5 buoni motivi, supportati dalla ricerca, per consumare più flavonoidi a tavola

Cipolle, broccoli, cavoli e molti altri ortaggi non vengono celebrati soltanto per il loro gusto o la loro versatilità in cucina, ma soprattutto per la loro capacità di contribuire alla prevenzione di gravi malattie, come le patologie cardiovascolari ad alcune forme di cancro. Ma qual è il loro segreto?
La risposta si trova in un gruppo di composti naturali chiamati flavonoidi. Si tratta di sostanze dalle spiccate proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e antitumorali.
Potremmo immaginarle come piccole “sentinelle” che, una volta introdotte nel nostro organismo, si attivano immediatamente per ridurre lo stress ossidativo e l’infiammazione dell’organismo. Non a caso, sempre più ricerche ne confermano il ruolo fondamentale per il benessere a lungo termine.
Cosa sono i flavonoidi?
I flavonoidi appartengono alla grande famiglia dei fitochimici, cioè quei composti naturali che le piante producono non per nutrirci, ma per proteggere sé stesse. Proprio qui sta la magia: ciò che serve a loro per difendersi diventa anche una protezione per noi.
Quando li ingeriamo attraverso frutta, verdura, tè o vino rosso, il nostro corpo non li utilizza come farebbe con i carboidrati o le proteine. Non diventano energia o mattoni per i muscoli. Vengono invece metabolizzati dai batteri intestinali, che li trasformano in molecole bioattive capaci di agire in vari distretti dell’organismo. Uno dei loro benefici più noti è dato dalle loro spiccate proprietà antiossidanti.
Gli antiossidanti sono molecole che neutralizzano i radicali liberi: piccole particelle instabili prodotte dal nostro metabolismo quotidiano ma anche introdotte dall’esterno, ad esempio attraverso il fumo di sigaretta, l’inquinamento atmosferico o l’esposizione prolungata ai raggi ultravioletti.
Se i radicali liberi non vengono tenuti sotto controllo, causano stress ossidativo, un processo che danneggia le cellule, le proteine e perfino il DNA. Non è un caso che lo stress ossidativo sia considerato una delle cause principali dell’invecchiamento precoce e sia associato a malattie come tumori, Alzheimer, Parkinson e disturbi cardiovascolari.
Le diverse famiglie di flavonoidi
Non tutti i flavonoidi sono uguali. La natura ha creato una vasta gamma di strutture chimiche, ognuna con proprietà specifiche. Possiamo suddividerli in alcune principali categorie:
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Flavanoli: presenti in lattuga, pomodori, cipolle, mele, frutti di bosco e tè. Sono tra i più studiati per la loro capacità di ridurre il rischio di malattie cardiovascolari.
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Isoflavoni: noti come fitoestrogeni, perché mimano in parte l’azione degli estrogeni. Si trovano soprattutto nella soia e nei suoi derivati.
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Flavanoni: abbondanti negli agrumi, con funzioni antiossidanti, anti-infiammatorie e di riduzione del colesterolo.
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Antociani: i pigmenti che regalano colori intensi a frutti come mirtilli, ciliegie e more.
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Calconi: meno conosciuti ma comunque importanti; alcuni vengono persino utilizzati nei cosmetici per la pelle. Sono presenti in pomodori, pere, fragole e cereali.
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Flavoni: contenuti in erbe aromatiche come timo, origano, menta, prezzemolo e sedano.
La conclusione è semplice: se vogliamo beneficiare appieno di queste sostanze, non basta affidarci a un solo alimento o a un integratore. È necessario variare il più possibile la nostra dieta, includendo frutta, verdura, erbe e spezie di colori e tipologie diverse.
I benefici dei flavonoidi
Prevenzione del cancro
Una delle evidenze più interessanti riguarda il cancro. Le ricerche a lungo termine hanno osservato che una dieta ricca di flavonoidi può ridurre il rischio di sviluppare tumori comuni come quelli al colon-retto, alla prostata e al seno. Alcuni composti sembrano proteggere in modo mirato:
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gli antociani, ad esempio, sono associati a un minor rischio di cancro ai polmoni;
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altri flavonoidi hanno dimostrato un ruolo protettivo nei confronti del tumore alla prostata.
Il meccanismo non è ancora del tutto chiarito, ma si ipotizza che la loro azione antiossidante e anti-infiammatoria rallenti la trasformazione delle cellule sane in cellule tumorali.
Protezione del cuore
Anche il cuore sembra trarre un enorme beneficio dai flavonoidi. Uno studio del 2021 ha messo in evidenza come chi consuma più cibi ricchi di questi composti presenti una pressione sanguigna più bassa.
Non sorprende che la dieta mediterranea, universalmente riconosciuta come modello salutare, sia ricca proprio di alimenti – frutta fresca, verdure, legumi, vino rosso – che contengono flavonoidi.
Il loro effetto positivo dipende dal fatto che:
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favoriscono il rilassamento dei vasi sanguigni, migliorando la circolazione;
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riducono l’infiammazione delle pareti arteriose;
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prevengono la formazione di coaguli, riducendo così il rischio di infarto e ictus
Salute cerebrale e funzioni cognitive
Il cervello è forse l’organo più delicato del nostro corpo, ed è anche quello che consuma più energia. Non sorprende che sia estremamente vulnerabile allo stress ossidativo e all’infiammazione cronica.
Diversi studi hanno dimostrato che questi composti – flavonoidi – migliorano il flusso sanguigno cerebrale, riducono l’infiammazione dei neuroni e proteggono le sinapsi, cioè le connessioni che permettono alle cellule nervose di comunicare.
Una revisione scientifica pubblicata nel 2022 ha confermato che una dieta ricca di flavonoidi è associata a migliori funzioni cognitive e di memoria, soprattutto nelle persone anziane.
Chi consuma regolarmente frutti di bosco, tè o cacao, ad esempio, sembra avere prestazioni migliori nei test di memoria e attenzione. Non è forse un’ottima motivazione per sostituire la tua merendina confezionata con una manciata di mirtilli?
Prevenzione del diabete di tipo 2
Alcuni studi indicano che i flavonoidi possono migliorare la sensibilità all’insulina, facilitando l’ingresso del glucosio nelle cellule, e allo stesso tempo modulare la digestione dei carboidrati, evitando picchi glicemici troppo elevati dopo i pasti. Questo duplice effetto riduce il rischio di sviluppare diabete e aiuta a mantenere un equilibrio metabolico più stabile.
Immaginiamo i flavonoidi come piccoli “allenatori” che insegnano al nostro corpo a gestire meglio gli zuccheri, evitando gli eccessi che nel tempo logorano il sistema.
Gestione del dolore e dell’infiammazione
Una revisione scientifica ha evidenziato che questi composti sono in grado di ridurre la risposta cellulare al dolore. Non agiscono come un farmaco antidolorifico immediato, ma piuttosto riducono i meccanismi alla base dell’infiammazione, riducendo la produzione di molecole che amplificano la percezione del dolore.
Questo ha spinto alcuni ricercatori a ipotizzare che i flavonoidi possano diventare, in futuro, un supporto naturale per la gestione del dolore cronico. Sarebbe un passo importante, considerando che molti farmaci attuali hanno effetti collaterali pesanti quando assunti per un lungo periodo di tempo.
Quanti flavonoidi dobbiamo assumere al giorno?
A differenza delle vitamine e dei minerali, non esiste una dose giornaliera ufficiale. Tuttavia, la maggior parte delle ricerche concorda su un punto: più ne introduciamo, meglio è. Naturalmente senza eccessi, ma variando la dieta con abbondante frutta, verdura, erbe aromatiche, tè e cacao.
La quantità necessaria dipende anche da fattori personali come età, sesso, stile di vita e condizioni di salute. Un individuo anziano, ad esempio, potrebbe trarre vantaggi maggiori da un incremento del consumo rispetto a un giovane in perfetta forma fisica.
Alimenti ricchi di flavonoidi
I flavonoidi sono presenti, in quantità variabili, in moltissimi alimenti che consumiamo (o dovremmo consumare) ogni giorno. Scopriamo insieme le principali fonti, una per una.
1. Frutti di bosco
Quando pensiamo ai flavonoidi, il pensiero corre subito ai mirtilli, alle more, ai lamponi e alle ciliegie. Non a caso queste bacche sono tra gli alimenti più ricchi di antociani, i pigmenti responsabili dei loro colori intensi.
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Le more detengono la concentrazione più alta in assoluto.
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I mirtilli sono considerati un “superfood” per eccellenza grazie alla loro azione benefica sul cervello e sulla circolazione.
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Le fragole contengono una quantità moderata di antociani, ma compensano con altre sottoclassi di flavonoidi.
Un esempio concreto? Una colazione a base di yogurt naturale, avena e frutti di bosco freschi fornisce un concentrato di antiossidanti capace di dare una spinta al metabolismo e proteggere la memoria.
2. Cavolo rosso
Il cavolo rosso è un’altra fonte eccellente di antocianine, con effetti documentati nella prevenzione di:
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malattie cardiovascolari,
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diabete,
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alcuni disturbi cognitivi legati all’età,
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tumori.
Il bello è che può essere consumato in tanti modi: crudo in insalata, stufato, fermentato (come nei crauti) o aggiunto a zuppe e vellutate. Ogni preparazione ne conserva una parte delle proprietà benefiche.
3. Cipolle
La cipolla è un alimento molto utilizzato nelle cucine di tutto il mondo. È molto ricco di quercetina, una sostanza antiossidante nota per le sue proprietà antinfiammatorie e antitumorali.
Alcuni studi hanno messo in evidenza una riduzione del rischio di cancro alla prostata nei consumatori abituali di cipolle. Non male, per un ingrediente che spesso consideriamo solo un “soffritto” di base.
4. Cavolo riccio (kale)
Il cavolo riccio, o kale, è diventato negli ultimi anni un simbolo dell’alimentazione salutista. Oltre alla sua ricchezza di vitamine e minerali è anche ricchissimo di flavonoidi.
Può essere utilizzato in mille modi:
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come base per insalate crude,
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saltato in padella,
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frullato in smoothie verdi,
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aggiunto a zuppe e stufati.
È un esempio perfetto di come un ortaggio tradizionale possa trasformarsi in un alleato moderno per la salute.
5. Prezzemolo
Spesso relegato a semplice guarnizione, il prezzemolo è in realtà molto ricco di flavonoidi. Pensate: contiene più di 130 milligrammi per grammo, più di qualsiasi altro alimento comune nella dieta occidentale.
Si può usare fresco nelle insalate, nei sughi, nei condimenti per la carne o nel pesce. È la prova che anche le piccole quantità, se costanti, possono fare la differenza.
6. Tè
Il tè è forse la bevanda più diffusa al mondo dopo l’acqua, e rappresenta una delle fonti principali di flavonoidi.
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Il tè verde è famoso per le catechine, associate a una riduzione del rischio cardiovascolare.
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Il tè nero mantiene anch’esso una buona quantità di flavonoidi, anche se le fermentazioni ne modificano la composizione.
Che sia caldo o freddo, dolce o amaro, il tè può diventare una sana abitudine quotidiana.
7. Cioccolato fondente e cacao
Chi non ama il cioccolato? Il cioccolato fondente e il cacao puro sono fonti straordinarie di flavonoidi.
Gli studi hanno dimostrato che il consumo regolare di cacao può migliorare la salute cardiovascolare, ridurre la pressione arteriosa e persino stimolare le funzioni cognitive. Naturalmente, il consiglio è di preferire cioccolato con almeno il 70% di cacao e limitare gli zuccheri aggiunti.
8. Agrumi
Arance, limoni, pompelmi e lime non forniscono soltanto vitamina C. Sono ricchi anche di flavanoni, che esercitano un’azione antiossidante e antinfiammatoria.
Un modo semplice per beneficiarne è aggiungere succo di limone o lime a un bicchiere d’acqua, calda in inverno o fresca in estate. Piccoli gesti quotidiani che portano a grandi benefici nel tempo.
Un invito pratico
Ecco come aumentare nella pratica il consumo di flavonoidi nella dieta:
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Aggiungi una manciata di frutti di bosco al tuo yogurt o alla tua colazione.
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Usa più spesso erbe aromatiche fresche: non solo insaporiscono, ma arricchiscono i piatti di flavonoidi.
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Sostituisci uno snack confezionato con un quadratino di cioccolato fondente.
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Non dimenticare le verdure a foglia verde: cavolo riccio, spinaci, lattuga…
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Bevi una tazza di tè verde o nero al posto delle bevande zuccherate.
Piccole scelte, che se ripetute con costanza, si trasformano in grandi risultati.
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