Scoperta la formula della felicità: I neuroscienziati l’hanno calcolata davvero!
Hai mai pensato che la felicità potesse essere racchiusa in una formula? Non una metafora, ma una vera e propria equazione. No, non è uno scherzo da bar né una trovata da motivatore in cerca di likes. Parliamo di uno studio scientifico serio, condotto da ricercatori dell’University College di Londra, che ha cercato di quantificare la felicità e persino di prevederla. E la parte più sorprendente? È tutto molto più semplice di quanto tu possa immaginare.
Lo studio sorprendente
Nel 2014, il neuroscienziato Robb Rutledge e il suo team pubblicarono su Nature Neuroscience uno studio che fece scalpore. Non si limitarono a definire cos’è la felicità, ma provarono a calcolarla. I partecipanti venivano sottoposti a una serie di decisioni e scommesse, mentre la loro attività cerebrale veniva monitorata tramite risonanza magnetica. A ogni vincita o perdita, veniva chiesto loro di indicare quanto fossero felici in quel momento.
Il risultato fu un modello matematico capace di prevedere, con una precisione impressionante, quanto una persona si sarebbe sentita felice dopo ogni evento. E no, la felicità non dipendeva dalla ricchezza assoluta o da quanto si era vinto. La chiave era un’altra.
La formula della felicità
Ecco la parte più affascinante. La felicità, secondo questo studio, non dipende tanto da ciò che otteniamo, ma dalle nostre aspettative. Detto in poche parole, siamo felici non quando le cose vanno bene, ma quando vanno meglio del previsto.
Ecco la formula semplificata:
Felicità = Ricompensa ottenuta – Ricompensa attesa
Ecco cosa significa davvero:
1. Ricompensa attesa
È ciò che ti aspetti di ottenere.
Ad esempio, pensi che oggi al lavoro riceverai un complimento dal capo, oppure ti aspetti di trovare traffico, o di vincere 10 euro al gratta e vinci.
2. Ricompensa ottenuta
È ciò che effettivamente ottieni.
Magari il capo non solo ti fa un complimento, ma ti propone anche un avanzamento di ruolo. Oppure invece del traffico trovi tutte le strade libere. O vinci 100 euro invece di 10.
3. (Ricompensa ottenuta − Ricompensa attesa)
È la sorpresa positiva o negativa, cioè quanto la realtà ha superato (o deluso) le tue aspettative.
Ora uniamo tutto
L’equazione dice che la tua felicità in un dato momento dipende:
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da quanto ti aspettavi
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e da quanto la realtà ha superato (o deluso) quelle aspettative
Quindi:
🟢 Se ottieni più di quanto ti aspettavi, la differenza è positiva → sei felice
🔴 Se ottieni meno di quanto ti aspettavi, la differenza è negativa → sei deluso
Un esempio concreto
Immagina che stasera tu vada a una festa.
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Ti aspetti una serata noiosa → ricompensa attesa: bassa
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Invece, ti diverti tantissimo, rivedi amici, balli → ricompensa ottenuta: alta
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La differenza è grande → esplosione di felicità
Oppure:
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Ti aspetti una festa indimenticabile → ricompensa attesa: altissima
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La festa è carina ma niente di che → ricompensa ottenuta: media
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La differenza è negativa → rimani un po’ deluso, nonostante oggettivamente non sia andata male
La felicità non dipende solo da quanto otteniamo, ma soprattutto da quanto otteniamo rispetto a ciò che ci aspettavamo.
È un po’ come al ristorante:
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Se pensi che il piatto sarà mediocre e invece è delizioso, lo apprezzerai il doppio
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Se pensi che sarà il miglior piatto della tua vita e invece è solo buono, ti deluderà
La sorpresa positiva è il vero motore della felicità.
Se volessimo tradurla in parole ancora più semplici:
Felicità = Quanto speravi + Quanto ti ha stupito (in meglio). La felicità non si trova nell’avere tutto, ma nel ricevere più di quanto credevi possibile.
Ed è per questo che abbassare leggermente le aspettative può rendere la vita più leggera, più vera… e sorprendentemente più felice.
Insomma, aspettative basse, vita felice. Ma attenzione, non è un invito al pessimismo cosmico. È piuttosto un invito all’apertura alla sorpresa, alla gratitudine e al realismo emotivo.
NOTA BENE: Nello studio si è preso in considerazione anche altri fattori, come ad esempio la base emotiva di partenza, dato che alcuni partono più felici di altri.
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Il ruolo del cervello
Attraverso la risonanza magnetica, gli scienziati hanno osservato che il Nucleus Accumbens, una regione associata alla dopamina, si attivava soprattutto quando la ricompensa ottenuta superava le aspettative.
In parole povere, il nostro cervello è un calcolatore emozionale: paragona costantemente ciò che si aspettava con ciò che accade davvero. E se c’è un “wow”, parte la festa chimica!
Le implicazioni quotidiane di questa scoperta
Questa scoperta ha implicazioni enormi. Ecco alcuni esempi concreti:
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Aspettiamo una promozione da mesi. Se arriva, sì, siamo contenti, ma se non ce l’aspettavamo per nulla e ce la danno, siamo euforici.
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Usciamo con amici pensando che sarà una serata normale. Invece, succede qualcosa di inaspettato e meraviglioso. Ricorderemo quella serata per anni.
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Saliamo su una bilancia. Se ci aspettiamo il peggio e scopriamo di aver perso peso, ci sentiamo benissimo. Se ci aspettavamo un miracolo e vediamo solo 200 grammi in meno, la delusione ci rovina la giornata.
Una lezione antica in una formula moderna
Sembra una scoperta recente, vero? Ma se guardiamo con attenzione, ci accorgiamo che questa “formula della felicità” era già scritta, seppure in altri termini, nei pensieri degli antichi filosofi.
In particolare, gli stoici greci e romani avevano già compreso un principio fondamentale: la nostra felicità non dipende da ciò che ci accade, ma da come scegliamo di interpretarlo.
Prendiamo Seneca, uno dei massimi esponenti dello stoicismo romano.
“Non è la fortuna che rende felici, ma la disposizione d’animo”
Con queste parole intendeva dire che non sono gli eventi esterni – come soldi, successi o applausi – a determinare la nostra felicità, bensì il nostro atteggiamento mentale e il nostro modo di reagire a ciò che la vita ci propone.
Anche Marco Aurelio, imperatore e filosofo, era dello stesso avviso. Nei suoi “Pensieri”, ci invita più volte a non aspettarci che le cose vadano sempre lisce, ma ad accettare in anticipo che il mondo sia pieno di imprevisti, ostacoli e delusioni. Secondo lui, la serenità nasce dal non stupirsi troppo quando qualcosa va storto, ma dall’accoglierlo con equilibrio.
Come posso applicare questa formula nella vita di tutti i giorni?
Ecco alcuni suggerimenti per allenarsi alla felicità secondo questa prospettiva:
Aspettati meno
Non significa smettere di ambire, ma imparare a godere anche del minimo miglioramento. Ogni progresso è una piccola festa.
Coltiva la gratitudine
Allenati a notare ciò che va bene. Il cervello tende a focalizzarsi su ciò che manca, ma può essere anche educato a vedere ciò che già c’è.
Sii curioso, e non rigido
Quando non ti aspetti nulla di preciso, ogni sorpresa è un dono. Abbandona l’ossessione per il controllo totale.
Non inseguire la felicità
A volte cerchiamo troppo e ci sfugge ciò che è già sotto gli occhi. Fermati, ascolta e riconosci quel momento in cui tutto, anche solo per un attimo, ha senso.
Conclusione
Quante volte mi sono trovato deluso non perché le cose siano andate male, ma perché mi ero creato un film mentale che nessuna realtà avrebbe potuto eguagliare. Al contrario, le sorprese inaspettate, le coincidenze e le piccole gioie impreviste… quelle sì che mi hanno fatto sentire vivo e saltare di gioia.
Questa formula non ci dà la felicità in provetta, ma ci ricorda una cosa semplice e profonda:
La felicità non è nel risultato, ma nella distanza tra ciò che speravi e ciò che hai ricevuto.
E a volte, basta solo abbassare il volume delle aspettative per essere felici.
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