelle che hanno imparato a chiederlo al momento giusto.

Conclusioni

Siamo arrivati alla fine di questo viaggio, ma forse per te è solo l’inizio.

Sostituire l’ansia con la gioia non è un miracolo da un giorno all’altro, ma è un cammino fatto di scelte quotidiane, di piccoli gesti, di nuove abitudini. Di ascolto. Di perdono. Di consapevolezza.

Significa smettere di sopravvivere e iniziare a vivere davvero.

La gioia non è assenza di difficoltà. È la capacità di sentire la vita anche dentro le difficoltà. Di aprirsi anche quando il cuore vorrebbe chiudersi. Di scegliere di vedere, ogni giorno, anche solo una goccia di luce.

E la bella notizia è che… puoi cominciare oggi. Proprio ora. Mentre leggi queste parole.

Fai un respiro profondo.

Sorridi, anche senza motivo.

E sappi che, nel tuo piccolo, hai appena iniziato ad allenare la gioia.

Nata e cresciuta a Rosignano Solvay , appassionata da sempre per tutto quello che ruota intorno al benessere della persona. Biologa, diplomata all'I.T.I.S Mattei