Autismo e dieta selettiva: il legame con anemia e carenze vitaminiche secondo la ricerca

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Da tempo si parla della sorprendente connessione tra intestino e cervello. I cosiddetti batteri buoni, che popolano il nostro apparato digerente, non si limitano a favorire la digestione, ma svolgono un ruolo chiave nella nostra salute in quanto influenzano l’immunità, il sistema nervoso centrale e persino le nostre capacità cognitive.

Ma c’è di più: sempre più ricerche suggeriscono che anche l’autismo potrebbe avere un legame con squilibri intestinali e carenze nutrizionali. E non parliamo solo di probiotici, ma anche di vitamine e minerali fondamentali.

Lo studio di Singapore: dati che fanno riflettere

Un recente studio condotto a Singapore e pubblicato sulla rivista Nutrients ha acceso i riflettori su un aspetto spesso trascurato: la nutrizione nei bambini con autismo.

Il campione dello studio comprendeva 240 bambini osservati attraverso le analisi del sangue e le valutazioni dietetiche. I risultati? Quasi il 40% presentava carenze di vitamina D e ferro, e circa il 15% sviluppava anemia sideropenica, una condizione legata alla mancanza di ferro.

Numeri che non possono essere ignorati! Se pensiamo che milioni di bambini nel mondo vivono con l’autismo, possiamo intuire la portata del problema.

Perché proprio loro? Il ruolo delle abitudini alimentari

Non è un mistero: i bambini autistici hanno spesso un rapporto complicato con il cibo. Secondo le ricerche, hanno cinque volte più probabilità rispetto ai coetanei di essere selettivi, schizzinosi o ansiosi davanti ai pasti. Preferiscono schemi alimentari ristretti, rifiutano i cibi nuovi e tendono a ripetere sempre le stesse scelte alimentari.

Questo comportamento, comprensibile per chi conosce le caratteristiche dello spettro autistico, porta però a conseguenze concrete: un rischio maggiore di carenze nutrizionali.

Età e carenze: un legame particolare

Lo studio di Singapore ha rivelato anche modelli interessanti legati all’età:

  • I bambini più piccoli erano relativamente protetti grazie al latte artificiale fortificato, che contiene ferro e vitamina D.

  • Con la crescita e l’abbandono del latte artificiale, però, il rischio aumentava: i bambini più grandi avevano più probabilità di sviluppare anemia sideropenica.

Una dinamica che ci ricorda quanto le fasi dello sviluppo vadano monitorate con particolare attenzione.

Carenze che pesano sul corpo e sulla mente

A cosa portano, in concreto, queste carenze?

  • Vitamina D: essenziale per le ossa, il sistema immunitario e lo sviluppo neurologico. La sua mancanza può causare rachitismo, dolori ossei, debolezza muscolare e aumentare la vulnerabilità a diverse malattie.

  • Ferro: fondamentale per il trasporto dell’ossigeno nel sangue e per il cervello. Una carenza porta a pallore, stanchezza, mal di testa, fiato corto e difficoltà cognitive. Nei casi gravi sfocia in anemia, condizione che compromette seriamente la qualità di vita.

È evidente che non si tratta di semplici “dettagli”: questi deficit possono aggravare le sfide già complesse che le famiglie affrontano con l’autismo.

La raccomandazione degli esperti

Gli scienziati sono chiari: serve uno screening nutrizionale di routine per i bambini autistici. Intercettare e correggere precocemente queste carenze significa prevenire complicazioni a lungo termine e migliorare la loro qualità della vita.

Pensiamoci bene: un controllo del sangue, un intervento mirato con integratori o un supporto alimentare possono cambiare radicalmente il percorso di crescita di un bambino.

Una precisazione importante

È fondamentale ribadirlo: l’autismo è una condizione neurologica complessa, e non è causata da carenze nutrizionali. Tuttavia, ciò non toglie che una cattiva alimentazione e le carenze vitaminiche possano peggiorare la salute generale dei bambini che ne sono affetti.

Lo studio di Singapore, pur riconoscendo i suoi limiti (campione ridotto, famiglie già attente all’alimentazione), ci offre una prospettiva chiara: non possiamo permetterci di trascurare questo aspetto.

Cosa possiamo imparare da questo studio?

Non elimineremo l’autismo correggendo una carenza, tuttavia possiamo alleggerire il carico fisico e cognitivo dei bambini che lo vivono. E questo, per una famiglia, può fare la differenza tra una vita più complicata e una vita più gestibile.

Il monitoraggio dei livelli di vitamina D e ferro non è un lusso, ma una scelta di buon senso. Significa garantire a questi bambini il diritto a crescere con tutte le risorse che il loro corpo richiede.

Non dimentichiamo che dietro le statistiche ci sono storie reali di bambini che vogliono giocare, imparare e sorridere. Genitori che lottano ogni giorno per offrire loro il meglio. E comunità che hanno la responsabilità di non lasciarli soli.

In sintesi

  • Quasi il 40% dei bambini autistici analizzati a Singapore aveva carenze di ferro o vitamina D.

  • Più del 15% dei bambini con carenza di ferro ha sviluppato anemia.

  • I bambini autistici sono 5 volte più a rischio di abitudini alimentari selettive.

  • Le carenze peggiorano con l’età, quando si abbandona il latte artificiale fortificato.

  • Gli esperti raccomandano screening nutrizionali di routine per prevenire complicazioni nel lungo termine.

FONTE ATTENDIBILE

Nata e cresciuta a Rosignano Solvay , appassionata da sempre per tutto quello che ruota intorno al benessere della persona. Biologa, diplomata all'I.T.I.S Mattei