La verità che nessuno dice: sport e ansia non combattono la stessa battaglia

Se davvero bastasse infilarsi un paio di scarpe da ginnastica, uscire di casa e correre mezz’ora per scacciare ogni pensiero ansioso, nessuno soffrirebbe più di ansia, ma purtroppo, la realtà è più complessa di così.
Non fraintendiamoci. Il movimento è un dono prezioso per la mente e per il corpo. Camminare, correre, e persino ballare sono attività che portano benefici indiscutibili per la mente in quanto sono attività che aumentano la produzione di endorfine, stimolano la serotonina e riducono i livelli di cortisolo.
È come aprire una finestra in una stanza soffocante e far entrare aria fresca, tuttavia l’aria fresca non cambia la struttura della casa.
Ecco il punto centrale: l’ansia non è solo tensione fisica e non è solo un eccesso di adrenalina che puoi bruciare correndo attorno a un parco. L’ansia nasce da pensieri, convinzioni e paure profonde, che hanno soggiogato la tua mente.
Basta davvero correre per sconfiggere l’ansia?
Molti coach motivazionali urlano slogan come “Basta muoverti e l’ansia se ne va”. Ma quanto c’è di vero in tali affermazioni?
I benefici reali del movimento
La scienza conferma che l’attività fisica porta vantaggi psicologici concreti ed evidenti. Alcuni dei più noti sono:
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Aumento delle endorfine, le cosiddette “molecole della felicità”
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Stimolazione della serotonina, che regola l’umore e il sonno
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Riduzione del cortisolo, noto ormone dello stress
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Miglioramento della qualità del sonno e della concentrazione
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Maggiore ossigenazione del cervello e forte sensazione di energia
È come dare al sistema nervoso una piccola vacanza, una pausa in cui tutto sembra più leggero.
I limiti del movimento
Eppure correre non rappresenta una bacchetta magica. L’ansia non scompare per il semplice fatto che hai fatto cento squat. Immagina una persona con ansia sociale: può allenarsi due ore al giorno, ma quando entra in un supermercato affollato, la paura del giudizio ritorna come un treno in corsa.
Questo accade perché l’ansia dipende soprattutto dalla propria narrazione mentale. Fare esercizio fisico può nei suoi limiti migliorare questa narrazione, tuttavia il movimento non rappresenta il fattore più importante per la cura dell’ansia, sebbene possa aiutare!
Il cervello costruisce storie, scenari e minacce immaginarie. Il corpo può rilassarsi per mezz’ora dopo una corsa, ma se la mente rimane intrappolata in convinzioni distorte, l’ansia è pronta a bussare di nuovo.
Conosco moltissime persone che vivono praticamente sul divano e che non sanno nemmeno cosa sia l’ansia. Allo stesso tempo, conosco sportivi instancabili che, nonostante corse quotidiane e allenamenti duri, continuano a convivere con paure e pensieri ossessivi.
Questo ci insegna una cosa: l’attività fisica è preziosa, ma non rappresenta il fattore decisivo. L’ansia non si misura in chilometri percorsi o in ore di palestra, ma nella capacità di lavorare sulla mente e sulle cause profonde che hanno instillato in noi questa paura eccessiva.
C’è poi un altro punto che spesso viene ignorato. Allenarsi fa bene, ma allenarsi troppo può peggiorare la situazione. Il sovrallenamento, cioè l’eccesso di sforzo fisico senza i giusti tempi di recupero, alimenta l’ansia, anziché ridurla.
Quando il corpo viene stressato oltre misura:
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Aumentano i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress
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Si abbassa la qualità del sonno, generando stanchezza e irritabilità
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Diminuiscono le difese immunitarie, portando a malessere generale
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La mente interpreta il continuo affaticamento come un pericolo, alimentando stati di agitazione
In pratica, invece di calmare l’ansia, il sovrallenamento la rende più forte, poiché il corpo rimane in una costante condizione di paura e allerta.
Ecco perché regolarsi è fondamentale. Meglio una corsa moderata di mezz’ora tre volte a settimana piuttosto che maratone quotidiane senza pausa. L’attività fisica funziona come una medicina: la giusta dose apporta benefici, ma un eccesso può diventare veleno.
Quindi sì, il movimento aiuta e tanto, ma non è tutto e non è nemmeno il fattore più importante!
Non alleni i muscoli per guarire la mente!
Se ti fa male il gomito non pensi certo a guarirlo con la meditazione o con la respirazione profonda. Queste pratiche possono aiutare, certo, perché riducono lo stress e l’infiammazione generale del corpo, accelerando indirettamente la guarigione, ma non rappresentano il fattore decisivo, così come la corsa non è il fattore decisivo nella cura dell’ansia.
Per il gomito quello che conta davvero sono lo stretching, la fisioterapia e gli esercizi mirati. Allo stesso modo, quando il problema è mentale servono strumenti specifici per la mente.
Strumenti per lavorare sulla mente
Ecco alcune tecniche che la ricerca scientifica e la pratica clinica considerano DAVVERO utili per ridurre l’ansia:
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Respirazione diaframmatica: semplice, ma potentissima. Rallenta il battito cardiaco e attiva il sistema parasimpatico, quello del rilassamento.
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Meditazione mindfulness: allena la mente a rimanere ancorata al momento presente, smontando il flusso costante di pensieri intrusivi.
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Training autogeno: un insieme di esercizi di rilassamento che riducono la tensione muscolare.
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Yoga della risata: sembra un gioco, ma ridere in modo consapevole libera endorfine e scioglie la paura.
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Ristrutturazione cognitiva: tecnica psicologica che aiuta a smontare convinzioni irrazionali e sostituirle con pensieri più realistici.
Il ruolo della fisiologia del rilassamento
Quando ci rilassiamo, non è solo una sensazione mentale. Il corpo intero cambia. Il sistema parasimpatico prende il sopravvento, rallentando il battito cardiaco, abbassando la pressione sanguigna, e facilitando la digestione. È come passare da una corsa frenetica a un tramonto lento e silenzioso.
Perché il lavoro mentale è indispensabile?
L’ansia è un problema complesso, fatto di pensieri, emozioni e reazioni fisiologiche intrecciate. Non basta scaricare energia con il movimento, bisogna anche imparare a gestire la mente.
Alla radice della paura
Il passo più difficile, ma anche il più importante, e quindi il fattore davvero decisivo per la cura dell’ansia è rappresentato dalla consapevolezza di capire da dove deriva la tua paura.
La consapevolezza come chiave
L’ansia è spesso alimentata da convinzioni e pensieri automatici che sembrano veri, ma non lo sono affatto. Un esempio classico è la paura del giudizio degli altri. Quante volte entrando in una stanza, hai sentito gli occhi degli altri puntati addosso, come se tutti stessero analizzando i tuoi difetti?
La realtà è che la maggior parte delle persone è troppo occupata a pensare a sé stessa. Ecco un piccolo trucco mentale che può davvero aiutarti: ricorda che, nel giro di cinque minuti, chi ti ha guardato si dimenticherà di te. E quindi puoi prendertela comoda! Non sei il centro del mondo come la tua ansia vorrebbe farti credere.
La consapevolezza è proprio questo: bisogna smontare la finzione costruita dalla mente e riportare i pensieri su un terreno realistico.
Ristrutturare i pensieri
La psicologia utilizza una tecnica fondamentale, nota con il nome di ristrutturazione cognitiva, che consiste nell’imparare a riconoscere e modificare i pensieri distorti. Funziona così:
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Individua il pensiero ansioso: “Tutti penseranno che sono ridicolo”.
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Mettilo in discussione: “Ho prove concrete di questo? O è solo una mia supposizione?”
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Sostituiscilo con uno più realistico: “Forse qualcuno mi noterà per un attimo, ma poi tornerà ai suoi pensieri”.
All’inizio può sembrare difficile da fare, quasi forzato, ma con la pratica il cervello impara a reagire in modo differente. È come allenare un muscolo invisibile: quello della lucidità.
L’ansia come fuoco che brucia ossigeno
L’ansia vive di convinzioni che la alimentano, proprio come un fuoco che ha bisogno di ossigeno per ardere. Se togli l’ossigeno, il fuoco si spegne.
Allo stesso modo, quando smonti i pensieri che danno forza all’ansia, questa inizia a perdere di intensità. Non si tratta di eliminare del tutto la paura, perché un po’ di ansia fa parte della vita. Si tratta di renderla gestibile e di riportarla a una dimensione in cui non governa più le tue scelte.
Un percorso a più dimensioni
Mettere insieme tutto ciò che abbiamo visto in questo articolo significa riconoscere che l’ansia non si vince su un solo fronte. È un lavoro a più dimensioni, che comprendono al suo interno:
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Il movimento che ti aiuta a scaricare le tensioni e a riequilibrare il corpo.
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Le tecniche mentali che ti insegnano a rilassarti e a riprendere il controllo dei tuoi pensieri.
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La consapevolezza che ti permette di andare alla radice e spegnere le convinzioni che alimentano la paura.
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