8 alimenti insospettabili che contengono microplastiche
Le microplastiche sono minuscoli frammenti di plastica, più piccoli di 5 millimetri, che ormai si trovano praticamente ovunque: nei mari, nell’aria, nei terreni, negli alimenti e perfino nel nostro corpo.
Non parliamo solo di sacchetti e bottiglie abbandonate nell’ambiente, ma anche di residui che derivano da cosmetici, indumenti sintetici, rivestimenti agricoli, utensili e materiali di imballaggio.
Il dato più inquietante? Non solo mangiamo, beviamo e respiriamo queste particelle, ma esse stanno raggiungendo ogni tessuto del nostro corpo.
Persino il cervello non ne è immune: recenti studi hanno rilevato la presenza di microplastiche in quantità equivalenti a un intero cucchiaio di plastica dentro campioni di tessuto cerebrale umano! Un’immagine che fa davvero riflettere: possiamo davvero pensare che tutto ciò, non abbia conseguenze sulla nostra salute?
Dove finiscono le microplastiche nel nostro corpo?
Le evidenze scientifiche mostrano che le microplastiche possono depositarsi in vari organi e apparati:
-
Cardiovascolare
-
Digerente
-
Endocrino
-
Respiratorio
-
Linfatico
-
Cutaneo
-
Riproduttivo
-
Urinario
Sono state ritrovate in campioni biologici come latte materno, sperma, urine, feci, meconio dei neonati ed espettorato. Un’invasione silenziosa che inizia fin dai primi istanti di vita!
Eppure, secondo la Food and Drug Administration (FDA), al momento non ci sarebbero prove certe che le microplastiche negli alimenti siano dannose per la salute.
Ma davvero possiamo sentirci tranquilli? In realtà, non esiste ancora un livello “sicuro” o “pericoloso” stabilito scientificamente. Ciò significa che siamo, di fatto, cavie inconsapevoli di un esperimento globale.
Ecco come le microplastiche entrano nei nostri cibi
Le fonti di contaminazione sono molteplici e includono:
-
Rivestimenti e pacciamature in plastica usate in agricoltura.
-
Irrigazioni con acqua già contaminata.
-
Imballaggi e contenitori in plastica che rilasciano frammenti.
-
Utensili di plastica utilizzati durante la lavorazione dei cibi.
Il risultato? Le microplastiche entrano nella catena alimentare degli animali… e di conseguenza anche nella nostra.
Otto alimenti e bevande in cui si trovano più microplastiche
Bustine di tè
Spesso le bustine di tè vengono realizzate in polipropilene. Quando l’acqua calda entra in contatto con le bustine di polipropilene, queste possono rilasciare microplastiche nel tè. Soluzione semplice: usare un infusore in acciaio inox e preferire il tè sfuso.
Acqua in bottiglia
L’acqua in bottiglia è una delle fonti più comuni di micro e nanoplastiche. La maggior parte delle bottiglie di plastica è realizzata in polietilene tereftalato, un tipo di plastica che si rompe facilmente quando le bottiglie vengono schiacciate. Uno studio ha stimato che ci siano circa 240.000 particelle di plastica per litro di acqua in bottiglia.
Un numero che fa venire i brividi. Alternative? L’acqua del rubinetto filtrata e servita in vetro o acciaio inox.
Frutti di mare
Uno dei modi più facili con cui le particelle di plastica contaminano gli alimenti è attraverso la decomposizione della plastica. Qui la plastica finisce nei mari dove viene ingerita dal plancton, che a sua volta viene consumato dai pesci e dai molluschi.
La Portland State University ha recentemente pubblicato uno studio in cui sono state trovate microplastiche in 180 campioni di pesce su 182.
Per ridurre l’ingestione di microplastiche occorre ridurre il consumo di frutti di mare . Cozze, ostriche, capesante e altri molluschi contengono concentrazioni di microplastiche più elevate rispetto ai pesci senza guscio.
Riso
Il riso è una delle principali fonti di microplastiche. Mezza tazza di riso può contenere fino a 3-4 milligrammi (mg) di plastica.
Uno studio dell’Università del Queensland ha scoperto che lavare il riso può ridurre la contaminazione da plastica del 20-40%. Nella ricerca gli studiosi hanno utilizzato acqua filtrata per il lavaggio.
Sale
Il 90% dei 39 marchi di sale analizzati in uno studio conteneva microplastiche. Visto che il sale è onnipresente nella nostra dieta, la questione è tutt’altro che marginale! Un consiglio pratico: prediligi l’uso di confezioni in vetro, che riducono il rischio di ulteriori contaminazioni.
Miele
Il miele può contenere microplastiche, anche se confezionato in vetro. Uno studio ha scoperto che le api trasportavano o ingerivano microplastiche, che venivano poi incorporate negli alveari e disperse nel miele.
Gli apicoltori locali che utilizzano processi di raccolta più naturali e sostenibili potrebbero vendere miele con una minore contaminazione da microplastiche.
Frutta e verdura
Le radici delle piante assorbono le microplastiche e le nanoplastiche dal terreno, che finiscono poi nella parte commestibile del prodotto.
Uno studio ha rivelato che le mele sono i frutti più contaminati, mentre le carote primeggiano tra le verdure. Per ridurre l’assorbimento delle particelle di plastica si consiglia di lavare accuratamente frutta e verdura.
Inoltre, è altamente consigliabile consumare prodotti locali o biologici, dato che potrebbero contenere meno particelle di plastica.
E gli effetti sulla salute?
La verità è che non lo sappiamo con certezza. Le microplastiche sono ormai presenti in ogni angolo della nostra vita, ma la scienza non ha ancora risposte chiare su cosa comporti il loro accumulo a lungo termine nell’organismo. Sappiamo che sono lì, ma non sappiamo ancora quali danni possano provocare.
Potremmo scoprire tra qualche anno che favoriscono malattie croniche, disturbi neurologici o problemi riproduttivi. Oppure potremmo accorgerci che la quantità che ingeriamo non è così devastante come temiamo. Nel dubbio, però, non è forse meglio ridurre l’esposizione?
Cosa possiamo fare in concreto
-
Usare meno plastica monouso possibile.
-
Preferire contenitori in vetro, acciaio o materiali naturali.
-
Lavare e, se serve, sbucciare frutta e verdura.
-
Ridurre il consumo di alimenti ultra-processati.
-
Sostenere produttori locali e metodi agricoli più sostenibili.
Un piccolo gesto individuale può sembrare insignificante, ma se milioni di persone lo compiono, l’impatto si moltiplica.
Conclusione
Le microplastiche sono la prova tangibile di come l’uomo stia cambiando la natura stessa della vita sul pianeta. Pensare che dentro di noi possa esserci l’equivalente di un cucchiaio di plastica fa rabbrividire. Non sto esagerando, è ciò che la scienza ha già osservato!
Siamo ancora in tempo per ridurre i danni, ma serve consapevolezza. La plastica ha reso le nostre vite più comode, ma a quale prezzo? Forse la sfida dei prossimi decenni non sarà solo inventare nuovi materiali, ma imparare a vivere con più sobrietà e rispetto per l’ambiente.
Post Comment
You must be logged in to post a comment.