La preghiera non è solo religione: è un atto umano. Scopri perché fa bene anche a chi non crede.

pregare anche se non sei religioso

La preghiera è solo per i religiosi? Assolutamente no!

Quando sentiamo la parola “preghiera”, molti pensano subito a una chiesa, a un rosario, a un sacerdote o a qualche pratica specifica. Ma la verità è che la preghiera è molto più di un rito religioso: è un atto profondamente umano, intimo, universale. Non serve essere credenti per pregare. Anzi, proprio chi non ha una fede religiosa può trarre enormi benefici da questa pratica!

“La preghiera non cambia Dio, ma cambia colui che prega.”
– Søren Kierkegaard

Questa frase racchiude l’essenza della preghiera come atto trasformativo, indipendentemente da chi o cosa sia il destinatario.

Cos’è davvero la preghiera?

La preghiera, nella sua forma più pura, è un dialogo interiore, un momento di pausa, di ascolto, di riflessione. Può essere una richiesta, una forma di gratitudine, una confessione o semplicemente uno sfogo. Non deve per forza avere un destinatario divino.

Pensa a questo…

Hai mai chiuso gli occhi e detto dentro di te:
“Ti prego, fa’ che vada tutto bene…”
“Aiutami a superare questa giornata…”
“Grazie per questa cosa bella…”

Eri forse in chiesa? Probabilmente no. Ma stavi pregando. Anche solo per un attimo, hai riconosciuto che c’è una parte di te più profonda a cui rivolgerti. E quella parte ascolta. E se non sei tu, può essere l’universo, la natura ecc…

Scienza e spiritualità: un binomio possibile?

“Più studio la scienza, più credo in Dio.”
— Albert Einstein (che però non era credente in senso tradizionale)

Einstein non credeva in un Dio personale, come quello delle religioni, ma parlava spesso di una “mente superiore” che si manifestava nell’armonia delle leggi naturali. Per lui, la meraviglia dell’universo era una forma di spiritualità.

E come lui, molti scienziati e filosofi contemporanei abbracciano visioni simili:

  • Carl Sagan, astrofisico e divulgatore, parlava dell’universo come di una “cosa sacra”, pur rimanendo agnostico.

  • David Bohm, fisico quantistico, vedeva la realtà come un “tutto implicato”, dove ogni parte contiene il tutto — un concetto molto simile al pensiero spirituale orientale.

  • Sam Harris, neuroscienziato e ateo dichiarato, è un grande sostenitore della meditazione e della spiritualità laica, e considera le pratiche interiori fondamentali per la crescita umana.

Cosa intendiamo con “forza più grande”?

Non stiamo parlando necessariamente di un Dio con “barba bianca seduto tra le nuvole”.

“Forza più grande” può significare:

  • La natura e le sue leggi perfette

  • Il cosmo, con la sua vastità misteriosa

  • Il campo quantico, che unisce tutto

  • L’amore, l’empatia, l’intelligenza collettiva

  • Una presenza interiore, una coscienza più ampia

Molti non credono in Dio, ma si sentono comunque parte di un qualcosa di immenso. E proprio questa connessione può diventare il fulcro di una preghiera non religiosa.

Pregare senza dogmi, credere senza religione

Pregare in questo contesto non è un atto di sottomissione, ma di connessione.

È come dire:

  • “Mi affido a qualcosa che non comprendo pienamente, ma che sento.”

  • “Riconosco i miei limiti e invoco forza, chiarezza, e una guida.”

  • “Mi prendo un momento per ascoltare profondamente.”

Anche per uno scienziato razionale, non è assurdo fermarsi a contemplare, a chiedere ispirazione, a lasciar andare le tensioni in un momento di raccoglimento. E se questo lo vogliamo chiamare preghiera, non stiamo tradendo la logica. Stiamo solo esplorando un’altra dimensione dell’essere umano.

E quindi… è scientificamente lecito pregare senza essere religiosi?

Sì. Studi neuroscientifici e psicologici dimostrano che:

  • La preghiera e la meditazione attivano aree cerebrali legate all’empatia, al rilassamento e all’autoconsapevolezza.

  • Anche senza fede religiosa, queste pratiche ridimensionano l’ego, calmano la mente e aumentano la resilienza.

  • Il “dialogo interiore orientato” (che è una forma laica di preghiera) può modificare positivamente il tono dell’umore e la qualità della vita.

Perché anche chi non crede può pregare, e soprattutto perché dovrebbe farlo! 😉

1. La preghiera come strumento di centratura

Pregare significa fermarsi, respirare, stare qualche minuto in silenzio. Un momento di connessione interiore. Non è molto diverso dalla meditazione, solo che in questo caso si utilizza la parola, il pensiero, l’intenzione.

2. Parlare con l’universo (o con te stesso)

Non credi in Dio? Nessun problema. Puoi pregare l’universo, l’energia, la natura… o semplicemente la tua coscienza. È un modo per entrare in contatto con la parte più autentica di te stesso, quella che spesso ignoriamo nella frenesia quotidiana.

3. Ritrovare speranza nei momenti difficili

Quando tutto va male, quando ci sentiamo persi, una preghiera – anche senza destinatario – può darci forza, conforto, direzione. È come lasciare andare un peso, anche solo per un attimo.

Come pregare se non sei religioso

Non ci sono regole fisse. Ma ecco alcuni modi per cominciare:

🕯️ 1. Scrivi una preghiera personale

Può essere una lettera a te stesso, all’universo, a qualcuno che non c’è più. Scrivila come se parlassi con un amico. Non esiste giusto o sbagliato.

🙏 2. Crea un rituale personale

Accendi una candela, fai silenzio per qualche minuto, chiudi gli occhi. Può bastare questo per creare uno “spazio sacro”.

🌄 3. Usa la natura come una guida

Vai a fare una passeggiata, siediti in silenzio davanti al mare o sotto un albero. Lascia che i tuoi pensieri diventino parole interiori. Questo è pregare.

🎧 4. Ascolta una musica che ti tocca nel profondo

Una canzone può diventare una preghiera. Le emozioni che evoca possono portarti a riflettere, chiedere, ringraziare.

I benefici della preghiera – secondo gli studi scientifici –

🌿 Benefici psicologici:

  • Riduzione dell’ansia

  • Maggiore chiarezza mentale

  • Sensazione di pace interiore

  • Rinforzo dell’autostima

💫 Benefici spirituali:

  • Senso di connessione (con sé stessi o con qualcosa di più grande)

  • Scoperta di valori profondi

  • Elaborazione del dolore o della perdita

🛠️ Benefici pratici:

  • Aiuto nelle decisioni difficili

  • Migliore gestione delle emozioni

  • Aumento della resilienza

Pregare è come parlare con il cuore

Ci sono momenti in cui tutto ciò che possiamo fare è affidarci, anche senza sapere bene a chi. Pregare, in questo senso, è un atto di coraggio. È riconoscere i propri limiti e allo stesso tempo credere che qualcosa possa cambiare.

Non devi credere in Dio per pregare. Ma se impari a pregare, potresti iniziare a credere un po’ di più in te stesso.

Conclusione

Non c’è bisogno di credere. C’è solo bisogno di sentire. Di ascoltare. Di aprirsi. E magari, quando meno te lo aspetti, scoprirai che la preghiera non è una formula magica, ma una forza silenziosa che vive dentro di te.

Prova. Fallo per te. Anche solo per qualche minuto al giorno.
Che tu lo chiami preghiera, meditazione o semplicemente pausa… fallo. E osserva cosa succede.

Nata e cresciuta a Rosignano Solvay , appassionata da sempre per tutto quello che ruota intorno al benessere della persona. Biologa, diplomata all'I.T.I.S Mattei