Scoperti frammenti di plastica nel cuore umano: cosa significa per la nostra salute

microplastiche cuore

L’inquinamento plastico ci ha davvero invaso..

Chi l’avrebbe mai detto? Le microplastiche – quelle minuscole particelle di plastica larghe meno di cinque millimetri – non si limitano più a inquinare mari, spiagge, pesci o persino il sale da cucina. Adesso, hanno raggiunto una nuova frontiera: il cuore umano. Sì, hai capito bene. Il nostro organo più prezioso, quello che ci tiene in vita ogni secondo, potrebbe essere contaminato da plastica.

Una recente ricerca dell’American Chemical Society (ACS) ha portato alla luce una scoperta tanto inquietante quanto rivoluzionaria: sono state trovate microplastiche nei tessuti cardiaci di alcuni pazienti operati al cuore. Ma non solo lì. Le particelle sono state rinvenute anche nel loro sangue, prima e dopo l’intervento. Un dettaglio che cambia tutto.

Scoperta plastica nel cuore durante interventi chirurgici

Uno studio pilota, ma dai risultati inquietanti

Lo studio ha coinvolto pazienti sottoposti a interventi chirurgici al cuore. Durante le operazioni, i ricercatori hanno raccolto:

  • Campioni di tessuto cardiaco

  • Campioni di sangue pre e post-operatori

Grazie a tecnologie di imaging altamente sofisticate, sono riusciti a identificare microplastiche di dimensioni tra i 20 e i 500 micrometri nella maggior parte dei tessuti esaminati.

Ma da cosa erano composte queste particelle? Principalmente da:

  • Polietilene tereftalato (PET) – lo stesso usato per le bottiglie d’acqua

  • Cloruro di polivinile (PVC) – presente in tubi, cavi elettrici e molto altro

Anche il sangue non è rimasto “pulito”

E come se non bastasse, anche il sangue conteneva plastica. Dopo l’intervento, le particelle erano più piccole e più varie, suggerendo un’esposizione interna ancora più estesa. Questo porta a pensare che:

  • Le procedure mediche stesse potrebbero introdurre microplastiche nel corpo

  • Il sistema cardiovascolare non è affatto immune da questa invasione

Possibili implicazioni: cosa può fare la plastica al nostro cuore?

Non è solo una curiosità scientifica

Siamo abituati a sentir parlare di microplastiche nei pesci o nei mari, ma vederle “nuotare” nei nostri cuori è tutta un’altra storia. Questa scoperta apre le porte a una serie di interrogativi importanti:

  • Le microplastiche possono alterare il funzionamento del cuore?

  • Possono aumentare il rischio di infiammazioni, coaguli o patologie cardiovascolari?

  • Gli strumenti chirurgici o le procedure mediche sono una fonte diretta di contaminazione?

La verità è che non lo sappiamo ancora con certezza. Lo studio è stato definito “pilota”, ovvero preliminare, e ha coinvolto un numero ridotto di partecipanti. Ma ciò non significa che i risultati non siano allarmanti.

Perché dovremmo preoccuparci?

Un problema globale.. e personale

Questa scoperta si inserisce in un quadro ben più ampio. Le microplastiche sono già state trovate:

  • Nell’acqua potabile

  • Negli alimenti (dai crostacei al sale)

  • Nell’aria che respiriamo

  • In vari organi umani, inclusi polmoni, intestino, e placenta

E ora, anche nel cuore.

Non è un’esagerazione dire che la plastica è diventata parte integrante del nostro corpo, nel senso più letterale possibile. E, a lungo andare, questa presenza potrebbe avere effetti profondamente negativi sulla nostra salute.

E adesso? Serve più ricerca, ma anche più consapevolezza

Gli autori dello studio sono stati chiari: servono ulteriori indagini scientifiche per capire:

  • Come entrano le microplastiche nel sistema cardiovascolare

  • Cosa succede quando rimangono nel cuore a lungo

  • Quali conseguenze reali possono avere per chi si sottopone a interventi chirurgici

Ma mentre la scienza cerca risposte, una cosa è certa: abbiamo un problema di plastica, e non possiamo più ignorarlo. Non basta più evitare le cannucce o scegliere il sacchetto di carta: è necessario un ripensamento radicale del nostro rapporto con la plastica.

Conclusioni

Una volta si diceva che una persona “aveva un cuore di pietra” o un “cuore di plastica” per dire che era fredda, e insensibile. Ma oggi, questa espressione assume un significato fin troppo reale. Le microplastiche sono dentro di noi, nel cuore, nel sangue. E questa non è più fantascienza: è scienza, cruda e attuale.

Forse è arrivato il momento di chiederci: quanta plastica vogliamo ancora tollerare nel nostro mondo… e dentro di noi?

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Nata e cresciuta a Rosignano Solvay , appassionata da sempre per tutto quello che ruota intorno al benessere della persona. Biologa, diplomata all'I.T.I.S Mattei