La rigidità mentale è il tuo peggior nemico!

rigidità mentale

Hai mai percepito quella strana sensazione di restare bloccato sempre nelle tue convinzioni? Ecco, quella sensazione prende il nome di rigidità mentale.

Molto spesso la confondiamo con la coerenza o con la forza di carattere, ma fai particolare attenzione: la rigidità mentale non è altro che la resistenza al cambiamento positivo. Ed è proprio per questo motivo, che è uno dei peggiori, se non il nemico numero 1 della della tua crescita personale.

Cos’è davvero la rigidità mentale?

La rigidità mentale è la tendenza a mantenere gli stessi schemi di pensiero anche quando la realtà cambia. Ti sforzi, ti arrabbi, ma continui a usare lo stesso metodo solo perché “ha sempre funzionato così”.

Le persone rigide mentalmente:

  • Si aggrappano alle proprie convinzioni come se fossero verità assolute.

  • Faticano ad accettare opinioni diverse.

  • Temono l’incertezza, preferendo un errore conosciuto a una possibilità nuova.

  • Si difendono con frasi come “Io sono fatto così” o “È sempre stato così”.

Una review pubblicata su Frontiers in Human Neuroscience (2023) definisce la rigidità come “la tendenza a perseverare in schemi cognitivi, emotivi o comportamentali anche quando non sono più efficaci”. È una sorta di “pigrizia neurale”, dove la mente sceglie la via più conosciuta invece di adattarsi a nuove informazioni.

Perché la rigidità mentale è così pericolosa?

Perché spegne la curiosità, e la curiosità è la linfa della crescita personale. Chi è mentalmente rigido si condanna a rivivere sempre le stesse esperienze, anche se cambia scenario, lavoro o partner.

In psicologia si parla spesso di bias cognitivi, ovvero scorciatoie mentali che ci portano a confermare ciò che già crediamo. Quando la mente è rigida, questi bias diventano dei veri e propri muri invalicabili, che non ci permettono più di osservare in modo oggettivo la realtà, ma solo quello che vogliamo vedere.

La vita non segue un percorso statico, ma cambia, mettendoci alla prova continuamente. Chi resta fermo viene travolto!

Uno studio pubblicato su Psychological Research nel 2023 ha dimostrato che la rigidità sociale e ideologica (come l’incapacità di accettare opinioni diverse) è correlata con la rigidità cognitiva: chi è rigido nei giudizi sociali tende anche a esserlo nei processi di ragionamento e problem-solving.

Ecco alcuni esempi di rigidità mentale nella vita quotidiana

“Non mi serve cambiare lavoro, anche se sto male”

Marco lavora da anni in un’azienda che non lo valorizza. È frustrato, ma ogni volta che qualcuno gli dice di cercare altrove, risponde:

“Ormai ho la mia età, ricominciare sarebbe troppo difficile.”

Dove sta il problema? Marco confonde la sicurezza con la stabilità. La paura dell’ignoto gli impedisce di vedere opportunità di crescita. La sua mente preferisce un disagio conosciuto a una possibilità incerta. In realtà, questo tipo di rigidità è ciò che spesso porta all’esaurimento nervoso o a un forte senso di vuoto professionale..

“Non mi scuserò mai, anche se ho esagerato”

Durante una discussione, Luca alza la voce con la compagna. In cuor suo sa di aver esagerato, ma dice:

“Se chiedo scusa, sembra che abbia torto io.”

Dove sta il problema? Luca confonde l’ammissione di errore con la perdita di valore personale. La rigidità mentale, in questo caso, distrugge la comunicazione e alimenta i conflitti. In realtà, chiedere scusa non toglie nulla, anzi, è una forma di forza interiore e di intelligenza emotiva.

“Non voglio andare dallo psicologo, non sono mica matta”

Giulia soffre d’ansia, ma si rifiuta di chiedere aiuto:

“Lo psicologo è per chi ha problemi seri, io devo solo resistere.”

Dove sta il problema? Questo tipo di rigidità nasce dallo stigma culturale verso la salute mentale. Giulia resta intrappolata nella convinzione che chiedere aiuto significhi essere deboli, mentre in realtà è proprio l’esatto opposto: è il primo passo per liberarsi da schemi mentali che la stanno opprimendo.

“La mia opinione è quella giusta, punto.”

Nel suo gruppo di amici, Roberto interrompe chiunque la pensi diversamente su politica e sport. Non ascolta, alza la voce, e spesso finisce isolato.

Dove sta il problema? Roberto soffre di conferma cognitiva: cerca solo informazioni che confermino le sue convinzioni e rifiuta tutto il resto. Questa forma di rigidità riduce la capacità critica e crea un mondo ristretto dove tutto è “o bianco o nero”.

È esattamente ciò che diversi studihanno collegato alla rigidità cognitiva: la tendenza a difendere le proprie idee anche di fronte a prove contrarie.

“Io non cambio mai idea, è una questione di coerenza”

Francesco è orgoglioso della sua coerenza, ma spesso finisce per difendere posizioni che non sente più sue, solo per non “contraddirsi”.

Dove sta il problema? La rigidità mentale mascherata da coerenza è tra le più difficili da riconoscere. La coerenza sana nasce dal rispetto dei propri valori; quella rigida nasce dalla paura di apparire deboli. In realtà, cambiare idea non è incoerenza, ma segno incontrovertibile di intelligenza e di evoluzione.

“Non posso fallire”

Matteo è un perfezionista. Quando riceve una critica, la vive come un disastro. Si blocca, rimanda, o abbandona i progetti per paura di sbagliare.

Dove sta il problema? La rigidità qui è di tipo emotivo. Non riesce a tollerare l’errore. Gli studi di psicologia mostrano che la flessibilità cognitiva permette di ristrutturare i fallimenti come esperienze di apprendimento. Matteo, invece, vede ogni errore come un giudizio sul proprio valore personale.

Ecco l’antidoto per aumentare la propria flessibilità mentale

Essere flessibili significa saper adattare il proprio pensiero al contesto, accogliere nuove informazioni, rielaborarle e crescere.

La flessibilità mentale è un segno di intelligenza profonda. Albert Einstein diceva:

“La misura dell’intelligenza è data dalla capacità di cambiare.”

Chi è flessibile:

  • Sa mettere in discussione sé stesso senza sentirsi svalutato.

  • Sceglie l’apertura invece della difesa.

  • Accoglie il dubbio come un alleato, e non come un nemico.

  • Si chiede “e se avessi torto?” con genuina curiosità, e non ingenua passività, cose assai diversa. Il primo vuole imparare, il secondo soccombe.

E soprattutto, non ha paura di cambiare idea. Anzi, lo considera un segno di crescita.

Diversi studi lo confermano: Una review su Frontiers in Human Neuroscience (2024) ha definito la flessibilità cognitiva come “la capacità di modificare strategie cognitive e comportamentali in risposta a cambiamenti del contesto”. In altre parole, è ciò che ci permette di evolverci invece di restare imprigionati nelle nostre abitudini.

Un’altra ricerca ha scoperto che le persone con maggiore flessibilità cognitiva mostrano maggiori livelli di adattamento e minori assenze per malattia, a dimostrazione di quanto questo tratto influisca sul benessere complessivo.

Quando la rigidità nasce dalla paura

Dietro ogni mente rigida c’è quasi sempre una paura profonda. Paura di perdere il controllo, di fallire, di essere giudicati, o di sentirsi inadeguati.

Non a caso, in psicologia, la flessibilità è uno degli indicatori principali di benessere emotivo. Le persone mentalmente elastiche affrontano meglio i traumi, gli imprevisti e persino l’invecchiamento cognitivo.

Uno studio pubblicato su Frontiers in Psychiatry (2022) ha mostrato che la rigidità cognitiva è un predittore indipendente dei tratti ossessivo-compulsivi, dimostrando come l’incapacità di adattarsi possa favorire lo sviluppo di disturbi psicologici.

Come allenare la mente alla flessibilità

Fortunatamente, la rigidità mentale non è una condanna, ma un’abitudine, e come ogni abitudine può essere cambiata.

Ecco alcune strategie concrete per cominciare:

Cambia prospettiva ogni tanto

Prova a guardare una situazione con gli occhi di un altro. Ti stupirà quante verità diverse esistono.

ESEMPIO: Se sei convinto che la vita delle donne sia più difficile di quella degli uomini, prova a fare un esperimento semplice ma illuminante: partecipa a un gruppo dove si parla dei problemi maschili, ascoltando davvero, senza giudicare, senza confrontare, e solo per comprendere.

Potresti scoprire realtà che non avevi mai considerato, e storie che ribaltano le tue convinzioni. Questo ti aprirà la mente: non rinnegare ciò che pensi, ma ingloba le nuove esperienze al fine di arricchire la tua visione del mondo.

Sbagliare è normale

Gli errori sono gli attrezzi indispensabili del pensiero flessibile. Ogni volta che sbagli, impari qualcosa di nuovo su te stesso.

Ricorda bene, che uno dei fattori più importanti che abbiamo a nostra disposizione è l’esperienza, e per farla, sbaglieremo, inevitabilmente. Dimentica tutte quelle sciocchezze che ti hanno insegnato – non sbagliare mai, devi essere perfetto, non puoi fallire.

Lascia stare. Sono solo illusioni, nate da chi non ha mai davvero iniziato a mettersi in gioco.

Chi cresce, chi sperimenta, e chi vive davvero… cade, si rialza e impara. È così che si costruisce la vera forza: non evitando gli errori, ma attraversandoli con coraggio.

Fai cose che ti mettono a disagio

Questa forse è la più difficile, ma anche la più trasformativa. Ti vergogni di ballare? Iscriviti a un corso di ballo.

Hai pregiudizi verso certi gruppi? Avvicinati, conoscili, e ascoltali. Non sopporti un certo schieramento politico? Prova a capire il loro punto di vista.

Sì, lo so, non è facile, ma se un giorno al mercato vendessero dei semi capaci di far crescere davvero una persona, questi sarebbero i più potenti di tutti.

Rallenta il giudizio

Ogni volta che pensi “è sbagliato” o “non capisce niente”, fermati un attimo e chiediti: “E se non fosse così?”
Forse non hai ancora compreso fino in fondo il suo punto di vista. Forse lo stai zittendo dentro di te, senza aver davvero ascoltato.

Concediti il lusso del dubbio. Rimanda il giudizio finché non hai tutti gli elementi per capire. A volte ho visto persone giudicare un’intera idea da una singola frase, solo perché quella frase toccava un concetto che avevano già deciso di rifiutare in partenza.

La verità è che spesso non ascoltiamo per capire, ma per confermare ciò che già pensiamo.

Conclusione

Credo profondamente che la rigidità mentale sia una delle principali cause di stagnazione ed infelicità dell’essere umano, dato che ci priva di possibilità, esperienze e crescita.

Come ricordava Darwin, “non sopravvivono i più forti o i più intelligenti, ma quelli che sanno adattarsi”.

Nata e cresciuta a Rosignano Solvay , appassionata da sempre per tutto quello che ruota intorno al benessere della persona.Biologa, diplomata all'I.T.I.S Mattei