Questa incredibile nuova bioplastica potrebbe essere il supermateriale del futuro

bioplastica

Negli ultimi anni, la lotta per trovare alternative sostenibili alla plastica derivata dal petrolio è diventata una vera e propria corsa contro il tempo. Le nostre società, infatti, sono ormai profondamente dipendenti da materiali che, pur essendo versatili ed economici, creano problemi ambientali enormi e duraturi. Ma c’è una buona notizia: un team di scienziati dei materiali della Rice University sembra aver trovato una strada promettente.

Parliamo di un nuovo biomateriale ottenuto dai batteri, chiamato BCBN – cellulosa batterica combinata con nitruro di boro esagonale. Un nome complesso per un’idea semplice e brillante: ovvero quello di sfruttare la natura e guidarla con la tecnologia per ottenere un materiale forte, resistente e rispettoso dell’ambiente.

Come funziona questa bioplastica “intelligente”

Normalmente, quando i batteri producono cellulosa, le fibre si dispongono in modo casuale. È un po’ come avere un mucchio di fili di cotone sparsi alla rinfusa: resistenti sì, ma non abbastanza organizzati per creare qualcosa di eccezionale.

Il team della Rice University ha deciso di cambiare le regole del gioco. All’interno di un bioreattore, hanno fatto “ruotare” i microbi mentre crescevano, costringendo le fibre di cellulosa ad allinearsi in modo ordinato.

Questo semplice cambiamento strutturale ha liberato un potenziale meccanico impressionante, paragonabile a quello di certi metalli, vetri e plastiche ad alte prestazioni.

Come spiega MASR Saadi, uno dei ricercatori:

“Invece di far muovere i batteri in modo casuale, diamo loro istruzioni precise, allineando così la loro produzione di cellulosa.”

Personalizzazione su scala nanometrica

Il vero colpo di genio è il fatto che questa tecnica permette di integrare additivi nanometrici direttamente nella cellulosa batterica durante la crescita. Ciò significa che il materiale può essere personalizzato a seconda delle esigenze: più resistenza, migliore conduzione termica, flessibilità maggiore… le possibilità sono ampie.

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Dal bioreattore al foglio trasparente

Il processo produttivo è affascinante:

  1. Incubazione dei batteri in una camera di filatura che ruota, per allineare le fibre.

  2. Produzione di cellulosa in fogli sottili e uniformi.

  3. Essiccazione del materiale per ottenere una pellicola trasparente e flessibile.

Il risultato? Un materiale che non solo è bello da vedere — una sorta di “pellicola” limpida come la plastica trasparente — ma è anche incredibilmente resistente.

Le prestazioni sorprendenti del BCBN

Il primo test, senza additivi, ha già dato risultati notevoli:

  • Resistenza alla trazione fino a 436 megapascals (MPa), paragonabile all’acciaio dolce.

  • Flessibilità notevole, mantenendo però una buona rigidità.

Poi, i ricercatori hanno voluto fare un passo in più: nella soluzione nutritiva dei batteri hanno aggiunto nanosfoglie esagonali di nitruro di boro.

Il risultato è stato sorprendente:

  • Conducibilità termica triplicata rispetto alla cellulosa batterica standard.

  • Resistenza alla trazione aumentata fino a 553 MPa.

Perché il nitruro di boro è così speciale

Il nitruro di boro esagonale (h-BN) è un materiale dalle proprietà eccezionali: leggero, resistente al calore, chimicamente stabile e con una capacità straordinaria di condurre il calore. Aggiungerlo alla cellulosa batterica significa ottenere un materiale “intelligente” capace di resistere a condizioni estreme in modo da essere usato in applicazioni tecnologiche avanzate.

Possibili applicazioni

Il responsabile della ricerca, Muhammad Maksud Rahman, è ottimista:

“Prevediamo che questi fogli di cellulosa batterica resistenti, multifunzionali ed ecocompatibili diventeranno onnipresenti, in quanto saranno in grado di sostituire la plastica in vari settori e contribuendo a mitigare i danni ambientali.”

Le applicazioni possibili sono tantissime:

  • Elettronica: dissipazione del calore in dispositivi come smartphone e computer.

  • Sistemi di accumulo energia: rivestimenti sicuri per batterie o supercondensatori.

  • Gestione termica: componenti per impianti industriali e veicoli elettrici.

  • Imballaggi: sostituzione di pellicole e contenitori di plastica.

Un passo avanti verso la sostenibilità

Immaginate un futuro in cui i dispositivi elettronici vengano costruiti con materiali biodegradabili, in cui le confezioni non restino nei mari per secoli e in cui le industrie possano ridurre drasticamente la dipendenza dal petrolio.

Il BCBN potrebbe essere uno dei tasselli fondamentali di questo puzzle. Certo, la strada verso la produzione su larga scala è ancora lunga: bisognerà testare la durata nel tempo, l’impatto ambientale del processo produttivo e i costi industriali.

Ma l’idea che piccoli batteri, guidati dall’uomo, possano creare un materiale così avanzato è già di per sé affascinante.

Conclusione

Questa innovazione mi fa pensare a come la natura, se guidata con intelligenza e rispetto, possa offrirci soluzioni che vanno ben oltre ciò che immaginiamo. Non si tratta solo di trovare un sostituto della plastica, ma di ripensare completamente il nostro rapporto con i materiali.

Per decenni abbiamo creato prodotti pensati per durare oltre ogni necessità, senza considerare che la Terra non ha spazi infiniti per ospitare i nostri rifiuti. Oggi, la scienza ci sta dando una seconda possibilità: materiali che funzionano come quelli artificiali, ma che possono tornare alla natura senza lasciar cicatrici.

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Nata e cresciuta a Rosignano Solvay , appassionata da sempre per tutto quello che ruota intorno al benessere della persona. Biologa, diplomata all'I.T.I.S Mattei