Laghi amazzonici a 41 °C: La tragedia silenziosa dei delfini rosa
Chi l’avrebbe mai detto che l’Amazzonia, polmone verde del pianeta, potesse trasformarsi in una gigantesca vasca idromassaggio? Eppure è quello che sta accadendo oggi: i suoi laghi si stanno letteralmente riscaldando fino a temperature “insopportabili”, tanto da uccidere pesci e delfini in via d’estinzione.
Un recente studio condotto dall’Istituto Mamirauá per lo sviluppo sostenibile ha rivelato che le acque di alcuni laghi amazzonici hanno superato i 40 °C, con punte che hanno raggiunto i 41 °C nel lago Tefé, in Brasile.
Una temperatura che non solo è superiore a quella di una normale vasca idromassaggio, ma che rende impossibile la sopravvivenza di molte forme di vita acquatica.
Come ha raccontato il ricercatore capo Ayan Fleischmann, “non potevamo nemmeno immergere un dito, da quanto l’acqua era calda. Non solo in superficie, ma anche in profondità”.
Un’immagine quasi surreale, eppure reale: laghi che ribollono sotto il sole implacabile, e carcasse di delfini che galleggiano in superficie.
Un’ecatombe mai vista prima
Nel settembre del 2023, gli abitanti della zona di Tefé si sono trovati di fronte a uno spettacolo raccapricciante: oltre 200 delfini di fiume, detti anche botos o “delfini rosa”, sono stati trovati morti sulle rive nel giro di poche settimane. Nessuno, nemmeno i più anziani, ricordava qualcosa di simile in un secolo di storia.
“È stato completamente surreale e davvero spaventoso”, ha raccontato Fleischmann. E come dargli torto? I delfini rosa, simbolo della biodiversità amazzonica, sono oggi in via di estinzione. La loro scomparsa non è solo una tragedia per la specie, ma un segnale drammatico di quanto l’ecosistema fluviale stia collassando.
Quando l’acqua diventa bollente
Per capire appieno la gravità di questo fenomeno, i ricercatori hanno analizzato dieci diversi laghi della regione amazzonica. Risultato? La metà di essi ha registrato temperature diurne superiori ai 37 °C.
Un dato allarmante, se si considera che in condizioni normali il lago Tefé raggiunge circa 30 °C nei mesi più caldi. Nel 2024, invece, ha toccato i 40 °C.
E non si tratta di un caso isolato: immagini satellitari scattate nell’agosto 2024 mostrano ampie distese di sabbia dove prima c’era acqua. Il livello dei laghi è crollato, con il Tefé che ha perso circa il 75% della sua superficie e il lago Badajós addirittura il 90%.
Ma cosa sta succedendo esattamente?
Le cause principali sono due:
Le siccità estreme, sempre più frequenti e prolungate.
Le ondate di calore, che colpiscono la regione con una potenza senza precedenti.
Con meno pioggia e più sole, l’acqua evapora rapidamente, lasciando bacini più piccoli e superficiali, che si scaldano molto più in fretta. È un effetto a catena: meno acqua significa più calore, e più calore significa meno vita.
Il cambiamento climatico
“Un aumento di 10 gradi nella temperatura dell’acqua è qualcosa di assolutamente inaudito che non ha precedenti”, ha spiegato Adrian Barnett, docente di ecologia comportamentale all’Università di Greenwich. “Il volume di energia necessario per riscaldare masse d’acqua così enormi è semplicemente assurdo.”
Per capire meglio: per scaldare anche solo una pentola d’acqua servono minuti e molta energia. Immaginate cosa significhi far salire di dieci gradi la temperatura di interi laghi! Questo calore non arriva dal nulla, ma è il risultato diretto dell’accumulo di energia nel sistema climatico terrestre, causato dai gas serra.
Negli ultimi trent’anni, i laghi dell’Amazzonia si sono riscaldati di 0,3-0,8 °C per decennio, un ritmo molto più veloce rispetto alla media globale.
Vita interrotta: pesci, delfini e lamantini
Il dramma non riguarda solo i delfini. Tutta la fauna acquatica amazzonica è in difficoltà. I pesci, i lamantini e molte altre specie si riproducono proprio durante la stagione di bassa marea, quando l’acqua si ritira e forma zone tranquille ideali per la deposizione delle uova.
Ma cosa succede quando quell’acqua si scalda oltre ogni limite? Le uova muoiono, i piccoli non sopravvivono, e gli adulti faticano a respirare. Le alte temperature riducono così l’ossigeno disciolto nell’acqua, creando un ambiente tossico e soffocante.
Barnett ha sottolineato che il 2023 è stato un anno disastroso per la riproduzione della maggior parte delle specie. E se fenomeni simili dovessero ripetersi, intere popolazioni rischierebbero un crollo irreversibile.
L’Amazzonia si restringe, e il mondo si scalda
È impossibile guardare questi eventi come semplici “catastrofi naturali”. Non si tratta di sfortune locali, ma di sintomi di una febbre planetaria. Quando il più grande sistema fluviale del mondo comincia a surriscaldarsi, dovremmo tutti preoccuparci, e anche tanto.
Come ha osservato Barnett, non esistono soluzioni locali a un problema di questa portata. Non basta scavare nuovi canali, né costruire dighe o pompe. Serve un approccio globale e sistemico, che affronti la causa alla radice, ovvero le emissioni di combustibili fossili e l’intero meccanismo che alimenta il riscaldamento globale.
E se fosse un segnale d’allarme per tutti noi?
Gli ecosistemi non muoiono da un giorno all’altro, ma collassano lentamente, sotto la nostra totale indifferenza. I delfini rosa del Rio delle Amazzoni non sono solo delle vittime innocenti del cambiamento climatico, ma rappresentano un messaggio.
Ci stanno informando che il clima della Terra sta cambiando troppo in fretta, e che gli equilibri naturali non riescono più a reggere questi cambiamenti repentini.
Eppure, nonostante prove così evidenti, molti continuano a restare indifferenti — e qualcuno, incredibilmente, arriva persino a negarle. Com’è possibile? I segnali sono lì, sotto i nostri occhi, chiari come non mai!
Cosa possiamo imparare da questa tragedia
Ecco alcuni spunti di riflessione:
Ogni grado conta: un aumento di temperatura di pochi gradi può distruggere interi ecosistemi.
I disastri dovuti al cambiamento climatico sono sotto agli occhi di tutti
La biodiversità è fragile: la perdita di una specie ne trascina con sé molte altre.
Il futuro dell’Amazzonia è anche il nostro: perché da quella foresta e da quei fiumi dipende il clima del pianeta.















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