Secondo una ricerca gli uomini devono allenarsi quasi il doppio delle donne per avere gli stessi effetti benefici sul cuore
Uno studio internazionale, pubblicato su Nature Cardiovascular Research, indica che uomini e donne non ricavano gli stessi benefici dall’esercizio fisico mediante lo stesso ritmo.
Secondo i ricercatori, infatti, gli uomini potrebbero aver bisogno di svolgere quasi il doppio del tempo di attività fisica rispetto alle donne per ridurre allo stesso livello il rischio di malattie coronariche.
La ricerca, condotta su un campione di 85.000 adulti, porta nuove evidenze nel campo della prevenzione cardiovascolare, ed apre maggiori interrogativi sui meccanismi biologici alla base di queste differenze.
L’esercizio come miglior alleato del cuore
Le malattie cardiovascolari restano la principale causa di morte prematura nel mondo, un primato che riguarda entrambi i sessi. Muoversi regolarmente – correre, nuotare, ballare o semplicemente svolgere attività che aumentano il battito cardiaco – è da anni considerato uno dei rimedi più efficaci per tenere lontane patologie come infarti e ictus.
Secondo l’OMS, e l’American Heart Association, gli adulti di età compresa tra i 16 e i 64 anni dovrebbero praticare almeno 150 minuti settimanali di attività fisica moderata o intensa, senza differenze tra uomini e donne.
Il nuovo studio, tuttavia, suggerisce che questi valori potrebbero non riflettere appieno le reali esigenze fisiologiche dei due sessi.
Lo studio: monitorare il movimento di 85.000 persone
La ricerca è stata coordinata da Jiajin Chen dell’Università di Xiamen, in Cina. I partecipanti – uomini e donne con età compresa tra i 37 e i 73 anni – sono stati seguiti per otto anni tramite fitness tracker indossati al polso.
Questo approccio ha permesso ai ricercatori di raccogliere dati oggettivi e continui sulla quantità e l’intensità dell’attività fisica svolta dai partecipanti dello studio.
Gli scienziati hanno poi incrociato questi dati con gli esiti clinici relativi alla salute cardiaca, evidenziando differenze significative tra i due sessi.
I risultati: alle donne bastano quattro ore, mentre agli uomini quasi nove
Il dato chiave dello studio riguarda la quantità di esercizio necessaria per ottenere una riduzione del 30% del rischio di malattie coronariche:
Donne: benefici a partire da circa quattro ore settimanali di attività moderata-intensa.
Uomini: necessari quasi nove ore per ottenere lo stesso livello di protezione.
Gli autori sintetizzano così il risultato:
«Rispetto agli uomini, le donne ottengono gli stessi benefici per la salute con solo la metà del tempo dedicato all’esercizio fisico».
L’analisi ha confermato questa tendenza anche nei soggetti già affetti da malattie cardiovascolari. In questi casi, per ottenere una riduzione del 30% del rischio di mortalità:
Alle donne bastavano 51 minuti settimanali di esercizio,
Mentre agli uomini ne servivano 85 minuti.
Possibili spiegazioni: ormoni, metabolismo e diversa composizione muscolare
Sebbene lo studio non indaghi direttamente le cause delle differenze osservate, gli autori suggeriscono alcune possibili spiegazioni legate alla fisiologia femminile e maschile.
Estrogeni: una protezione naturale
Le donne presentano livelli più elevati di estrogeni, ormoni che influenzano positivamente:
La struttura e il funzionamento dei muscoli,
Il metabolismo dei grassi.
Questi effetti potrebbero rendere il loro organismo più efficiente nel trasformare l’esercizio fisico in benefici cardiovascolari.
Muscolatura diversa
Uomini e donne possiedono proporzioni differenti di fibre muscolari:
Le donne tendono ad avere più fibre adatte allo sforzo di resistenza,
Gli uomini più fibre dedicate alla forza rapida.
Poiché molte attività aerobiche (jogging, nuoto, ballo) richiedono resistenza, le donne potrebbero trarne vantaggio in modo più immediato.
Andamento dell’età cardiaca
Come spiega il professor Riyaz Patel, cardiologo dell’University College di Londra:
«Sebbene le malattie cardiache siano la principale causa di morte precoce in entrambi i sessi, gli uomini tendono a svilupparle prima, mentre le donne ‘recuperano’ dopo la menopausa, in età avanzata».
Questa differenza temporale, legata al calo degli estrogeni dopo la menopausa, potrebbe influenzare il modo in cui l’esercizio fisico interagisce con la fisiologia maschile e femminile lungo tutto l’arco della vita.
Conclusione
Nonostante le differenze emerse, gli esperti sottolineano che l’obiettivo non è cambiare le linee guida ufficiali, bensì ricordare l’importanza di uno stile di vita attivo. Le attuali raccomandazioni restano valide per entrambi i sessi.
Come ribadisce Patel:
«Se c’è un messaggio da portare a casa, dovrebbe essere che tutti traggono beneficio dall’attività fisica. Più esercizio fisico è meglio per tutti».
In altre parole, indipendentemente dal sesso, ogni minuto di movimento conta, ma per gli uomini potrebbe contare ancor di più.















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