Corpi perfetti e rischi invisibili: Ecco come i social stanno normalizzando l’uso di steroidi

steroidi anabolizzanti

Negli ultimi anni i social media hanno trasformato profondamente la percezione del corpo, del fitness e della performance sportiva. Le piattaforme sono state letteralmente invase da immagini di atleti, modelli e influencer con fisici estremamente sviluppati e definiti, spesso ai limiti dell’estremo.

Questa esposizione costante, ormai quotidiana e onnipresente, ha ridefinito gli standard estetici rendendo “normale” ciò che in realtà è eccezionale — e, in molti casi, artificiale.

A un pubblico non esperto questi fisici possono apparire come il risultato di allenamento, disciplina e una genetica favorevole, tuttavia, ai più esperti, queste trasformazioni appaiono come una conseguenza inevitabile all’uso di steroidi anabolizzanti.

L’aspetto più critico non è l’uso in sé, ma è la crescente normalizzazione di queste sostanze: non vengono più percepite come droghe pericolose, ma come strumenti per “vincere”, apparire meglio, e ottenere un fisico che la maggior parte delle persone non potrebbe mai raggiungere naturalmente.

Questa narrazione distorta porta molti giovani a interpretare come “allettante” ciò che in realtà nasconde rischi importanti per la salute.

Cosa sono davvero gli steroidi? 

Gli steroidi anabolizzanti sono farmaci sintetici derivati dal testosterone. In ambito medico, vengono prescritti per trattare condizioni specifiche, come l’ipogonadismo, i ritardi nello sviluppo, e malattie che causano perdita di massa muscolare. In questi contesti, le dosi sono controllate e monitorate da specialisti.

L’uso improprio — quello che riguarda chi ne fa utilizzo per aumentare massa muscolare, migliorare le prestazioni sportive o ottenere un certo tipo di estetica — è tutt’altra questione.

In questi casi le quantità assunte possono essere dai 10 alle 100 volte superiori rispetto alle dosi terapeutiche. Si tratta di dosaggi in grado di modificare profondamente il metabolismo, gli ormoni e in generale l’intero equilibrio dell’organismo.

Contrariamente all’uso di sostanze come la caffeina o di stimolanti leggeri, gli steroidi non rappresentano droghe “soft”, ma il loro uso comporta effetti collaterali documentati e potenzialmente molto gravi, che possono interessare cuore, fegato, umore, fertilità e sistema endocrino.

L’idolatria dei “fisici bombati”: estetica contro realtà biologica 

Perché gli influencer, o gli atleti che usano gli steroidi anabolizzanti vengono idolatrati dalle masse? La risposta, in gran parte, sta nell’estetica. Nelle piattaforme visive come Instagram, TikTok o YouTube, l’immagine domina su tutto. Chi mostra un fisico estremamente muscoloso e definito diventa automaticamente simbolo di impegno, salute e successo.

La narrazione visiva è potente: se una persona appare “in forma”, la mente tende inconsciamente ad attribuirle caratteristiche positive. Tuttavia, ciò che non si vede è l’impatto interno sul corpo, la parte più determinante quando si parla di salute.

Dietro ad un addome scolpito e pettorali imponenti, gli studi mostrano possibili danni a livello cardiovascolare, squilibri ormonali importanti, nonché alterazioni nell’umore che possono sfociare in dipendenze comportamentali o disturbi mentali anche molto gravi.

La contraddizione è lampante: si elogia un corpo che appare “in salute”, ma che in realtà è profondamente malato. Molti utilizzatori di steroidi infatti, presentano livelli di colesterolo cattivo elevati, ipertensione, livelli di colesterolo buono molto bassi, enzimi epatici alterati, e tutta un’altra serie di valori fuori norma.

Tutti questi segnali mostrano chiaramente che il corpo non sta affatto funzionando in modo sano, nonostante l’estetica possa far pensare il contrario.

L’occhio “normalizzato”: Quando i fisici naturali sembrano ormai troppo magri 

Un altro fenomeno interessante è il cambiamento percettivo collettivo. L’esposizione continua a corpi estremamente muscolosi porta a considerare “normale” un livello di sviluppo fisico che, in condizioni naturali, non potrebbe esserlo.

Di conseguenza, un atleta natural — anche se molto allenato e con una massa muscolare ben superiore alla media — viene spesso percepito come “troppo secco” o “troppo poco”. Questo meccanismo psicologico svaluta il lavoro di chi si allena in modo pulito e spinge molti a credere che gli steroidi siano l’unico modo per essere “all’altezza”.

Il problema vero è che questa distorsione percettiva altera completamente gli standard fisici, considerati naturali, dato che si perde di vista ciò che è realmente ottenibile con costanza, genetica e allenamento, e si finisce per inseguire obiettivi irraggiungibili e/o pericolosi.

Un fisico natural in ottima forma, infatti, rappresenta già un livello di salute e performance superiore alla grande maggioranza della popolazione, senza rischi per l’organismo.

Purtroppo, la distorsione percettiva, però, si è ormai ben già radicata: è difficile distinguere tra ciò che è raggiungibile, e ciò che è frutto di manipolazione farmacologica, soprattutto per i meno esperti.

Il ruolo dei social media e la responsabilità degli influencer 

Molti influencer con fisici innaturalmente sviluppati non dichiarano l’uso di steroidi. Questa omissione è una delle ragioni principali per cui la normalizzazione continua a crescere.

Chi li segue — spesso adolescenti o giovani adulti — vede risultati strabilianti, associati a routine di allenamento e alimentazione che, da sole, non potrebbero produrre MAI, e dico MAI tali trasformazioni.

E non credete nemmeno a chi vi dice che “non crescete” perché non avete la genetica giusta. Spesso queste persone tralasciano un dettaglio fondamentale: stanno usando farmaci anabolizzanti.

Senza quelle sostanze, è impossibile raggiungere i loro stessi volumi muscolari, ma loro mascherano la realtà attribuendo la loro qualità muscolare tutto alla propria genetica. Questo crea aspettative irrealistiche e senso di inadeguatezza in chi si allena in modo pulito

Il messaggio implicito è chiaro: “se ti alleni duro, puoi diventare come me”, ma questo messaggio è ingannevole. La mancata trasparenza alimenta il mito del “fisico facile”, generando frustrazione in chi non ottiene gli stessi risultati, e spingendo alcuni verso il ricorso agli steroidi come scorciatoia.

Steroidi e percezione del rischio: perché sembrano diversi dalle altre droghe 

Un aspetto che rende gli steroidi particolarmente pericolosi è la loro natura “subdola”. A differenza di sostanze come l’eroina, la metanfetamina o la cocaina — che portano a un deterioramento fisico evidente — gli steroidi agiscono in modo quasi invisibile.

L’aspetto esteriore, può addirittura migliorare notevolmente, soprattutto se prima eri fortemente sottopeso, o fortemente in sovrappeso.

Inoltre, chi consuma droghe tradizionali appare spesso trasandato, debilitato e segnato dall’abuso, mentre chi usa steroidi, invece, può sembrare in salute, forte e ben curato. L’estetica, ancora una volta, inganna: la salute interna può peggiorare mentre l’esterno appare “perfetto”.

Quando la percezione supera la realtà: il falso benessere degli steroidi

Se si leggono i commenti nei forum o tra i follower che seguono questi influencer, si trovano sempre le stesse frasi ricorrenti: “Da quando uso steroidi mi sento benissimo”, “Non mi sono mai sentito così bene in vita mia”, oppure addirittura messaggi negazionisti che insinuano che, se tutti sapessero come ci si sente sotto steroidi, capirebbero che fanno bene e migliorano la qualità della vita.

È una narrazione pericolosa, perché ignora completamente la realtà dei fatti: morti improvvise nel mondo del bodybuilding, casi di insufficienza cardiaca e renale, squilibri ormonali, depressione, dipendenza, e centinaia di studi che mettono in guardia sui rischi dall’uso degli steroidi.

Nonostante tutto questo, molti continuano a trovare giustificazioni per usarli, arrivando persino a minimizzare la gravità delle conseguenze dato dal loro abuso. È incredibile come la ricerca dell’estetica e la pressione sociale possano distorcere il giudizio fino a trasformare qualcosa di potenzialmente devastante in una scelta apparentemente “normale” o addirittura positiva.

Un fenomeno culturale in completa evoluzione 

La normalizzazione degli steroidi si inserisce in un fenomeno culturale molto più ampio: l’ossessione moderna per l’immagine e per la performance.

Oggi il corpo non rappresenta più semplicemente ciò che siamo, ma un progetto da modificare, ottimizzare e rendere “vendibile”. Questo vale ancora di più per chi lavora nel mondo del fitness o dell’immagine, dove l’estetica diventa il proprio biglietto da visita, quasi come fosse un requisito professionale per avere successo.

I social media alimentano e accelerano tutto questo, attraverso l’uso di filtri, confronti continui e algoritmi che privilegiano la spettacolarità, costruendo un ideale fisico sempre più distante dalla realtà.

Un ideale che sembra raggiungibile da chiunque, ma che spesso si basa su pratiche e sostanze non dichiarate. Così la percezione si distorce: ciò che è eccezionale appare normale, e ciò che è pericoloso appare banale.

Contrastare questo trend non significa puntare il dito o demonizzare su chi fa certe scelte, però occorre anche ristabilire un certo grado di trasparenza e consapevolezza.

È fondamentale far capire che dietro alcuni corpi apparentemente “perfetti” ci sono farmaci, rischi concreti e compromessi importanti che limitano la salute della persona. Solo raccontando anche l’altra faccia della medaglia si può permettere alle persone di scegliere davvero in modo informato, libero e responsabile.

Conclusione

La normalizzazione degli steroidi anabolizzanti rappresenta un tema complesso, che coinvolge estetica, percezione sociale, cultura digitale e salute pubblica.

Mentre i social media continuano ad esaltare fisici estremi, è fondamentale ricordare che ciò che conta non è soltanto l’apparenza esterna, ma anche, e io aggiungo, soprattutto il benessere complessivo dell’organismo.

Capire la differenza tra un corpo allenato e un corpo chimicamente alterato è un passo essenziale per proteggere soprattutto i più giovani: gli osservatori più vulnerabili alle illusioni della perfezione digitale.

Nata e cresciuta a Rosignano Solvay , appassionata da sempre per tutto quello che ruota intorno al benessere della persona.Biologa, diplomata all'I.T.I.S Mattei