Quando il corpo guida la mente: l’esperimento di Strack

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Cosa succederebbe se bastasse una penna per migliorarti la giornata? No, non parliamo di firmare un contratto milionario… ma di stringerla tra i denti. Esatto: secondo un famoso esperimento psicologico condotto nel 1988 da Fritz Strack, forzare un semplice sorriso può avere effetti sorprendenti sul nostro stato emotivo.

Sembra assurdo? Eppure, la scienza ci mostra che le nostre espressioni facciali non sono solo lo specchio di ciò che proviamo, ma possono anche essere la scintilla che accende una determinata emozione.

In altre parole, non solo siamo tristi e quindi ci rattristiamo in volto, ma possiamo anche intristirci perché assumiamo un’espressione triste. Un ribaltamento totale rispetto alla prospettiva classica.

L’esperimento della penna

Come un oggetto banale ha svelato qualcosa di straordinario

Nel 1988, Fritz Strack e i suoi colleghi volevano rispondere a una domanda provocatoria: e se le emozioni fossero influenzate dal corpo, e non solo il contrario?

Per testarlo, idearono un esperimento semplice quanto geniale. A due gruppi di partecipanti venne chiesto di tenere una penna in bocca mentre leggevano alcune vignette comiche. Ma attenzione:

  • Un gruppo doveva tenerla tra i denti, forzando inconsapevolmente un’espressione simile a un sorriso

  • L’altro tra le labbra, producendo una postura facciale neutra, quasi accigliata

Dopo la lettura, venne chiesto a tutti di valutare quanto fossero divertenti le vignette. Il risultato? Chi teneva la penna tra i denti trovava le vignette molto più divertenti.

Non era cambiato il contenuto, ma la percezione.

Il volto come leva psicologica

Emozioni e corpo si influenzano a vicenda

Da secoli si credeva che fosse la mente a governare tutto: se sei felice, sorridi. Se sei triste, piangi. Ma gli studi contemporanei, come quello di Strack, ci suggeriscono qualcosa di più sottile e potente:

Le emozioni non sono solo qualcosa che sentiamo, ma qualcosa che facciamo.

Ecco perché:

  • Il cervello riceve segnali anche dal corpo. Se i muscoli facciali comunicano “sto sorridendo”, il cervello può rispondere generando emozioni coerenti a quel movimento

  • La mimica facciale attiva aree cerebrali legate alla produzione di serotonina, dopamina e altri neurotrasmettitori dell’umore

  • Anche il tono muscolare e la postura influenzano le emozioni, non solo la faccia

Insomma, il nostro corpo non è un semplice spettatore, ma un attore in prima fila nel teatro delle emozioni.

Applicazioni pratiche

Dalla psicoterapia alla vita quotidiana

Questa scoperta ha implicazioni enormi, sia per chi lavora nel campo della salute mentale, sia per chi, più semplicemente, vuole vivere meglio.

Nella terapia psicologica, in particolare quella cognitivo-comportamentale, si lavora sempre più con il corpo. Tecniche come il training autogeno o il biofeedback cercano di ristabilire un dialogo tra corpo e mente.

Inoltre, la risata indotta è oggi una vera e propria terapia: in alcuni ospedali si praticano sedute di “yoga della risata”, dove anche un sorriso forzato porta benefici documentati sul tono dell’umore, il dolore cronico e la pressione sanguigna.

E nella vita quotidiana?

  • Ti senti giù? Prova a sorridere davanti allo specchio

  • Hai un discorso difficile da affrontare? Rilassa le spalle e alza leggermente le guance

  • Stai cercando ispirazione? Cammina a testa alta, come se fossi già nella tua versione migliore

Sono piccoli gesti, ma il cervello li ascolta.

Comunicazione non verbale

Il volto comunica costantemente. Anche quando non parliamo. Anche quando vorremmo essere invisibili.

Secondo gli studi sulla comunicazione non verbale:

  • Il 55 per cento del messaggio che trasmettiamo passa dal linguaggio del corpo, volto incluso

  • Le espressioni facciali influenzano la percezione che gli altri hanno di noi

  • Sorridere (anche forzatamente) ci rende più accessibili, empatici e positivi agli occhi degli altri

Pensiamo alle interazioni sociali: una persona che sorride viene percepita come più competente, più sicura e più gentile. E spesso lo diventa davvero, proprio perché gli altri reagiscono meglio. Tramite il sorriso quindi è possibile innescare un circolo virtuoso.

Siamo burattinai delle nostre emozioni

Personalmente, trovo questa scoperta incredibile. Perché ci ricorda che, in parte, abbiamo un potere nascosto: possiamo manipolare in modo gentile la nostra stessa emotività.

È una forma di psicologia gentile, che non ci chiede di reprimere, ma di esplorare: “E se oggi mi comportassi come se fossi più sereno? Che succederebbe?”

Oggi sono arrabbiato, e se provassi a tenere il sorriso 5 minuti e poi provare a indurre la risata di pancia per 10 minuti, forse posso migliorare la mia condizione emotiva a comando. Ti rendi conto che potresti imparare a diventare padrone della tua situazione emotiva?

Punti chiave dell’esperimento

Ecco cosa ci insegna il lavoro di Fritz Strack

  • Il corpo può influenzare la mente, e non solo viceversa

  • Un sorriso, anche finto, cambia la percezione soggettiva

  • Le emozioni sono processi dinamici e circolari

  • La comunicazione non verbale ha effetti reali sull’umore e sulla socializzazione

Nata e cresciuta a Rosignano Solvay , appassionata da sempre per tutto quello che ruota intorno al benessere della persona. Biologa, diplomata all'I.T.I.S Mattei