Attenzione al caffé: Se soffri di ipertensione potrebbe raddoppiare il rischio cardiaco
Un’indagine durata quasi 20 anni
Un team di ricercatori giapponesi ha osservato per quasi due decenni oltre 18.000 persone con età compresa tra i 40 e i 79 anni. Lo scopo era capire se il consumo abituale di caffè o tè verde influisse direttamente sul rischio di mortalità per cause cardiovascolari, soprattutto fra le persone con ipertensione.
Il risultato? Bere due o più tazze di caffè al giorno è stato associato a un rischio doppio di morte per problemi cardiovascolari nei soggetti con ipertensione grave, ovvero con una pressione pari o superiore a 160/100 mm Hg.
Il tè verde? Nessun effetto negativo
Al contrario, il tè verde – che contiene anche lui caffeina – non ha mostrato alcun aumento del rischio cardiovascolare a nessun livello di ipertensione. Un dato che ha sorpreso i ricercatori e che sembra suggerire che non sia solo la caffeina il fattore determinante.
Cos’è l’ipertensione grave?
La pressione sanguigna si misura con due numeri: il primo (sistolica) rappresenta la pressione quando il cuore batte, il secondo (diastolica) quando il cuore riposa. Una pressione considerata “normale” è sotto i 130/85 mm Hg.
Nel contesto dello studio, l’ipertensione è stata classificata in cinque livelli:
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Normale: sotto 130/85 mm Hg
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Normale alta: 130-139/85-89 mm Hg
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Ipertensione grado 1: 140-159/90-99 mm Hg
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Grado 2: 160-179/100-109 mm Hg
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Grado 3: sopra 180/110 mm Hg
Solo le persone con ipertensione di grado 2 o 3 hanno mostrato un aumento significativo del rischio di patologie cardiache in relazione al consumo di caffè.
Una tazza al giorno non fa male
Attenzione agli eccessi
La buona notizia è che bere una tazza di caffè al giorno non è stato collegato a un aumento del rischio di morte in nessuna delle categorie di pressione. Quindi, per chi ha la pressione sotto controllo, non c’è motivo di allarmarsi.
Ma per chi soffre di ipertensione grave, forse è il caso di fare attenzione: troppa caffeina può sovraccaricare il sistema cardiovascolare già sotto pressione. Sebbene lo studio abbia dimostrato che una tazzina di caffè è una dose accettabile per i pazienti affetti da ipertensione grave, il mio consiglio è quello di eliminare completamente dalla propria routine quotidiana l’assunzione di caffè e sostituirla ad esempio con il tè verde.
Perché il tè verde è più sicuro?
I polifenoli fanno la differenza
Una delle ipotesi avanzate dai ricercatori riguarda la composizione del tè verde. Oltre alla caffeina, questa bevanda è ricca di polifenoli, sostanze naturali con effetti antiossidanti e antinfiammatori. Questi composti potrebbero compensare gli effetti negativi della caffeina sul cuore.
In altre parole, mentre il caffè agisce più “di forza” sul sistema nervoso e cardiovascolare, il tè verde potrebbe avere un’azione più bilanciata, più “dolce ed equilibrata” sull’organismo.
Altri fattori in gioco
Chi beve più caffè, in media, ha uno stile di vita meno sano
Lo studio ha anche evidenziato che i grandi consumatori di caffè tendevano ad avere altri fattori di rischio: erano più giovani, spesso fumatori o bevitori, consumavano meno verdure e avevano livelli di colesterolo più alti. Questo non significa che il caffè sia la causa diretta dei problemi cardiaci, ma che potrebbe aggravare situazioni già delicate.
Cosa possiamo imparare da questo studio
Il caffè non è un nemico, ma va gestito
Il messaggio non è “smettiamo tutti di bere caffè”, ma piuttosto conosciamo meglio il nostro corpo e adattiamo le nostre abitudini. Per chi ha una pressione sanguigna elevata, è importante monitorare non solo i valori, ma anche l’assunzione di sostanze stimolanti come la caffeina.
Questo studio rappresenta un tassello importante per comprendere quanto sia cruciale personalizzare la prevenzione, specialmente in un mondo dove il caffè è una costante quotidiana.
Qualche riflessione finale
Il potere della moderazione
La ricerca ci insegna che anche qualcosa di apparentemente innocuo, come una tazzina di caffè, può avere effetti diversi a seconda delle condizioni individuali. E che “naturale” non è sempre sinonimo di “sicuro”.
Allo stesso tempo, il fatto che il tè verde non mostri effetti negativi – anzi, forse anche protettivi – apre interessanti scenari per chi cerca alternative al caffè, senza rinunciare alla carica mattutina.
In sintesi
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Due o più tazze di caffè al giorno possono raddoppiare il rischio di morte per cause cardiovascolari nelle persone con ipertensione grave.
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Una sola tazza al giorno non sembra essere pericolosa.
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Il tè verde, invece, risulta sicuro in ogni caso, probabilmente grazie ai suoi antiossidanti naturali.
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Chi soffre di pressione alta dovrebbe fare attenzione al consumo eccessivo di caffeina.
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